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Fa partorire una donna in ritardo, il bimbo riporta danni gravissimi: ginecologa condannata

Cassino - I genitori del piccolo, difesi dagli avvocati Paolo Marandola e Benedetta Altobelli, hanno portato avanti una battaglia legale

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Condannata a sei mesi di reclusione, pena sospesa, una ginecologa in servizio presso l’ospedale di Cassino. Per il Gup avrebbe provocato gravissime lesioni a un nascituro a causa di un notevole ritardo nell’esecuzione del taglio cesareo d’emergenza.

Accolte, dopo 4 anni di una lunga e non poco sofferta istruttoria dibattimentale, le richieste dei genitori del piccolo che si sono costituiti parti civili e sono stati assistiti dagli avvocati Paolo Marandola (in foto) e Benedetta Altobelli.

Era il 4 novembre del 2016 quando due giovani coniugi cassinati si recavano in ospedale a Cassino poiché il loro piccolo stava per nascere. La madre, infatti, era alla 41° settimana, e in preda a forti dolori addominali, giungeva in Pronto Soccorso dove veniva immediatamente indirizzata presso il reparto di ostetricia e ginecologia con la diagnosi di gravidanza a termine-inizio parto. Tuttavia il giorno dopo veniva inspiegabilmente dimessa, salvo poi essere ricoverata e operata d’urgenza il giorno 6 novembre, allorquando i sanitari prendevano atto che si era verificato un gravissimo episodio di sofferenza fetale, con una temporanea scomparsa del battito cardiaco del bambino.

Il piccolo nasceva il 6 novembre 2016 con gravissimi danni neurologici tanto che veniva trasportato d’urgenza all’Ospedale Bambino Gesù di Roma dove, giorno dopo giorno, visita dopo visita, appureranno le gravissime ed irreversibili conseguenze derivanti dal ritardo nell’esecuzione del parto. 

Scattava dunque la denuncia dei giovani genitori. La Procura di Cassino, dopo le prime indagini e dopo una prima consulenza di medici legali, aveva ritenuto opportuno formulare una richiesta di archiviazione.

I due ragazzi, però, decidevano di non arrendersi e, con l’assistenza dell’avvocato Paolo Marandola si opponevano alla richiesta di archiviazione. Il Gup, accogliendo l’istanza, disponeva l’imputazione coatta nei di 5 medici dell’Ospedale di Cassino.

Dopo un lungo e delicato processo durato 4 anni, durante il quale sono stati escussi numerosi testimoni, consulenti di parte e periti, Marco Gioia, accogliendo le tesi della Procura e degli Avvocati Paolo Marandola e Benedetta Altobelli, che si sono avvalsi delle considerazioni medico-legale del professor Domenico Arduini, ha condannato la ginecologa che aveva gestito la situazione d’emergenza durante il parto della donna alla pena di mesi 6 di reclusione (pena sospesa), al risarcimento di tutti i danni subiti dal piccolo e dai suoi genitori, nonché al risarcimento delle spese di costituzione di parte civile.

Il parto cesareo avrebbe dovuto essere eseguito nel più breve tempo possibile, ed al massimo entro 30 minuti, e invece fu eseguito solo dopo circa un’ora nonostante l’evidenza di una situazione di assoluta emergenza. Tale ritardo fu determinante per l’insorgenza delle gravissime patologie da cui il povero piccolo è ancora affetto. Assolti gli altri 4 medici che avevano avuto in cura la giovane donna.

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