FOCUS – Virus Usutu, zanzare ‘killer’ anche nel Lazio: così pandemie e cambiamenti climatici minano il nostro futuro

L'esperto analizza gli scenari potenzialmente pericolosi e lancia una proposta di contrasto a nuove emergenze sanitarie

Cambiamenti climatici, pandemie e virus letali. Un legame ormai accertato. Almeno 10.000 specie diverse di virus – secondo gli esperti – hanno la potenzialità di infettare gli esseri umani ma, al momento, la grande maggioranza circola silente negli animali selvatici. Cosa accadrebbe se questi animali, a causa del cambiamento climatico, modificassero il proprio comportamento? Lo spiegano gli scienziati, attraverso un modello che traccia i potenziali hotspot di futuri salti di specie di virus, geolocalizzando i probabili spostamenti di 3.139 mammiferi rispetto al loro attuale habitat.

I cambiamenti climatici stanno trasformando la Terra in un enorme bacino a cielo aperto di patogeni pronti a saltare da un animale all’altro, con condizioni di rischio per l’uomo non dissimili da quelle dello Huanan Seafood Market, il mercato di Wuhan, dove per la prima volta è stato trovato il SARS-CoV-2. L’aumento delle temperature sta obbligando e obbligherà sempre più specie a migrare verso aree già occupate dall’uomo, favorendo l’incontro con altri animali e lo scambio reciproco di migliaia di virus, in regioni del mondo inedite e in nuove specie. “Da questo calderone nascerà la prossima pandemia”. Questa la sintesi non proprio rosea del futuro che ci attende secondo un articolo pubblicato sull’autorevole rivista scientifica ‘Nature’.

La scienza mette in guardia da tempo: andare a intaccare ecosistemi vergini, deforestare, entrare in contatto con animali che prima non condividevano il nostro stesso habitat porta a maggiori rischi di adattamento di virus al corpo umano, come accaduto con il Covid.

I medici sono consapevoli dello scenario che ci aspetta. Così, per non farsi trovare impreparati come nel caso della pandemia da SARS-CoV-2, si pensa ad azioni efficaci e concrete da mettere in campo per scongiurare il rischio di nuove epidemie letali. Occorrerà abbinare agli studi sulle migrazioni animali, legate al global warming, una puntuale sorveglianza dei rischi epidemiologici connessi.

Le azioni in provincia

Anche i maggiori esponenti della comunità medico-scientifica della provincia di Frosinone stanno, ormai da tempo, studiando le migliori azioni di contrasto al problema da attuare sui territori. Di pochi giorni fa la notizia che il Comune di Isola del Liri abbia approvato una delibera ispirata dal Dott. Serafino Pontone Gravaldi, – tra i più autorevoli pediatri della provincia di Frosinone e membro della direzione regionale e nazionale della Federazione italiana medici pediatri – finalizzata alla formazione di un comitato tecnico-scientifico che possa fungere da supporto all’azione di contrasto alla pandemia, così ad altre emergenze sanitarie.

Perché, se è vero che al momento l’allerta maggiore si concentra sul Covid, gli esperti non possono permettersi di non monitorare altre situazioni che potrebbero diventare potenzialmente emergenziali. Pensiamo al ‘Vaiolo dalle scimmie’ o al ‘Virus Usutu’, trasmissibile all’uomo attraverso le zanzare che – in rari e gravi casi – può provocare encefaliti, meningiti e paralisi flaccide – come spiega lo stesso dott. Pontone Gravaldi: “I virus hanno iniziato a fare salti di specie a velocità senza precedenti, questo è ormai evidente. Non bisogna guardare solo al Covid, al momento la guardia va tenuta alta anche sul Monkeypox, il cosiddetto vaiolo dalle scimmie, che fa contare oltre 500 casi in Italia e sul Virus Usutu che ha già fatto 5 morti e la cui presenza è stata accertata in pool di zanzare al confine tra Lazio ed Umbria. È inoltre in attesa di conferma da parte del Centro di riferimento nazionale la positività riscontrata in un pool di zanzare Culex pipiens nella provincia di Latina. Al momento non sono stati segnalati casi in età pediatrica ma la situazione va attentamente monitorata, poiché potrebbe mutare come accaduto con il SARS-CoV-2”.

Un Comitato Tecnico Scientifico Locale

Alla luce di questo scenario, arriva la proposta del dott. Pontone Gravaldi che, dall’apripista città delle cascate, potrebbe essere estesa a tutti i Comuni della provincia di Frosinone: “Un Comitato Tecnico Scientifico territoriale, costituito da professionisti che operano nel mondo socio-sanitario, che possa, in regime di gratuità, dare indicazioni su come affrontare nel modo migliore le emergenze sanitarie, per quello che può competere ad ogni Comune. – spiega il pediatra – La pandemia da Covid 19 ha evidenziato come il rafforzamento della rete territoriale assistenziale, di competenza Asl, unito ad una capacità di informazione, di prevenzione, ed organizzazione di strategie di supporto alla persona, possa essere la risposta migliore alle criticità provocate dall’emergenzialità. Sorveglianza, prevenzione, controllo e informazione sono le parole d’ordine che dobbiamo fare nostre sin da subito per scongiurare altre pandemie. Un territorio nel quale Sanità ed Enti lavorano in sinergia, tenendo informati anche tutti i cittadini, avrà certo meno probabilità di essere impreparato davanti ad una nuova emergenza o, almeno, avrà le giuste basi per poterla fronteggiare. Se la certezza è che nel prossimo futuro potremmo ritrovarci ad avere a che fare con altre epidemie o pandemie legate al salto di specie dei virus, dobbiamo avere la consapevolezza che occorrerà cooperare, come in ogni situazione emergenziale. I pediatri ed i medici di medicina generale potranno essere lo strumento di supporto per dare indicazioni e fornire linee guida ai Comuni, ecco perché ritengo che la delibera del Comune di Isola del Liri, profondamente innovativa, dovrebbe essere estesa a tutto il territorio”.

Vaiolo dalle scimmie, virus Usutu e Covid: è allarme?

“Per quanto riguarda ‘Monkeypox’ e ‘Virus Usutu’ – spiega il dottor Pontone Gravaldi – Al momento non è opportuno fare allarmismi. La Regione Lazio, circa due mesi fa, ha però allertato i medici affinché la situazione venga monitorata costantemente. Bisogna essere attenti a riconoscere sintomatologie particolari e, qualora fossero riscontrate, attivare la rete per isolare il virus limitando la contagiosità e ricercando la cerchia di contatti più stretti. In quest’ottica, la citata cooperazione tra medici territoriali ed Enti potrebbe rivelarsi di fondamentale importanza. Discorso a parte va fatto per il SARS-CoV-2. Il Covid continua a mutare, da poco la scoperta della nuova variante ‘Centaurus’. Con l’arrivo dell’autunno, i rientri a scuola e al lavoro ci ritroveremo a dover far fronte a influenza stagionale e virus insieme e non possiamo permetterci di nuovo che le strutture ospedaliere rischino il collasso. Serve rinforzare la rete territoriale, evitare che anche i pazienti in codice bianco o verde intasino i pronto soccorso. Ma se i cittadini possono trovare assistenza altrove e non lo sanno è un cane che si morde la coda. Per questo parlo di sinergia, informazione capillare e organizzazione”.

Settembre e rientro a scuola, vaccini pediatrici si o no?

Come sottolineato dal dottor Serafino Pontone Gravaldi, l’autunno potrebbe farci ripiombare in una situazione emergenziale fuori controllo. I medici raccomandano a tutti, anche ai soggetti non fragili, di completare il ciclo vaccinale poiché ad oggi il vaccino resta l’unica arma contro il rischio di sviluppare una forma grave della malattia. Ma in molti si chiedono se sia opportuno vaccinarsi con i sieri che ci sono al momento, alla luce delle mutazioni e delle continue varianti del virus. Per quel che concerne le vaccinazioni pediatriche, il dottor Gravaldi spiega: “E’ bene ribadire che i vaccini non proteggono dal contagio ma creano gli anticorpi necessari a scongiurare la forma grave della malattia. Con BA.5 e le altre sottovarianti di Omicron 2, come la cosiddetta Centaurus, la capacità di riconoscimento da parte degli anticorpi si fa sempre meno efficace e i casi di reinfezione sono ormai frequenti. Per questo, da alcuni mesi sono in fase di sperimentazione nuovi vaccini adattati alle nuove varianti. Secondo EMA, dovrebbero essere disponibili prima dell’autunno. Nel documento emesso dall’autorità regolatoria europea il concetto è chiaro: i vaccini a mRNA adattati, che incorporano un ceppo della variante Omicron, possono aumentare ed estendere la protezione, quando usati come richiamo. Per questo, il mio consiglio, è di vaccinare tutti i bambini e i ragazzi in età pediatrica non appena il vaccino aggiornato sarà approvato e disponibile”.

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Roberta Di Pucchio
Roberta Di Pucchio
Giornalista pubblicista

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