Serie A – Per il Frosinone è arrivata un’altra sconfitta la scorsa domenica, una sconfitta bruciante. Perdere contro la Vecchia Signora ci sta, non è affatto degradante, ma lasciarle 3 punti al 95′, praticamente a pochi secondi dal triplice fischio finale è un calice troppo amaro per i giallazzurri. Per tutto quello che si è visto in campo, per come sono riusciti a mettere in difficoltà i bianconeri in casa loro, non hanno meritato di tornare in Ciociaria con quel rospo da digerire. Un po’ come aveva predetto Di Francesco non sono stati affatto l’agnello sacrificale della Juve, tutt’altro. Quella maledetta zampata di Rugani ha permesso ad Allegri di riassaporare il gusto della vittoria dopo 4 giornate, salvando la squadra da quei fischi che si sono immediatamente trasformati in ovazione. Mentre il Leone torna a casa deluso e anche impensierito. Aveva un progetto, aveva idee chiare, pragmatiche, senza fronzoli. Non aveva deposto l’ascia di guerra dopo il primo affondo di Vlahovic. I DiFra boys erano rimasti in piedi e coerentemente con quanto messo a punto nelle sedute di preparazione, hanno continuato a costruire. Cheddira la pareggia facendo infuriare Allegri, spettatore del disastro difensivo dei suoi. Brescianini firma il temporaneo vantaggio ciociaro e per un po’ i tifosi frusinati hanno sperato nel miracolo. Sarebbe bastato anche quel 2-2 ancora ad opera dello straripante Vlahovic. Un punto contro una big, all’Allianz Stadium. Un po’ a ricordare l’impresa del 2015 quando l’allora difensore canarino Balnchard siglò nel recupero la rete del pari rispondendo a Zaza e regalando a Stellone il primo storico punto in A. Ma il destino stavolta è stato più cattivo. La partita si è decisa sì in ‘zona Cesarini’, ma con il successo oramai insperato per la Madama. Il fato e Rugani che se ne è fatto cinico interprete hanno frantumato i sogni di gloria di un Frosinone sempre sul pezzo in una gara da luna park.
Così, insieme alla frustrazione di aver trovato ancora una volta un finale avverso, resta qualche domanda. Della serie: perché far subentrare Monterisi ad appena un minuto dallo scadere su calcio d’angolo a sfavore? Qualche cambio poteva essere fatto prima? Insomma, un paio di peccatucci veniali (oppure no?) sono da imputare anche al fiero condottiero di Francesco. Per il resto la squadra si salva appieno, tutti sufficientemente in partita, alcuni anche al di sopra di un 6 affatto politico. Si sono visti dei buonissimi Cheddira e Brescianini, degli attenti Romagnoli e Zortea, delle certezze come Mazzitelli e Harroui. Se proprio vogliamo parlare di una prestazione più offuscata, allora ci spiace, ma stavolta è Soulé a non aver convinto, poco presente. O forse eravamo noi ad essere abituati troppo bene con lui e speravamo in qualche magia. Resta quindi la buona performance, restano i complimenti, gli applausi ad una piccola che contro una grande ha accarezzato l’idea di poter fare come Davide a Golia. Ma anche i punti restano sempre 23. Per questo non è facile da dimenticare un’occasione sprecata così. Quel punticino avrebbe voluto dire tanto. Si sarebbe tradotto in benzina per muscoli e cervello, ma oramai il ‘danno’ è fatto.
Adesso diventa vietato incappare in passi falsi. Domenica alla ‘Psc Arena’ arriva il Lecce, uno scontro diretto che il sodalizio del presidente Stirpe non può fallire. Il calendario finora ha messo a dura prova i nervi di questo gruppo che ha il pregio di non essersi mai sfilacciato, di aver sempre serrato i ranghi. Ora serve farlo ancor di più. Ogni match diventa una finalina. La salvezza passa da qui. Serve ritrovare la serenità del girone d’andata e tornare a fare punti. L’occasione di domenica 3 marzo è ghiotta, ma lo è anche per i salentini tanto è vero che moltissimi supporters sono già pronti alla lunga trasferta dalla Puglia al Lazio. I biglietti per il settore ospite sono stati bruciati in appena 13 minuti. Un chiaro segnale che la lotta per la permanenza in massima categoria si fa più accesa che mai e per vincerla c’è bisogno dell’aiuto di tutti, tifosi compresi.