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“Eutanasia legale”, nel 2022 tre italiani hanno dovuto porre fine alle loro sofferenze in Svizzera

L'Associazione Luca Coscioni continua il suo impegno per essere "Liberi fino alla fine". Le proposte per il 2023

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Il 2022 avrebbe potuto essere l’anno della legalizzazione dell’eutanasia, con il referendum sottoscritto da un milione e duecentoquarantamila persone. Invece, come sappiamo, la Corte costituzionale ha scelto di non consentire ai cittadini italiani di votare. Ma la campagna dell’Associazione Luca Coscioni non si ferma. E, proprio quest’anno, festeggia i suoi 20 anni di impegno per essere – come sottolinea lo slogan- “Liberi fino alla fine”.

L’Associazione continua con le azioni di disobbedienza civile. “Con Mina Welby, Felicetta Maltese e Chiara Lalli: sono tre le persone – non dipendenti da trattamenti di sostegno vitale – che abbiamo aiutato nel 2022 a raggiungere la Svizzera per porre fine alle proprie sofferenze con aiuto medico alla morte volontaria, Elena, Romano, Massimiliano, e se non saranno le aule del Parlamento a occuparsi di questo tema, nel 2023, saranno le aule di tribunale”. -Scrivono dall’Associazione.

“Continua con le proposte di legge di iniziativa popolare regionale “Liberi Subito”, perché le Regioni applichino da subito la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, prevedendo tempi certi per verificare le condizioni e rispondere alle richieste delle persone malate che chiedono di poter accedere al “suicidio assistito”.

“Continua con proposte a livello europeo che coinvolgano i cittadini sul testamento biologico e le scelte di fine vita. Per questo, anche in questa Italia, anche in questo momento, sentiamo di poterti augurare, un 2023 di diritti e libertà. In questi primi 20 anni non ci siamo mai fermati. Continuiamo insieme”.

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