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Frosinone – Biodigestore della discordia, pareri negativi da più fronti ma il procedimento resta aperto

I Consiglieri comunali di Frosinone Petricca e Martino fanno un resoconto della Conferenza dei servizi: "Ulteriore proroga di 90 giorni"

Immagine di repertorio
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I consiglieri comunali dott.ri Teresa Petricca e Giovambattista Martino rappresentano che il procedimento autorizzativo del biodigestore per 50.000 tonnellate annue di rifiuti urbani (FORSU) a Frosinone, in via Antonello da Messina, iniziato nel dicembre 2019, che doveva trovare conclusione il 20.1.22, come da nota di convocazione della Conferenza per quella data, annunciata come definitiva: “….la terza seduta conclusiva della Conferenza di servizi si tiene ai fini della condivisione della Relazione finale…” trovava invece, già allora, una irrituale proroga nei tempi di conclusione, per consentire al proponente di regolarizzare le difformità ed inadempienze rilevate, rimandando ad una seconda parte che ha corrisposto a quella tenutasi il 4 aprile scorso. – Lo si legge in una nota congiunta.

A tale seconda parte della terza CdS (Conferenza dei Servizi) i dottori hanno partecipato in qualità di consiglieri comunali, rappresentando la relazione sanitaria dagli stessi elaborata per il Sindaco e poi trasmessa a loro nome. In sede di Conferenza la Provincia di Frosinone ha espresso: “parere non favorevole alla realizzazione ed all’esercizio degli interventi di cui all’oggetto”. La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggi ha riportato: “In merito al procedimento in oggetto si conferma il parere non favorevole trasmesso dalla scrivente con nota prot. n. 556-P del 20/01/2022”. Il Comune di Frosinone ha dichiarato: “Si conferma il parere negativo rispetto al rilascio del Permesso di costruire basato non solo sul parere negativo della Soprintendenza ma anche sul parere del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica prot.n. 61794 del 2.4.24. Si ritiene che la procedura abbia subito organizzazione al di fuori dei riferimenti normativi con un iter procedimentale che è al di fuori delle Conferenze di Servizi per questo tipo di procedimento”.

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Direzione generale uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche divisione VII – Bonifica dei siti di interesse nazionale ha comunicato: “Ad oggi, non risulta pervenuta agli atti di questo Ministero alcuna comunicazione in merito all’attuazione del suddetto Piano di caratterizzazione e, conseguentemente, non è noto lo stato delle matrici ambientali del sito.”

Il Sindaco di Patrica Lucio Fiordalisio e la consigliera Teresa Petricca hanno rappresentato la condizione sanitaria estremamente critica, riportando i vari studi epidemiologici sia regionali che nazionali riferiti a Frosinone ed alla Valle del Sacco. Il consigliere Martino ha evidenziato che Frosinone è stato il peggior capoluogo di provincia in Italia per sforamenti di PM 10 nel 2023,  già in sanzione Europea per il corrente anno 2024 avendo oltrepassato i 35 giorni di sforamento ammessi e che il biodigestore realizzerebbe inevitabilmente un ulteriore certo incremento delle polveri sottili a causa del traffico veicolare di dimensioni cospicue, decine e decine di autoarticolati ogni giorno per tutto l’anno a trasportare 50.000 tonnellate di rifiuti in entrata ed altrettanti in uscita, insieme a materiale cellulosico ed autobotti di digestato, con impossibilità alla compensazione delle emissioni. – Prosegue la nota.

Al di là dell’impatto proprio del biodigestore, di per sé già penalizzante, saranno i mezzi articolati con i loro motori, con il consumo di pneumatici e di freni, sarà l’enorme caldaia a gasolio, indispensabile per la biodigestione, attiva 24 ore per tutto l’anno, a determinare un incremento esponenziale delle concentrazioni di polveri sottili, inaccettabile per la città. A Frosinone l’Amministrazione è impegnata quotidianamente a cercare modalità efficaci per la riduzione del carico emissivo da polveri sottili ed i cittadini chiamati a gestire con responsabilità e senso civico i tanti disagi creati dalle piste ciclabili, dalla chiusura del traffico, dalle limitazioni alle auto meno ecologiche, dalla spesa per il rinnovo e l’adeguamento delle caldaie domestiche, dal divieto di accendere camini e stralci, pur di allentare la morsa delle polveri sottili e di conseguenza delle malattie e delle morti premature, oltre il carico economico delle sanzioni europee. A fronte di tutto ciò si lascia in ipotesi il biodigestore, marginalizzandone le conseguenze sulla città e sulla salute di tutti i cittadini.

Il consigliere Martino ha chiesto espressamente e verbalizzato di contestualizzare l’impatto del biodigestore rispetto al territorio, affinché non si annullino clamorosamente ed irrimediabilmente i sacrifici imposti ai cittadini per il risanamento dell’aria e non divengano spreco inutile le ingenti spese già sostenute per le piste ciclabili ed i cambi di viabilità, nonché tutte quelle previste e programmate per l’acquisto dei nuovi mezzi elettrici per il pubblico trasporto. Lo smaltimento di immondizia umida proveniente da altre aree regionali ed extraregionali, considerato il sovradimensionamento del biodigestore rispetto la necessità del Capoluogo, l’incremento ingiustificato del particolato, oltre gli inquinanti propri del biodigestore, non invitano a continuare a vivere nel territorio. Al termine della Conferenza Regionale, le richieste di chiudere definitivamente il procedimento nella seduta in corso venivano rigettate dai rappresentanti della Regione che decidevano, in accordo con il privato proponente, per una irrituale ed inattesa ulteriore proroga di 90 giorni, indifferenti alle vibrate proteste da parte degli esterrefatti altri attori presenti in Conferenza dei Servizi, che provvedevano a richiedere una puntuale verbalizzazione di quanto accadeva”. – Così in una nota stampa congiunta la Dott.ssa Teresa Petricca e il Dott. Giovambattista Martino – Consiglieri Comunali di Frosinone.

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