FOCUS – Bambini e vaccini, i falsi miti sui possibili danni

Se vengono mantenute coperture sufficientemente alte si impedisce ai virus di circolare fino alla loro scomparsa permanente

Nonostante esista una credenza secondo cui i bambini nel primo anno di vita siano troppo deboli per essere vaccinati, in realtà non è così. Secondo la ricerca scientifica, durante questo periodo i bambini sono pienamente in grado di rispondere agli agenti microbici presenti nei vaccini, senza arrecare danni all’organismo. – Così dalla Asl di Frosinone fanno chiarezza su vaccini e falsi miti.

I vaccini, contrariamente, sono una risposta importante alla diminuzione della protezione derivante dagli anticorpi materni che si verifica durante questo periodo, la quale potrebbe aumentare la probabilità di contatto con agenti patogeni in grado di causare malattie.

Le vaccinazioni ci proteggono da malattie gravi e potenzialmente mortali e costituiscono uno dei più potenti strumenti di prevenzione a disposizione della sanità pubblica: è soprattutto grazie alla vaccinazione che nel 1980 il vaiolo è stato dichiarato eradicato a livello globale e che la polio è in via di eliminazione.

Nella vita quotidiana le vaccinazioni ci proteggono evitando di contrarre le malattie prevenibili da vaccino e di ammalarsi. Infatti, anche le malattie più comuni possono avere complicanze gravi. Un esempio è il morbillo, una malattia che può causare polmonite (1-6% dei casi), encefalite (1 ogni 1000-2000 casi) e in casi estremi il decesso del paziente. Ma anche la rosolia, che normalmente ha un decorso leggero, se contratta in gravidanza può avere effetti negativi sulla salute del bambino (morte fetale, aborto spontaneo, malformazioni gravi, decesso del neonato).

Inoltre, per le malattie che si trasmettono da persona a persona, le vaccinazioni non solo proteggono noi stessi, ma anche le persone che non possono essere vaccinate (perché non ancora in età raccomandata, perché non rispondono alla vaccinazione o perché presentano controindicazioni). Questo avviene grazie all’immunità di gregge per cui, se la percentuale di individui vaccinati all’interno di una popolazione è elevata si riduce la possibilità che le persone non vaccinate (o su cui la vaccinazione non è efficace) entrino in contatto con il virus e, di conseguenza, si riduce la trasmissione dell’agente infettivo. Questo significa che se vengono mantenute coperture sufficientemente alte si impedisce al virus di circolare fino alla sua scomparsa permanente.

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