E’ il giorno della conferenza stampa del direttore dell’Area Tecnica del Frosinone, Guido Angelozzi. E’ il giorno del bilancio della stagione chiusa lo scorso 6 maggio. Ed è naturalmente il giorno nel quale è normale che si parli di futuro, sempre più sostenibile, sull’onda di quanto già ampiamente dichiarato dal presidente Maurizio Stirpe. Dal dirigente giallazzurro l’elogio al lavoro di questo ultimo anno e mezzo di Fabio Grosso alla guida del Frosinone, a quello del direttore sportivo del Settore giovanile Alessandro Frara e al tecnico della Primavera 2, Giorgio Gorgone, che hanno conquistato la finalissima playoff per l’ultimo posto in Primavera 1. Con una raccomandazione però, detta col sorriso, rivolta allo stesso Frara: “Io voglio vincere domenica sennò non serve, dillo a Giorgio (Gorgone, ndr) ai ragazzi… Sennò fate la fine che abbiamo fatto noi…”.
Angelozzi arriva e detta subito un ringraziamento: “Voglio salutare il capitano Brighenti e ringraziarlo a nome personale, della Società dei suoi compagni: non sarà più con noi. Un capitano vero, è stato sei anni al Frosinone. Un grande in bocca al lupo a Nicolò”.
Parte quindi la girandola di domanda dei cronisti presenti.
Direttore, abbiamo chiuso il campionato in maniera importante sotto il profilo del gioco ma forse un po’ meno per i risultati. Il presidente ha parlato di rammarico ma non di delusione. Sappiamo che lei è molto arrabbiato ed anche un po’ deluso. Dove dovrà migliorare il Frosinone, innanzitutto a livello di organizzazione di gioco al di là del fatto che mezza difesa sarà da rifare, il centrocampo già c’è e in attacco serve qualcosa?
“Non sono deluso e arrabbiato, dispiaciuto sì. Devo fare i complimenti a Fabio Grosso. Stamattina guardavo le statistiche del Frosinone, che leggo raramente perché mi piace essere pratico nel mio modo di ragionare, ma da quando è arrivato lui abbiamo avuto una media di 1.50 punti a partita. Grosso qui al Frosinone ha ottenuto 70 punti. E non dobbiamo dimenticare del cambiamento della filosofia di gioco e di ragionare compiuta la scorsa estate. In 5 anni il Frosinone è stato promosso due volte in A, alzo le mani. Ma eravate abituati diversamente. C’era un modo di ragionare tatticamente diverso dal mio, prima si giocava in prevalenza sulle seconde palle. Abbiamo cambiato filosofia. Prima di tutto c’è stato il ringiovanimento della rosa. All’inizio se qualcuno mi avesse detto: ti salverai alla penultima giornata io sarei stato contento. Poi in corsa, durante il mercato e prima della partenza della stagione, abbiamo avuto la fortuna di prendere 3-4 giocatori importanti che sarebbe stato impossibile prendere se non fosse fallito il Chievo. Siamo partiti, unitamente a ragazzi che provenivano dalla serie C, a qualche giovane in prestito. Siamo partiti con tante incognite. Non dimentichiamo che il pensiero era il cambiamento della mentalità, abbassare l’età-media e snellimento del monte ingaggi. Non va anche dimenticato che avevano diversi giocatori in rosa che non giocavano ma pagavamo. E’ stato un lavoro non difficile, di più. Sia da parte della Società che per quanto riguarda il lavoro di Grosso. In ritiro avevamo 36 giocatori, poi è stato bravissimo Grosso a cambiare mentalità al gruppo, modo di ragionare sul campo e fuori. Abbiamo giocato delle partite nelle quali mi sono divertito, ci hanno fatto i complimenti da tutta l’Italia. Tra le trasferte di Pisa e Parma abbiamo toccato l’apice. Io personalmente però dico di aver sbagliato qualcosa: a gennaio abbiamo tolto dei giocatori ed abbiamo immesso dei giovani, con l’intenzione di farli inserire nel giro di sei mesi. Qualcuno si è inserito, altri hanno fatto fatica. Ma non voglio accampare scusanti. Abbiamo patito anche gli infortuni di Charpentier, Zampano e Garritano per cui posso comprendere i problemi del tecnico e del calo fisiologico che c’è stato. Ma faccio ancora i complimenti a Grosso. In qualche partita siamo riusciti ad ammortizzare il colpo di quelle lacune che si erano venute a creare. Ma ribadisco che abbiamo fatto un’annata bellissima ed abbiamo costruito qualcosa di importante. E se debbo dare una responsabilità, ripeto che me la assumo io ma solo perché, nella mia esperienza, ragiono sulla prospettiva che possono darci i giovani. E magari avrei dovuto prendere in prestito due giocatori di una certa levatura ma non avevamo la certezza di sapere come sarebbe andata a finire”.
Su Grosso in questi giorni ci sono state tante voci. Si riparte da lui? Qual è l’obiettivo?
“L’obiettivo è di crescere non dico esclusivamente di classifica, poi abbattere certi costi e cercare di migliorare. Sono orgoglioso di come stiamo organizzando il futuro, il Frosinone sta crescendo. Abbiamo parlato di programma triennale, questo appena chiuso è il secondo. Ma io non posso chiedere al mio allenatore o a miei collaboratori chissà cosa in più di quanto non è stato fatto e verrà fatto gradualmente nel futuro. Non posso dire ad esempio: facciamo un mercato roboante. Va fatto un mercato come un anno fa: cercare giocatori che il tecnico dovrà essere bravo a far crescere per patrimonializzare poi quella crescita ed abbassare sempre più i costi”.
Sin dal primo incontro lei spiegò quale fosse la sua filosofia di calcio. Detto questo, E’ mancata la continuità in questa stagione, a suo parere?
“Io ho già detto che la colpa è mia se non c’è stata continuità. Considerata la mia esperienza, avrei potuto fare qualcosa ma abbiamo avuto anche degli infortuni per i quali non avevamo delle alternative adeguate. Pensiamo invece alle squadre che ci saranno la prossima stagione: mi viene da… piangere. Cagliari e Genoa che sono due portaerei, poi Parma, una tra Monza e Pisa, il Brescia, c’è una grande piazza come il Bari, il Benevento che aveva il triplo del nostro monte ingaggi che pure sosteneva ancora 5 giocatori fuori rosa che sono andati tutti in scadenza. Sarà importante la compattezza, anche da parte della stampa che ci è stata molto vicina. Speriamo bene per la prossima stagione, di fare una ulteriore crescita di strutture e patrimonio”.
A proposito di programma triennale, lei invece ha avuto qualche offerta?
“Ho avuto qualcosa ma non l’ho tenuta in considerazione. Ho un impegno con la famiglia Stirpe, ritengo di essere una persona d’onore. Ho un contratto lungo, sono anche nel CdA. Non ho mai pensato di andare altrove. Cerco di portare avanti il progetto nel migliore dei modi, magari qualche volta sbaglierò ma credo sia umano”.
Per Charpentier cosa ci può dire? Si è già visto con il presidente Stirpe per dettare le linee di mercato?
“Con il presidente mi sento tutti i giorni, anzi tutte le sere verso mezzanotte per avere una relazione quotidiana. Tornando a Charpentier è un giocatore molto forte. Ha avuto qualche problema, abbiamo fatto un’analisi particolareggiata delle sue noie fisiche. Lui è arrivato al momento dell’avvio della preparazione. Abbiamo creduto nel ragazzo, ci abbiamo lavorato. Ha fatto 20 presenze e 10 gol, una media-gol pazzesca. Da quando è mancato abbiamo fatto fatica. E’ stato il giocatore più bravo che avevamo. Personalmente penso di riscattarlo. Dobbiamo curarlo bene, va seguito anche con una adeguata alimentazione perché lui non ha cultura specifica. Cosa farà il Genoa non lo so, se ce lo lascia sarò l’uomo più felice del mondo. A Piero Doronzo qui presente ho chiesto di preparare il riscatto, appena sono arrivato stamane. Nel ragazzo crediamo noi come ci crede Grosso”.
Ha detto che Brighenti non ci sarà più. Ci può dire degli altri contratti in scadenza?
“Brighenti e Zampano non ci saranno più. Minelli e Szyminski hanno avuto l’allungamento rispettivamente di due e tre anni, Rohden un anno secondo una filosofia ben chiara da parte della Società in base all’età. Barisic? Lo vedo difficile il riscatto, presenta una cifra molto alta. Un ragazzo forte ma ha un costo elevato. Magari in A ci sarebbe stata la possibilità”.
Ha già delle priorità sul mercato?
“Un portiere, che può essere Ravaglia. Poi 3 o 4 difensori. Un solo centrocampista, un esterno e una punta. Poi magari va via qualcuno, rientreranno dei giocatori che verranno valutati, 2 o 3 in particolare. Ma quelli sono i ruoli che andremo a toccare”.
Una panoramica sui ragazzi in prestito? Che esperienze hanno avuto? E del portiere Vettorel cosa dice?
“Di Vettorel stiamo valutando se portarlo a casa o mandarlo un altro anno a farlo crescere, allungandogli il contratto. Gli altri sono tutti ragazzi che sono in una fase di crescita. Li manderemo di nuovo a giocare”.
Alla luce di quello che ha fatto la Primavera, potrà tornare utile qualcuno?
“Dobbiamo fare anche in questo caso delle valutazioni su qualche ragazzo. Non voglio fare nomi, sono tutti bravi ma hanno anche una finale da giocare. Ma già la scorsa stagione ci siamo portati in ritiro Jirillo, Cangianiello, Palmisani, Pahic. Non debbo mettere in difficoltà il mio allenatore immettendo tanti giovani come ho fatto lo scorso anno. Vedremo con calma, ci sono ragazzi che stanno dimostrando che possono crescere. Sarà importante che questi ragazzi facciano percorsi giusti”.
E di Vitalucci cosa pensa?
“Ha fatto alti e bassi, ci hanno chiesto un altro anno per avere il ragazzo ma stiamo valutando. Vi faccio gli esempi di Boloca che era stato scartato dopo l’esperienza nelle giovanili della Juve, e quella di Zerbin: entrambi hanno compiuto un percorso chiaro, dall’Interregionale alla serie C e poi si sono posti all’attenzione con il Frosinone. La Primavera sta dimostrando di essere una buona squadra, ben allenata. Se quei ragazzi faranno un percorso di quel tipo potranno mettersi in luce. Qui abbiamo Frara che sta facendo benissimo con la Primavera”.
Ha già individuato un giocatore come Gatti? E sono arrivate offerte per qualcuno della rosa?
“Sono arrivate offerte per qualche ragazzo. Mi piacerebbe che ogni anno 1 o 2 facciano il salto di qualità. Ma non è facile”.
Un giudizio sui tifosi?
“Sono stati splendidi. Qualche giocatore mi ha detto: all’ultima partita ci hanno applaudito! Un po’ conoscevo i tifosi del Frosinone. Quando venni col Sassuolo, all’ultima partita del campionato di serie A, applaudirono il Frosinone che quel giorno retrocesse. Loro vogliono vedere la squadra che gioca e diverte, lo scorso anno avevano tutto il diritto di criticarci. Soprattutto nel girone di andata abbiamo divertito e poi abbiamo battuto tutte le formazioni che sono arrivate nei primi posti davanti a noi. Abbiamo battuto Monza, Benevento, Cremonese. Io mi sono divertito, spero anche voi giornalisti. Non dimentico quando esaltavate giocatori e allenatore. Dobbiamo essere contenti, poi è normale essere anche dispiaciuti. Però è stato fatto un grande lavoro, bravi ad allenatore, staff e giocatori”.
Ha parlato di crescita: riguarderà tutti i settori?
“Certamente, anche il femminile e il settore giovanile. Nel femminile abbiamo delle difficoltà che col tempo siamo convinti di poterle risolvere. Tutto verrà rinforzato, ci vuole del tempo ma anche quegli ambiti seguiranno un chiaro percorso di crescita anche in funzione delle nuove strutture alle quali sta pensando la Società”.
Tra le righe ha parlato di Ravaglia che potrebbe riavere. E Zerbin?
“Farò di tutto ma non dipende dal Frosinone e dal ragazzo ma dalla proprietà del Napoli. E’ un giocatore cresciuto in modo esponenziale. Lui è atleta nella testa. Quando lo abbiamo preso non aveva fatto la preparazione, aveva dei problemini al pube ma si è messo a lavorare duramente. Lo conoscevo, lo volli a tutti i costi anche se il Napoli non volle darmi nulla. C’è stato un momento in cui stavamo facendo uno scambio Gatti e soldi per lui. Poi Zerbin fece due gol a Monza e il mio interlocutore del Napoli bloccò tutto perché per lui Zerbin valeva come Gatti”.
Da chi si aspetta qualcosa in più la prossima stagione?
“Mi aspetto che i più grandi diano qualcosa in più. Penso che gente come Oyono, Kalaj, Haoudi potranno fare cose buone in prospettiva. Come ci sono in Primavera. Ma ragazzi come Gatti è difficile trovarli. Anche Boloca può fare un percorso importante, se continua sulla strada intrepresa”.
La convocazione di Gatti nello stage dell’Italia?
“Una soddisfazione per tutti, dalla Società a l’intero ambiente”.
Ufficio Stampa Frosinone Calcio