Una settantina di tessere – un quindicesimo circa di quelle sottoscritte – in vista del mega congresso del circolo di Fratelli d’Italia di Frosinone città: non male (si fa per dire) per l’onorevole Massimo Ruspandini che è già alla ricerca della casella da occupare dopo i ben due mandati da parlamentare. Certo, ci sarebbe pure il terzo all’orizzonte. Ma bisognerebbe segnare inquivocabilmente una leadership interna. Senza contare che, comunque, parliamo di un esponente seduto in prima fila nel partito diventato, nel frattempo, di maggioranza relativa, dove la classe dirigente è sempre più folta e tra gli altri avanzano anche professionisti e persone qualificate. Cose che contano, al di là dell’esibizione del blasone dell’attivismo della prima ora. Così l’onorevole ceccanese si appresta a far da spettatore al congresso del capoluogo, col suo gruppo di fedelissimi.
Secondo qualcuno sfoglia la margherita tra primo cittadino di Ceccano e presidente della Provincia di Frosinone (in caso di ritorno all’elezione diretta). Potrebbero essere solo falsi bersagli. Anche perché il panorama è affollato e diventa saggio sfuggire all’inevitabile tiro al piccione su chi ha già avuto abbastanza in fatto di incarichi nel suo partito. Tanto più che l’exploit frusinate non pare certo merito della leadership provinciale. Per capire di cosa parliamo basta dire che nel 2023 FdI Frosinone contava 219 tesserati. A fine anno saremo a circa mille e quattrocento. Si avete letto bene. Diciamo subito che l’attuale struttura di partito può contare su circa 800 soci: quindi più della metà del totale. Per raggiungere l’obiettivo hanno lavorato insieme Fabio Tagliaferri, Paolo Pulciani, Alessia Savo, Franco Carfagna ed il gruppo consiliare. Una settantina di tesserati sono giunti spontaneamente al circolo o si sono iscritti sulla piattaforma informatica. C’è poi il gruppo di Fabio De Angelis con una cinquantina di adesioni. Di Ruspandini abbiamo detto. La vera novità arriva con l’onorevole frusinate – sebbene eletto in Basilicata – Aldo Mattia con i suoi 450 circa tesserati dei cui avevamo già detto in un precedente servizio. I numeri – ad eccezione di Mattia che ha portato a FdI Frosinone tutti nuovi iscritti – includono i rinnovi. Insomma l’ex direttore Coldiretti Lazio ha aperto la finestra e fatto entrare aria fresca, il gruppo dirigente frusinate ha subito reagito e s’è coperto a dovere. Ma a Ceccano lo spiffero non deve essere proprio arrivato.
Primo partito in città, passa il sostegno a Mastrangeli: rebus congresso
Le considerazioni da fare partono proprio dal numero di tesserati: una cifra che impone a Fratelli d’Italia di crescere e stavolta prendere atto, guardandosi allo specchio, che non si tratta più del vecchio movimento di destra, di militanza e testimonianza, ma irrilevante pubblicamente. Qui a Frosinone i meloniani diventano, ora e subito, primi anche come struttura di partito e, di conseguenza, devono organizzarsi coinvolgendo tutte le anime. Secondo punto: il fatto che il gruppo dirigente attuale abbia comunque tenuto botta, lascia tranquillo Tagliaferri (sebbene non più solitario al comando al di là della vicinanza ad Arianna Meloni e della presidenza di Ales) e il gruppo consiliare e, di conseguenza, anche il sindaco Riccardo Mastrangeli. Perché, oltre le polemiche più o meno sotterranee, la linea attuale di sostegno al primo cittadino – nonostante le tante difficoltà incontrate su Brt e viabilità – trova conferma e supporto proprio nelle sottoscrizioni raggiunte. Terza questione ha a che vedere col tipo di congresso che le componenti intendono affrontare. Sicuramente Aldo Mattia ha dimostrato già di avere tutte le carte in regola per dire la sua all’ombra del campanile, quindi anche in riferimento alle vicende amministrative. Ma questo non vuol dire che si debba necessariamente andare ad una conta. Sembra prevalere infatti, negli ambienti di FdI del capoluogo, un sentimento che punta ad una soluzione unitaria, senza spargimenti di “sangue”. La conta cruenta non pare necessaria: i nuovi equilibri sono già scritti nei tabulati di partito e tutti li conoscono.
Ma le ventate di novità sono destinate a raggiungere il provinciale
“Comunque sia – sbotta un eletto del gruppo di maggioranza – quando una classe dirigente opera da anni sul territorio e vede riconoscere la sua solidità ha anche l’esigenza di muoversi con realismo. E’ vero, questa maggioranza ha avuto scollamenti e non sono mancate critiche interne, ma oggi tutti possono constatare che comunque c’è stata credibilità, si è perseguita con coerenza la linea del governo della città e le adesioni non mancano, da ultimo quella di Francesca Campagiorni. Così Fratelli d’Italia è rimasta l’asse portante di una maggioranza consiliare che regge”.
Il problema – ma non è un problema perché nulla è immutabile nella politica in particolar modo – è che a scricchiolare è la leadership del gruppo storico ceccanese. Frosinone – ma anche Cassino coi sui oltre 800 tesserati: 600 in più del 2023 – dimostrano proprio che una fase di gestione politica pare giunta alla conclusione. Perché FdI a questo punto pare destinata inevitabilmente a mettere mano a tutta l’organizzazione provinciale. La crescita del partito è difficile che si arresti alla ventata frusinate di Mattia o alla scommessa cassinate sulla giovane Chiara Trotta.