Frosinone – Un’altra morte registrata tra le mura del carcere. Un altro decesso di un detenuto, stavolta nel capoluogo ciociaro. “Apprendiamo che un detenuto italiano di 52 anni è morto nel carcere di Frosinone. Si tratta del secondo morto in carcere nel Lazio quest’anno. L’istituto attualmente risulta sovraffollato di circa 60 reclusi. La carenza del personale di Polizia Penitenziaria nella provincia di Frosinone al 9 febbraio scorso è pari a – 119 unità: Casa di reclusione Paliano – 6, Casa circondariale di Frosinone – 77 e Casa circondariale di Cassino – 38”. Queste le parole di Massimo Costantino, segretario generale Fns Cisl Lazio. Costantino ha voluto sottolineare con la sua dichiarazione che “i problemi delle carceri sono prioritari e quindi necessitano di misure eccezionali sulle strutture e sugli organici”, sottolineando la criticità del sovraffollamento.
Secondo quanto ricostruito, il 52enne si sarebbe tolto la vita. Il garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia ha spiegato che l’uomo era arrivato nel carcere di Frosinone “un anno fa, dopo averne scontati cinque a Regina Coeli. Tra poco più di un anno sarebbe stato libero, ma non aveva nessuno fuori, e nessuno con cui abbia fatto colloqui nell’ultimo anno di carcere. Era seguito dal Servizio per le dipendenze e a fine gennaio l’equipe dell’istituto lo aveva proposto per un’alternativa in comunità, ma lui non ce l’ha fatta, e ha rinunciato prima”. Anastasia era in carcere in riunione con la dirigenza Asl e la direzione dell’istituto – come riportano le agenzie stampa nazionali – quando è arrivata la notizia: “Siamo andati in sezione, abbiamo incontrato i compagni di stanza, attoniti e sconvolti. Uno era a scuola, l’altro a colloquio, mentre si toglieva la vita. Quest’anno è iniziato come il precedente, il peggiore di sempre: il carcere è sempre più luogo di morte e disperazione, ma chi ne ha la responsabilità politica e amministrativa sembra indifferente, e tutto ciò non si può più tollerare”.