Una catenina d’oro per riconoscere il proprio caro: così i familiari di Emilio d’Adamo hanno potuto dare un nome un volto a quei resti carbonizzati. Ieri pomeriggio, presso l’obitorio del ‘Santa Scolastica’ di Cassino è stato effettuato il riconoscimento dell’uomo attraverso gli oggetti personali, anche se per avere la certezza matematica che quel corpo appartenga a lui, bisognerà attendere il risultato del DNA disposto dal magistrato.
Una vicenda drammatica, quella che ha visto come protagonista il cinquantanovenne di Roccasecca scomparso da casa il giorno dell’Epifania. A trovare i resti di un’auto carbonizzata è stato un pastore nel pomeriggio di ieri in una zona boschiva di Colle San Magno. L’uomo ha dato l’allarme e sul posto sono arrivati oltre che i carabinieri anche i vigili del fuoco. Immediatamente si è capito che i resti di quell’auto potessero appartenere alla Fiat Punto di colore nero intestata a Emilio D’Adamo.
L’uomo era stato cercato ovunque dovunque per tre giorni. In base ai primi accertamenti, Emilio sarebbe deceduto prima che l’auto bruciasse. I Vigili del Fuoco hanno rinvenuto tracce di plastica tra il finestrino e il tubo di scappamento.
Si ipotizza che Emilio d’Adamo abbia deciso di attuare un gesto estremo. Le indagini sono portate avanti dai carabinieri della compagnia di Pontecorvo, guidati dal capitano Bartolo Taglietti, che hanno effettuato tutti i rilievi sulla scena del crimine. Nella giornata di oggi il magistrato deciderà quali provvedimenti adottare o se restituire il corpo alla famiglia.