Brescianini e Okoli, dal Frosinone alla Nazionale. Entrambi, nella passata stagione, si sono messi in luce tra le fila giallazzurre, sotto la guida dell’allora tecnico Eusebio Di Francesco. Poi, dopo la retrocessione, il primo è stato ceduto all’Atalanta, il secondo, al termine del prestito, si è trasferito dalla Dea al Leicester in Premier League: il passaggio è valso 15 milioni di euro per le tasche bergamasche. Adesso è arrivata la convocazione di Luciano Spalletti e con essa la casacca azzurra. E la chance di far vedere di cosa sono capaci in Nations League con il sogno di una prossima avventura nel Mondiale 2026. Il rilancio dell’Italia, dopo il disastroso europeo, passa anche da loro. Il merito è indiscutibilmente anche del Leone. Due giovani che adesso, dopo l’esperienza comune, si troveranno di nuovo a fare squadra con un obiettivo comune.
Entrambi, alle prese con le prime interviste in azzurro, non potevano non fare riferimento al club con cui hanno guadagnato i riflettori nazionali. Così, il duttile centrocampista Brescianini – come riporta la Gazzetta dello Sport – afferma: “L’esperienza a Frosinone è stata fondamentale e, anche se è finita male, è stata un bel trampolino di lancio. Il club di Stirpe è un esempio per il calcio italiano che deve lanciare più giovani. La ricrescita del calcio italiano può passare da società così”. A lui segue il difensore Okoli, che sempre alla stessa testata dichiara: “Devo ringraziare le scelte dello staff Di Francesco che mi ha aiutato a crescere”.
Che il Frosinone possa essere un esempio per altre società per proporre un calcio sì sostenibile ma anche che possa dare la possibilità ai più giovani di accumulare bagaglio esperenziale, è oramai una certezza acclarata. Buona fortuna a Brescianini e Okoli, ma soprattutto al Leone che riesce a far risplendere di fiducia i talenti più verdi.