Un leader in campo e per questo parla la sua carriera. Un leader fuori da campo. Intervista di grande spessore per Fabio Lucioni, per anni avversario duro ma leale dei giallazzurri ed oggi perno della difesa di un altro Fabio, mister Grosso.
Capitano, leader e tra i principali artefici della promozione del Lecce: come nasce allora la scelta di lasciare il Salento e cosa l’ha convinta ad accettare il Frosinone?
“Parto dalla fine: convincermi è stato semplice. Credo di essere approdato in una Società nella quale la voglia di crescere sia tanta come la voglia di far bene. Ci sono tutte le migliori prerogative per cercare di disputare un campionato importante e da protagonisti. E’ la somma di queste cose che mi ha fatto decidere di venire al Frosinone. Poi per quanto riguarda del perché ho lasciato il Salento, è stata una decisione assunta di concerto con la Società. Visto che i programmi erano quelli di abbassare l’età media, abbiamo preso di comune accordo di dividere le nostre strade almeno momentaneamente. Poi vedremo”.
Lei è stato avversario del Frosinone con la maglia dello Spezia di mister Gustinetti, del Benevento di Marco Baroni e del Lecce. Hai vinto ma anche perso. Ai canarini hai anche fatto gol nella gara della vigilia di Natale 2016 vinta 3-2 dal Frosinone di Pasquale Marino. Tutte sfide importanti. Che provi ora a indossare la maglia giallazzurra del Frosinone?
“Già solo il fatto che questa Società ha uno stadio di proprietà, costruito così all’avanguardia, ti dà delle sensazioni importanti. Ho trovato un ambiente molto familiare, nel quale tutti cercano di andare nella stessa direzione. E le sensazioni quando ho giocato contro i giallazzurri erano di avere di fronte una Società che ambiva a traguardi importanti. Oggi, vestire questa maglia, mi dà ancora di più questa sensazione perché vedo quotidianamente tutto quello che gira attorno a noi calciatori, qualcosa di bello che ci aiuta a farci sentire importanti ogni giorno”.
E’ uno dei pochissimi colleghi di reparto con cui Gatti nella scorsa stagione ha chiesto lo scambio della maglia. Un segnale di rispetto. Una bella responsabilità ma ovviamente ha l’esperienza e le qualità per farlo. E’ d’accordo?
“A fine gara a Lecce ci siamo scambiati la maglia ed abbiamo fatto anche una bella chiacchierata con Gatti. Gli ho fatto i complimenti per il campionato che stava disputando. E debbo dire che in prospettiva credo che possa diventare un grande difensore. Per me venire al Frosinone rappresenta sicuramente un peso importante, anche per il fatto che aver vinto un campionato lo scorso anno inevitabilmente mi pone i riflettori addosso. Ho 35 anni, un po’ di esperienza la ho, come ho anche un peso da portare sulle spalle per cercare di trasmettere i miei valori a questi giovani che vogliono crescere. Perché il lavoro paga sempre ed io ho basato sempre tutto sul mio lavoro quotidiano”.
Vincitore e leader di campionati di B, la sua carriera parla chiaro. Quale obiettivo si pone qui a Frosinone? E’ qui per vincere?
“Obiettivi non me ne pongo, credo che noi dobbiamo divertirci e far divertire. Se faremo questo, vorrà dire che avremo fatto un pezzo di strada nella stessa direzione. Questo significa che dobbiamo ascoltare i dettami dell’allenatore, remare tutti insieme dalla stessa parte e cercare di toglierci delle soddisfazioni importanti perché questa è una piazza che merita dei risultati importanti. Vincere ha tante componenti, nelle quali quando ci metti impegno, dedizione e amore per questo sport già sei ad un punto importante del percorso. Poi tutte le altre componenti le metteremo col lavoro, mi auguro di contribuire ad ottenere risultati importanti con questa squadra”.
Le origini da centrocampista quanto hanno aiutato nell’adattarsi ad un‘interpretazione ‘moderna’ del modo di difendere?
“Soprattutto nel modo di giocare. Oggi si richiede molto il fraseggio dal basso ed un inizio d’azione manovrato. Queste sono letture che ti aiutano considerato il passato da centrocampista. Poi ci sono altre letture che se sei difensore le hai, altrimenti no. Negli anni bisogna crescere per stare al passo di questa disciplina e alle sue variazioni. E soprattutto bisogna stare al passo dei giovani, quando inizi ad avere una certa età la parte più importante deve essere lo spirito col quale affronti il lavoro di tutti i giorni”.
Anche se sono passati solo pochi gironi dal suo arrivo al Frosinone che ambiente ha trovato, rispetto a quanto visto dall’esterno?
“Ho trovato un ambiente nel quale tutti fanno la loro parte per cercare di far star bene i calciatori. Un ambiente molto familiare, c’è collaborazione e unità di intenti”.
Comunicato Stampa Giovanni Lanzi