Il processo ‘Malaffare’, in corso presso il tribunale di Cassino, è arrivato a conclusione: le indagini sulla presunta turbativa d’asta, svolte dai Carabinieri Forestali e che nel 2019 hanno provocato un vero e proprio terremoto giudiziario al Comune di Cervaro, sono scaturite in un dibattimento durato quasi cinque anni.
Ieri il Pm della Procura di Cassino, Chiara D’Orefice, a conclusione della requisitoria, ha chiesto l’assoluzione per gli assessori Vincenzo Ricciardelli e Gino Canale entrambi difesi dagli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola e per D’Aliesio, Pucci e Coratti per tutti i capi di imputazione: 1, 2, 3, e 4.
Per quanto riguarda il capo d’imputazione 5, per l’ex sindaco, Angelo D’Aliesio, Enzo Pucci e Alfredo Coratti è stata chiesta una condanna a sei anni. “La richiesta di condanna è destinata a cadere per D’Aliesio – ha spiegato la difesa durante l’arringa – perché non esiste nessuna promessa tra lui e il gestore del servizio di raccolta rifiuti e nessuna richiesta di assunzione. Fu la società che gestiva la raccolta rifiuti a chiedere indicazione di un autista con patente C e D’Aliesio si limitò a indicare il nome di un lavoratore che peraltro aveva diritto all’assunzione ai sensi dell’art 6 del contratto collettivo di settore”. Il tribunale deciderà il 10 ottobre dopo che le difese avranno completato le discussioni.