Serie A – È il giorno della presentazione del difensore Kevin Bonifazi, secondo acquisto in ordine di tempo (il primo è Fares Ghedjemis) del Frosinone in questa sessione di mercato. A presentare il giocatore è il direttore dell’Area Tecnica, Guido Angelozzi: “Ecco qui a presentare questo baldo giovane. Dobbiamo dire che lo avevamo cercato questa estate ma siccome lui è un giocatore importante, non eravamo riusciti a prenderlo. La nostra politica d’altronde è basata sui giovani e sulla sostenibilità, lo sapete bene. Nel frattempo però abbiamo continuato a parlare con lui e il suo procuratore. E al momento della decisione è stato bravo anche Kevin, che ringrazio personalmente a nome del Frosinone. Ha rinunciato a dei soldi per venire qui da noi. E ringrazio anche il Bologna per lo sforzo che ha fatto per venirci incontro”.
Kevin buongiorno, arrivi al Frosinone come rinforzo di una squadra in lotta per la salvezza. Perché hai accettato il trasferimento al Frosinone?
“Ho scelto il Frosinone per vati motivi. Mi riferisco alla serietà del club, all’ambizione che di voler rimanere in serie A, per il tecnico che propone un buon calcio e per il Direttore che rappresenta è una garanzia. Un mix di cose, quindi. E poi ho tanta voglia di dimostrare che questi mesi nei quali non ho potuto giocare non mi hanno penalizzato a livello psicologico. Avrò bisogno di un minimo di rodaggio per riprendere a pieno ritmo, però mi sono sempre allenato bene e fuori dal calcio ho curato anche i dettagli. E mi sento pronto per ricominciare con il Frosinone”.
Il nostro marchio di fabbrica è il 4-3-3 rivisto dal tecnico in corsa per gli infortuni che ci sono stati. Lei è un centrale di difesa, a che punto è nella condizione? Giovedì saresti pronto in Coppa Italia?
“Sicuramente ci sono state delle defezioni nel Frosinone che non hanno aiutato la squadra ma noi abbiamo la responsabilità di dover sopperire ai momenti di difficoltà ed aiutare l’allenatore. Abbiamo il dovere di portare i risultati comunque. Per quanto mi riguarda giocare a 4 o a 3 non fa differenza, la cosa importante è l’organizzazione di squadra. Non faccio differenza sui moduli. Giovedì in Coppa Italia? C’è la mia disponibilità da quando sono arrivato l’altra notte dopo 5 ore di viaggio. E spero di fare il mio contributo al 100% e il prima possibile”.
Cosa non ha funzionato a Bologna e perché qui a Frosinone sarebbe un’impresa mantenere la categoria?
“Per quanto riguarda la parte economica a volte la volontà e il desiderio di fare le cose ci porta ad andare oltre la parte economica. Per quanto riguarda il Bologna non mi va di parlarne, ora sono al Frosinone e mi piace parlare del Frosinone e di questa realtà. Qui si può fare come dice lei l’impresa perché c’è una organizzazione dell’Area Tecnica valida e poi perché ci sono dei ragazzi veramente bravi. Ieri ho detto al Direttore prima di scendere in campo: questi ragazzi vanno davvero forte. Noi abbiamo il dovere di dare qualsiasi cosa per raggiugere l’obiettivo”.
Riprende il discorso Angelozzi brevemente per raccontare un particolare: “Quando stava firmando Kevis sono arrivate le proposte di altre due Società di metà classifica, il Bologna ha detto: il ragazzo va al Frosinone e lui nemmeno ci ha pensato. E’ stato un grande segnale molto forte, sia per l’aspetto economico che comportamentale”.
Arrivi in un gruppo giovane, cosa ti senti di dare a questa squadra?
“Sono dei ragazzi molto giovani ma ciò che notavamo anche parlando col mio amico Lorenzo De Silvestri che ha più esperienza di me, è il fatto che le nuove generazioni sono più pronte, arrivano già con una impostazione ben definita. E io non devo insegnare nulla sotto il profilo della professionalità, mi inserirò con tanta umiltà e cercherò di aiutare nella conoscenza dei dettagli dentro una partita: aiutarli a capire, leggere le fasi di una gara ad esempio. Un pallone giocato al 20’ o all’80’ di gioco. Ed anche sotto l’aspetto della gestione dell’emozione di una partita. E poi debbo dire che mi piace curare anche la parte dei rapporti di amicizia con i compagni, se qualcuno ha bisogno io ci sarò sempre. Sono un ragazzo disponibile su tutto e con tutti”.
Quale sono state le prime parole di Di Francesco. E quanto al prossimo anno c’è un’idea di poter rimanere qui?
“Ho parlato col mister, indirettamente ci conoscevamo perché ho giocato col figlio Federico alla Spal. Abbiamo iniziato a parlare subito di questioni tattiche, ci siamo confrontati. Quanto alla seconda parte della domanda, dal mio punto di vista io vivo molto alla giornata. Non penso alla stagione prossima. Penso al Frosinone adesso e fino alla fine di questa stagione”.
Sei abituati ai princìpi tattici che attua il Frosinone?
“Nell’ultimo anno e mezzo il nostro modo di giocare a Bologna era molto simile, nel senso che avevamo una costruzione molto alta e ci alzavamo nella metà campo avversaria con il possesso palla e di conseguenza i centrali di difesa si trovavano a giocare uomo a uomo sulla linea della metà campo. È diverso da quello che vuole mister Di Francesco che vuole una pressione alta e di conseguenza ti trova con tanto campo alle spalle. Bisogna semplicemente capire i tempi e modificare quelle piccole cosa che già facevo a Bologna”.
Il fatto che il Frosinone ti avesse già seguito in passato ha giocato un ruolo nella scelta?
“Sicuramente quando c’è stima reciproca facilita la scelta. E poi ho avuto il vantaggio di parlare con il Direttore che mi ha spiegato rapidamente i motivi per i quali il Frosinone mi ha voluto”.
Cosa ti senti di promettere ai tifosi?
“Innanzitutto uno stadio molto bello uno dei motivi per i quali questa società merita di stare in Serie A. Io mi sento di promettere un impegno massimo fino all’ultimo secondo di campionato. E ce la metteremo tutta”.