Serie A – A fine gara le parole del tecnico giallazzurro Eusebio Di Francesco.
Mister Di Francesco, siamo usciti dalla crisi?
“Penso che noi siamo mancati una decina di giorni nel totale, per me anche le altre prestazioni sono state di livello importante. Oggi siamo stati bravi a reagire alla difficoltà e a non innervosirci soprattutto nel finale del primo tempo quando ci sono state delle decisioni un po’ contestate e fare il gioco degli avversari. Ai ragazzi ho detto tra il primo e secondo tempo che siamo stati bravissimi nel continuare ad interpretare quello che facciamo durante la settimana e a giocare al calcio. Noi ci salveremo solo attraverso il gioco e l’atteggiamento, attraverso la determinazione nel volere a tutti costi raggiungere l’obiettivo”.
Quali aspetti toccherà in vista della gara di Verona?
“Sono sempre gare differenti. Il Verona sta cambiando pelle. Io oggi mi tengo stretto questi ragazzi: penso a Gelli, penso a Brescianini, penso al fatto che ieri ho allenato la squadra senza terzini. Ed è stata la mia fortuna perché ho avuto la possibilità di migliorare certi giocatori in determinati ruoli. Paradossalmente nella sfortuna oggi mi sono ritrovato un terzino sinistro che nel finale di primo tempo e nel secondo tempo ha disputato una gran partita in tutte e due le fasi (Brescianini, ndr). E Gelli è riuscito ad esprimersi meglio. Preparare la partita di oggi è stata difficile, non avevamo nemmeno il terzo centrale perché non si è allenato Bonifazi per tutta la settimana. Bravi anche sotto il profilo psicologico contro una squadra dura da affrontare e con un allenatore esperto”.
Il gol annullato è stato il tassello di svolta?
“Credo che il nervosismo non aiuti mai. La spinta maggiore è stata quella di voler portare a casa il risultato, quella di giocare al calcio in maniera più razionale, con più uomini nella metà campo avversaria”.
I cambi sono stati decisivi.
“Sono entrati bene, come chi ha giocato dall’inizio ha fatti altrettanto bene. Sono stato bravo e fortunato, questo ha fatto la differenza. Oggi la squadra era predisposta al sacrificio, al ‘noi’ e il risultato si è visto. Il ragazzino (Ghediemis, ndr) è entrato, io nemmeno lo conoscevo, giocava in serie C in Francia (al Rouen, ndr). Il direttore Angelozzi ha di questi colpi, come Oyono del resto, anche lui giocava in C in Francia. Lui li porta al campo e dice: allenalo! E queste cose a me piacciono. Questi ragazzi hanno tante caratteristiche ma devono crescere sotto il profilo emotivo ed essere bravi a restare dentro la partita. Dobbiamo continuare a farlo. Questi sono tre punti importanti, non definitivi. Il cammino è ancora lungo”.
Questa vittoria danno un po’ di serenità? E poi Ghedjemis, sul terzo gol, gioca il calcio che piace a te…
“Lui ha delle caratteristiche importanti per poter giocare in una squadra come la intendo io. Un mancino che gioca a destra, che attacca la profondità al contrario di Soulé. È una alternativa importantissima. Nel finale avevamo tanto campo da attaccare ed è là che serviva lui. E’ un giocatore che ci può dare una mano. Nonostante arrivi dalla serie C francese, come ho già detto, che per tanti è sconosciuta. Evidentemente il Direttore da quelle parti ha un ottimo talent-scout”.
I tifosi in ritiro ieri sera, la magia di Soulé e l’esultanza di Kaio Jorge. Tre immagini delle ultime ore del Frosinone.
“Kaio non aveva mai fatto gol su azione, bravo ad entrare a partita in corso. Pensavo ci potesse dare una mano. Contento per lui e per la squadra. Soulé ha grande carattere, non lo deve mai perdere. I tifosi mi hanno fatto parlare anche al megafono per la prima volta. Sono stati splendidi, costruttivi, incisivi, intensi. Il tifo ha rispecchiato la squadra e viceversa. Sembrava un corpo unico”.
L’esordio di Zortea, i fischi per Cheddira.
“C’è stata una parte che ha fischiato, un’altra no. Cheddira è un ragazzo straordinario, che mette sempre il massimo impegno. Può far gol o meno ma non mettiamo in dubbio l’impegno dei ragazzi. Lo difenderò fino alla morte, Cheddira dà l’anima. Poi possiamo parlare di tanti altri aspetti, che esulano dalle competenze di tanti perché sono le mie. Quanto a Zortea ha fatto un allenamento e mezzo, si vedono le sue origini, è trentino come mia mamma: è un soldato. Ed è un complimento. Lui ha imparato a conoscere le qualità dei propri compagni, lui ci è riuscito nel migliore dei modi. Anche perché è l’unico terzino che mi è rimasto.
In precedenza, il tributo di Ranieri al Frosinone: “Hanno meritatamente vinto anche se il loro portiere si è superato con due splendidi interventi. Il Frosinone nel secondo tempo ci ha dominato. Non mi piace parlare degli assenti ma noi non avevano gente che poteva attaccare gli spazi. Abbiamo sofferto toppo. Man mano hanno preso baldanza ed hanno vinto. Il gol di Soulé, il bello di calcio”.