Frosinone – “Basta morti sul lavoro”, questo quanto chiesto ieri dai lavoratori in sciopero davanti la Prefettura. In piazzale Vittorio Veneto, a partire dalle 15.00, in tanti si sono ritrovati per aderire allo sciopero nazionale proclamato dalla Fillea Cgil, Fiom Cgil, Nidil Cgil, Feneal Uil, Uilm Uil e Uiltemp per le due ore dell’ultimo turno. A sostenerli anche il Sindaco, Riccardo Mastrangeli.
Obiettivo: rimettere al centro delle scelte politiche il diritto alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel Lazio, oltre a quello di Frosinone, sono stati organizzati quattro presidi davanti le prefetture. A Roma alle 16:00 in piazza Santi Apostoli, a Latina alle 15:00 in piazza della Libertà, a Rieti alle ore 15:00 in piazza Cesare Battisti e a Viterbo alle ore 11:00 in piazza del Plebiscito. Le proteste sono state organizzate in tutta Italia.
“Vivere o lavorare, questo è il dilemma” ha scritto qualcuno su un cartello portato al presidio di Frosinone. Dopo il crollo nel cantiere a Firenze, “l’ennesima tragedia insopportabile di morte sul lavoro”, braccia incrociate in tutta Italia. E gli stessi sindacati, in una nota congiunta evidenziano: «Una delle principali cause che continuano a portare simili tragedie è rappresentata dalle leggi che consentono i subappalti a cascata nei cantieri. Questo fenomeno crea una catena di responsabilità diluita e complessa da individuare, favorendo situazioni di precarietà e scarsa sicurezza per i lavoratori. È urgente rivedere e rafforzare la normativa in materia di appalti pubblici e subappalti al fine di garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure per tutti». Sottolineano i sindacati in una nota congiunta –
«Altrettanto preoccupante è la quasi totale assenza di controlli efficaci in termini di salute e sicurezza nei cantieri. Troppo spesso, le norme esistenti vengono disattese e le violazioni non vengono sanzionate adeguatamente. È necessario un intervento deciso delle istituzioni per rafforzare i controlli e assicurare il rispetto delle normative in materia di sicurezza sul lavoro». Concludono i sindacati in una nota congiunta.