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Frosinone Calcio, fantasmi e paure sono tanti ma il grido del popolo è unanime: “Crediamoci!”

Serie A - In questo delicatissimo momento dei ciociari la caccia alle streghe non serve a nulla. Davanti ci sono ancora 10 gare e 30 punti

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Serie A – I giallazzurri sono tornati da Reggio Emilia con un saporaccio amaro in bocca. Il ko con il Sassuolo ha spedito il Frosinone in zona retrocessione per la prima volta dall’inizio del campionato. Una sensazione bruttissima, un’inquietudine che è difficile scrollarsi di dosso. Lo spettro della delusione è dietro le spalle. È evidente che qualcosa non vada. È evidente che sì, la sfortuna sembra proprio non abbandonare la truppa ciociara. Ma è altrettanto lampante che a dispetto delle prove precedenti, in cui nonostante il risultato non soddisfacesse per quanto prodotto sul terreno da gioco, stavolta è stato diverso. I DiFra boys non hanno disputato un grande match. In quel dannato scontro salvezza in cui avrebbero dovuto assaltare la porta neroverde, si è vista una performance invece timorosa, senza grandi occasioni per gli ospiti. Thorstvedt firma la prima vittoria dell’era Ballardini e regala una boccata di ossigeno alla sua squadra.

Nonostante le difese certamente non granitiche di entrambe le formazioni, l’unica a colpire è proprio la padrona di casa a cui non resta poi che contenere e gestire. L’occasione d’oro per il Frosinone arriva al 90’: La Penna punisce fin troppo zelantemente una spinta di Ferrari a Cuni. Dagli 11 metri va Kaio Jorge – il peggiore tra i suoi -, ma il brasiliano fallisce clamorosamente il rigore. La partita si spegne su quel risultato che nessuno avrebbe voluto leggere. E reggere. Perché adesso il peso della classifica e di questa partita lo si sente tutto. Sulle spalle gravano tante responsabilità e soprattutto premono sulla testa, una testa che sembra aver perso irrimediabilmente brillantezza, freschezza ed entusiasmo. Caratteristiche che avevano trascinato i frusinati, autori di un girone di andata sopra le aspettative di chiunque. Se avessero associato a queste qualità anche un po’ più di lucidità e sangue freddo, avrebbero persino raccolto di più. Adesso però sembrano tutti stanchi, indeboliti e fin troppo arrendevoli.

L’ennesimo risultato negativo arriva in un momento cruciale come il penalty calciato malissimo da Kaio Jorge: un episodio che potrebbe rappresentare uno snodo importante per il prosieguo della stagione. Ieri anche il Verona ha vinto a Lecce e ha superato il Frosinone. Ora la zona rossa parla così: ciociari terzultimi a 24 punti, Sassuolo penultimo a 23 e poi il fanalino di coda, quella Salernitana che sembra già condannata con 14 lunghezze.

La lotta è ancora lunga

È pur vero che il campionato mette a disposizione 10 partite ancora, che tradotto equivalgono a 30 punti. La matematica, quindi, lascia aperta ben più che una porta, a questo Frosinone che deve – è imperativo – continuare a coltivare il sogno della salvezza. Chiaramente il momento è molto delicato, ma l’ultima parola non è certo scritta da nessuna parte. Il ‘the end’, che sia o meno quello sperato, è tutto da decidere ed esclusivamente nelle mani di un collettivo che adesso deve ricomporsi. Il Leone deve ritrovare la grinta di un tempo, quella che lo aveva persino spinto a novembre alle soglie della zona Europa. Non è più tempo di puntare il dito contro una serie incredibile di infortuni, tantomeno rimarcare quelle pedine che non sono arrivate nel mercato di riparazione: è più che risaputo, manca un centravanti di mestiere, il classico goleador, così come si è sempre sentita l’assenza di un centrale tosto e di esperienza. Le forze sono quelle presenti ed è su quelle che bisogna contare, cercando di restare uniti, di non sfibrare il gruppo. Prendersela con Di Francesco anche è solo deleterio: adesso si mette in discussione colui che fino a poco tempo fa era additato come il mister della svolta. Si ripete la stessa storia, lo stesso errore fatto con Stellone, Longo, Baroni. Inutile pure sottolineare il budget esiguo con cui è stato costruito il gruppo. La caccia alle streghe serve davvero a ben poco, anzi, a nulla proprio. Tanti tifosi fortunatamente lo sanno e quelle frange di supporters che vogliono bene al Frosinone stanno inondando i social con un grido unanime: “Non ti disunire! Crediamoci!”. Tutto è ancora possibile, ma bisogna lavorare sulla testa e sgombrarla da paure e pensieri neri. Alle porte c’è la Lazio, si torna tra le mura amiche, si torna a lottare. E questa volta proprio la testa e il cuore possono fare la differenza ancor più delle gambe. Perché qui, se non si vuole precipitare, o ci si batte o si muore! E siamo certi che questo Frosinone vorrà scrivere ancora pagine di storia in serie A.

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