“Freud e lo speleologo”: la commedia in scena il 2 giugno

La compagnia d'arte Il Bianco e il Rosso sarà di scena il 2 giugno nel magico scenario di pozzo d'Antullo, a Collepardo. Ingresso gratuito

Collepardo – La rappresentazione teatrale della commedia “Freud e lo speleologo” viene messa in scena dalla compagnia d’arte Il Bianco e il Rosso nell’area il 2 giugno nel magico scenario di pozzo d’Antullo, a Collepardo (ingresso gratuito). La commedia è liberamente ispirata alla lettera di Sigmund Freud a Wilhelm Fliess,14 aprile 1898, in cui il padre della psicoanalisi descrive il suo incontro con il grottenarbeiter (lavoratore delle grotte) Gregor Žiberna.

La fine dell’Ottocento è il periodo in cui nascono due discipline che si occupano di differenti “complessi sotterranei”,  la psicoanalisi e la speleologia: Eduard Alfred Martel fonda nel 1895  la ‘Société de spéléologie’, mentre nel 1899 S. Freud pubblica “L’interpretazione dei sogni”. La commedia è incentrata su uno scambio di opinioni tra Freud e Žiberna, figura pressochè sconosciuta, una persona di origine contadina che ha fatto però la storia della prima speleologia sul Carso sloveno, esplorando la Grotta Divaška e l’Abisso dei serpenti.Gli attori Anna Maria De Santis, Francesca Carta, Marco Flamini e Gianluca Pecoraro, della piccola e affiatata compagnia teatrale Il Bianco e il Rosso saranno in scena a Pozzo d’Antullo il 2 giugno alle 17.30.

Il racconto degli attori

Abbiamo chiesto agli attori di parlarci della loro esperienza nelle prove e ci hanno risposto: «Come si può spiegare la bellezza del teatro e della recitazione in sé? Con le parole si rischia spesso di essere banali. Un chiaro esempio pratico, invece, rende meglio l’idea. Mai ci era capitato di affiancare, a un personaggio di importanza e fama mondiale come Sigmund Freud, uno “speleologo”. La cultura e la saccenza del padre della psicoanalisi, messa di fronte all’apparente grossolanità dell’esploratore dai modi burberi, inizialmente ci ha spiazzato. Inoltre, occorre tener conto che la speleologia (e tutto ciò che ruota attorno a essa) era per noi un argomento assai misterioso, quasi sconosciuto. Dopo le prime analisi e lo studio del testo, siamo riusciti a trovare la chiave di lettura vincente: confrontare e mettere in risalto le tante convinzioni nella mente dei due personaggi.

L’incontro-scontro di due punti di vista opposti, coadiuvato dalla forte presenza delle signorine Nadia e Vesela, si è rivelato magicamente interessante e sorprendente. La Nadia “affascinata” dalla scienza del professor Freud e la Vesela innamorata della passione e del trasporto con cui Žiberna descrive le “sue” grotte, hanno fatto sì di poter assistere quasi ad un ideale incontro tra due squadre avversarie. Un match che, alla fin fine, forse non porta né vinti né vincitori. Sarà poi lo spettatore, se vorrà, ad attribuire la vittoria a una o all’altra squadra. Per quanto visto, noi potremmo definirlo un bel “pareggio”, giocato a viso aperto, leale e sincero. Riuscire invece a portare in scena questo spettacolo, con la creazione di tutti questi aspetti, è stata per noi la vera vittoria. Il chiaro esempio pratico di cosa solamente il teatro è capace di fare». – Fonte Stefano Gambari presidente del Circolo speleologico romano Bibliotecario

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