Frosinone – Dopo le proteste e le tante problematiche allo Scalo, arriva la stretta del Prefetto. Una simil “zona rossa”, come era stato richiesto dall’ex sindaco Nicola Ottaviani, nel quartiere a rischio soprattutto con i lavori in corso per il rifacimento della stazione ferroviaria. Un provvedimento atteso in particolar modo dai tantissimi pendolari che ogni giorno utilizzano la stazione per raggiungere luoghi di studio, lavoro o altro. Pendolari che hanno urlato la loro paura quando si sono visti costretti a percorsi alternativi per entrare ed uscire dalla stazione. Un sovrappasso vecchio, buio e senza telecamere in una zona spesso teatro di gravi episodi di cronaca e ritrovo di spacciatori e criminali; o un sottopasso che non è da meno. Dalla Prefettura, dopo la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza, riunitosi nei giorni scorsi, è arrivato un segnale importante.
Ieri è stata emanata l’ordinanza prefettizia ai sensi dell’art. 2 del T.U.L.P.S. Il provvedimento, temporaneo ed urgente, avente efficacia pari a due mesi, “dispone il divieto di stazionare indebitamente nelle aree della città di Frosinone specificamente individuate nello stesso, ai soggetti che assumano comportamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti, determinando un pericolo concreto per la sicurezza pubblica, tale da ostacolare la libera e piena fruibilità di quelle aree, e risultino già destinatari di segnalazioni all’Autorità Giudiziaria per uno o più dei reati di cui agli articoli di seguito indicati:
• artt. 73 e 74 DPR 309/90 in materia di stupefacenti;
• artt. 581 c.p. (percosse), 582 c.p. (lesione personale), 588 c.p. (rissa) e 590 c.p. (lesioni personali colpose), in materia di reati contro la persona;
• artt. 624 bis c.p. (furto con strappo); 628 c.p. (rapina), 633 c.p. (invasione di terreni o edifici), 635 c.p. (danneggiamento), 697 c.p. (detenzione abusiva di armi) e 699 c.p. (porto abusivo di armi), art. 4 legge 110/1975 (porto di armi od oggetti atti ad offendere).
L’ordinanza si propone di offrire ausilio per la prevenzione e il contrasto alla microcriminalità nelle suddette aree, restituendole all’ordinaria fruizione da parte della cittadinanza.