Home Salute e Benessere Ematologia, un position paper per gestire al meglio le frontiere dell’innovazione terapeutica

Ematologia, un position paper per gestire al meglio le frontiere dell’innovazione terapeutica

Un documento, elaborato da The European House Ambrosetti, che si sviluppa in due linee di intervento e sette priorità d’azione

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L’attività di ricerca e di innovazione in ematologia ha avuto una straordinaria accelerazione: solo nell’ultimo triennio, 8 farmaci ematologici, di cui 7 oncoematologici, hanno ricevuto l’innovatività piena o condizionata. A livello nazionale l’ematologia è uno degli ambiti di ricerca più avanzati, pioniera nella medicina traslazionale. Per cogliere le opportunità dell’innovazione terapeutica, però, è necessario promuovere una maggiore visibilità delle malattie ematologiche nel dibattito istituzionale e intensificare il dialogo tra gli stakeholder per superare sfide organizzative e regolatorie. Considerando anche che un ematologo impiega in media il 47% del proprio tempo in pratiche burocratiche e dunque, di fronte all’arrivo sul mercato di soluzioni diagnostiche e terapeutiche sempre più specifiche, emerge la necessità di potenziare il personale dedicato alle attività tecnico amministrative e di ricerca e ridefinirne le responsabilità”.

Nasce da queste considerazioni il position paper ‘Le frontiere dell’innovazione terapeutica e gli impatti sull’organizzazione in Ematologia’, elaborato da The European House – Ambrosetti, con il contributo non condizionante di Novartis, sulla base dei contributi e degli spunti delle principali società scientifiche e associazioni dei pazienti del mondo ematologico. Il documento, che si sviluppa in due linee di intervento e sette priorità d’azione, è stato presentato a Roma in occasione di una conferenza stampa organizzata su iniziativa dell’onorevole Ugo Cappellacci, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, nella sede dell’Associazione Italiana della Stampa Estera in Italia, a Palazzo Grazioli.

“In termini di governance- si legge nel position paper- emerge la necessità di implementare un modello di coordinamento nazionale delle reti e dei percorsi ematologici/emato-oncologici per garantire una migliore gestione dei pazienti, maggiore equità nell’accesso e nella qualità dell’assistenza, tramite: l’istituzione presso il ministero della Salute di un Coordinamento nazionale delle Reti Ematologiche regionali con un ruolo strategico di indirizzo, armonizzazione e riorganizzazione dell’assistenza, che coinvolga rappresentanti delle reti dei professionisti e dei pazienti”.

E ancora, l’istituzione presso AGENAS di un “Osservatorio per il monitoraggio e la valutazione dello stato di attuazione e del funzionamento delle Reti ematologiche” e la “riorganizzazione dell’attività diagnostica per garantire equità nell’accesso, attraverso una maggiore centralizzazione degli esami per competenze e il riconoscimento delle reti diagnostiche di alta qualità già esistenti”. A livello di capitale umano, invece, è “essenziale migliorare la programmazione dei fabbisogni del personale sanitario sia a livello formativo sia organizzativo”, tenendo conto dell’evoluzione della pratica clinica e dell’innovazione terapeutica e tecnologica, attraverso alcune azioni prioritarie:

“Revisione dei criteri di programmazione a partire dal sistema del ‘minutaggio’ del personale infermieristico- si legge ancora nel position paper- Adeguamento dei corsi di specializzazione per personale medico specialista in ematologia all’evoluzione delle terapie e previsione di percorsi formativi per infermieri esperti in ematologia; rafforzamento e tutela del riconoscimento giuridico-istituzionale dell’infermiere di ricerca clinica; potenziamento degli organici del personale tecnico e amministrativo a partire dai data manager e definizione del loro inquadramento”. – Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

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