Frosinone – Commenti cancellati e utenti bloccati dalla pagina social del Comune di Frosinone. Una pagina ufficiale utilizzata per le comunicazioni dell’Ente dalla quale, nei giorni scorsi, sarebbero spariti commenti di alcuni cittadini. A sollevare la questione è proprio uno di loro che, indignato, pone alcuni interrogativi e chiede che venga fatta chiarezza sulla legittimità di queste azioni. Lo stesso segnala di esser stato bloccato “dopo aver semplicemente chiesto spiegazioni sulla cancellazione di alcuni commenti”. Riportiamo integralmente la nota giunta alla nostra Redazione.
Perché un ente oscura la voce di un cittadino che pone domande legittime?
“Nel pieno dell’era digitale, in cui la comunicazione tra cittadini e istituzioni dovrebbe essere più trasparente e accessibile che mai, emerge una vicenda che lascia perplessi. L’episodio solleva interrogativi importanti: per quale motivo un ente pubblico decide di oscurare la voce di un cittadino che pone domande legittime? Il blocco di un utente da una pagina istituzionale non è un’azione priva di conseguenze: potrebbe rappresentare una violazione del diritto alla libertà di espressione, tutelato dall’articolo 21 della Costituzione Italiana, nonché un ostacolo alla trasparenza amministrativa, principio cardine del buon governo. La Legge n. 150/2000, che disciplina la comunicazione pubblica, stabilisce chiaramente che le amministrazioni devono garantire un’informazione chiara, imparziale e accessibile a tutti i cittadini. Non si tratta solo di una questione tecnica legata alla gestione di una pagina social, ma di un principio democratico fondamentale: se un cittadino viene bloccato per una semplice richiesta di chiarimento, chi garantisce che il confronto tra amministrazione e comunità avvenga in modo equo e trasparente? – Si legge nella nota – Chi modera i canali di comunicazione del Comune dovrebbe adottare criteri chiari e condivisi, nel rispetto delle norme e della democrazia partecipativa. Se esiste un regolamento che disciplina la gestione dei commenti, dovrebbe essere reso pubblico e accessibile a tutti. Se invece non esiste, sarebbe necessario definirlo per evitare episodi simili in futuro.
Anche le aziende private, che avrebbero tutto l’interesse a proteggere la propria immagine, adottano criteri di gestione più aperti, rispondendo alle critiche e cercando il dialogo con i clienti piuttosto che silenziarli. Se nel settore privato si comprende l’importanza di un rapporto leale e trasparente con il pubblico, come può un ente pubblico, che dovrebbe essere il primo a garantire democrazia e partecipazione, adottare una strategia di esclusione? Il rammarico, da cittadino e da professionista del settore, è grande. Le piattaforme social istituzionali non sono strumenti di propaganda a senso unico, ma spazi di confronto tra amministrazione e comunità. Un Comune che blocca cittadini per domande legittime non solo rischia di perdere credibilità, ma mina il principio stesso di partecipazione democratica, che a quanto pare sta venendo sempre meno. Speriamo che questa vicenda venga chiarita e che il Comune di Frosinone possa dimostrare con i fatti di essere un’istituzione aperta al confronto, capace di ascoltare e rispondere ai cittadini con trasparenza e rispetto”.