Dopo il ridimensionamento delle tendenze espansive dello scorso anno, le esportazioni su scala nazionale mettono a segno una leggera flessione, all’esito del rallentamento più significativo delle vendite oltre confine ad inizio anno (-0,97% fino a giugno), cui è seguita una seconda semestrale in espansione, seppur contenuta (+0,21%). D’altronde, le tensioni geopolitiche hanno imposto nuove rotte commerciali alternative a quelle storicamente impiegate per le tratte internazionali e divenute pericolose a causa dei conflitti in corso; il che sta progressivamente ridisegnando la geografia degli scambi, con l’effetto di una necessaria riconfigurazione delle catene di fornitura e delle destinazioni di sbocco delle merci.
La stessa crisi del mercato tedesco, primo partner commerciale del nostro Paese ha avuto un impatto rilevante sulle esportazioni nazionali nell’ultimo biennio, cui andranno a sovrapporsi nel corso del 2025 i rischi connessi alla elevata esposizione commerciale dell’Italia verso gli USA, le cui strategie protezionistiche, con l’imposizione di dazi, stanno destando preoccupazioni crescenti.
Si confermano sui livelli record precedenti per un ammontare superiore ai 624 miliardi di euro le vendite all’estero Made in Italy; diversamente, le importazioni, che si attestano sui 567 miliardi di euro, risultano in flessione influenzata dal calo dei listini (-3,9%).
Il Lazio, dopo la significativa decelerazione targata 2023, mostra un deciso rimbalzo delle vendite sui mercati internazionali, che si attestano sui 31,5 miliardi di euro (+8,5%, a fronte della decrescita precedente, pari a -10,2%); tale dinamica è l’esito del ritorno all’accelerazione del segmento Farmaceutico, che compensa l’ulteriore decisa flessione del settore dell’Automotive. Nel panorama regionale, a fronte della moderata crescita dei flussi capitoli, che spiegano il 43% dell’export laziale, gli esiti complessivi sono determinati dal considerevole rimbalzo delle vendite all’estero pontine.
Il trend
Considerando le province di Latina e Frosinone, queste spiegano il 53% dell’export laziale ed il 36% dei flussi in entrata, per una bilancia commerciale in avanzo di 221 milioni di euro (a fronte del disavanzo di 882 milioni di euro relativi allo scorso anno).
Nello specifico, la provincia di Latina contabilizza un eccezionale sprint (+26,7%, a fronte della contrazione precedente pari al -11,1%), mentre il leggero aumento del Frusinate (+0,8%, rispetto alla decrescita del -9,4% targata 2023) è frutto di una ponderazione settoriale dei flussi che mostra dinamiche fortemente divergenti.
Al riguardo, il segmento Farmaceutico, che spiega il 68% dei flussi dell’industria della provincia di Frosinone, registra una decisa crescita dell’11,0% (rispetto alla sottrazione dell’8,3% dello scorso anno); diversamente, i Mezzi di trasporto mettono a segno una brusca la flessione (-32,1%, in peggioramento rispetto al -1,5% targato 2023), con scostamenti negativi verso gli USA (-62,3%), mentre tengono le vendite dirette in Europa (-1,1%), ove è destinato quasi il 70% delle merci. In particolare, si evidenzia che si conferma in espansione il mercato tedesco (+13,3%), seppur in netto ridimensionamento rispetto allo scorso anno (+129,5%).
L’eccezionale rimbalzo dell’export pontino è trainato dal farmaceutico, in decisa crescita verso il Belgio, rilevante centro logistico su scala europea (+32%), e verso gli USA i cui acquisiti superano la cifra di 1 miliardo di euro (+133%).
Il commento del Presidente Giovanni Acampora
“I risultati sopra descritti certificano che l’export è un punto di forza delle nostre due province, atteso che nel panorama nazionale Latina e Frosinone si collocano al 20° e al 28° posto della graduatoria nazionale, con risultati eccezionali nel segmento del chimico Farmaceutico, che rappresenta i 2/3 delle vendite sui mercati esteri del frusinate e oltre l’80% delle esportazioni pontine. Purtroppo gli esiti dell’automotive non stupiscono nell’attuale scenario fortemente critico del settore, che anche su scala nazionale mostra un significativo calo dell’export, condizionato dall’incertezza dovuta, in primis, alle scelte europee del green deal, i cui riflessi sono evidenti sulla stagnazione della domanda. Atteso che il rallentamento dell’economia tedesca non ha avuto ancora effetti significativamente evidenti sulle vendite all’estero dei nostri territori, pesano sulle prospettive le incognite dei dazi USA, che rappresentano il primo mercato extra-UE per le nostre merci. È evidente che si tratta di filiere la cui vulnerabilità dell’export agli shock geopolitici, peraltro piuttosto frequenti nell’ultimo biennio, può avere effetti che si propagano sull’intero sistema produttivo nazionale. La questione è assolutamente delicata e richiede molta attenzione, in quanto può avere impatti amplificati a livello locale, come dimostrano i dati. La diversificazione dei mercati sarà la parola d’ordine per tutti. Promuovere la presenza delle PMI dei nostri territori sui mercati esteri è tra le priorità della Camera di Commercio, che con la sua Azienda Speciale Informare, svolge un’importante azione per favorire l’internazionalizzazione delle nostre imprese. Percorsi di alta formazione dei manager, seminari di formazione tecnica per gli uffici export, progettazione di piani export personalizzati e l’organizzazione di incoming con buyer stranieri sono le azioni che portiamo avanti con un grande riscontro da parte delle imprese. Tra le priorità, inoltre, la partecipazione alle fiere internazionali; per questo ad aprile, grazie alla proficua collaborazione con l’ufficio ICE di Singapore saremo presenti con le nostre imprese alla fiera Food and Hotel Asia, uno degli eventi più prestigiosi a livello internazionale per il settore alimentare, della ristorazione e dell’ospitalità.