Elezioni comunali, 136859 chiamati alle urne in 36 centri. Sfida all’astensionismo

Civismo soverchiante e trasversalità sono caratteri anche di questa tornata amministrativa, ma resta il dubbio che alimentino l'astensionismo

Trentasei Comuni al voto in provincia di Frosinone e 159 sezioni aperte da questo pomeriggio per eleggere i relativi primi cittadini e quattrocento consiglieri comunali. La popolazione complessiva interessata è di 144mila e 82 abitanti. Gli elettori saranno 136.859 di cui 69.446 donne e 67.413 uomini. Ci si potrà recare ai seggi a partire dalle ore 15 e fino alle 23; domani dalle ore 7 alle 23.

Cassino e Veroli sono i centri maggiori (con più di 15mila abitanti) che potrebbero andare al ballottaggio il 23 ed il 24 giugno. Ci sono considerazioni generali da fare al di là delle specificità dei singoli confronti elettorali. Prima di tutto è evidente un po’ ovunque la partecipazione di pochi candidati effettivi e di molte “comparse” che accettano di far figurare il proprio nome nelle liste per motivi di visibilità, perché costrette da legami parentali o lavorativi o, infine, per segnare una presenza nelle battaglie di minoranza e di testimonianza. I molti candidati e le numerose liste senza appartenenza di schiertamento sono – in ogni caso – indicativi del perdurare della generale crisi dei partiti politici con la loro incapacità ad organizzare e radicare la proposta a livello di comuni e di territori.

Cassino e Veroli, in caso di ballottaggio secondo turno il 23 e 24 giugno

Il fenomeno è apparentemente dissimulato a Cassino – 31.130 elettori su 35235 residenti (24 consiglieri da eleggere) – dove sono in campo Pd, Demos, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Prc (nell’ambito di Cassino popolare), Azione (all’interno della lista Cassino in Azione) e Alternativa Popolare (Bandecchi). Per emergere clamorosamente a Veroli: qui, a parte Forza Italia, il resto del panorama partitico è scomparso, nascondendo simboli e bandiere. Negli altri centri non ci sono liste riconducibili esplicitamente al panorama politico nazionale: il civismo monopolizza l’intero arco dei fantasiosi simboli ai nastri di partenza, anche in cittadine che hanno sempre espresso “colorazioni” evidenti come Paliano, Isola del Liri e Ceprano. Cassino e Veroli vengono entrambi da amministrazioni di centrosinistra.

Enzo Salera, con tessera Pd in tasca, ha portato avanti la consiliatura senza che ci siano mai stati momenti aperti e ufficiali di confronto col partito cittadino o con quello provinciale, sulle decisioni da prendere. Una assenza di interscambio amministrazione-partiti di maggioranza tipica di moltissimi sindaci, peraltro. Viceversa sono saltati fuori casi di aperta divergenza tra il sindaco di Cassino e il leader ciociaro dem Francesco De Angelis. Basti ricordare l’elezione alla Provincia di Frosinone dove De Angelis appoggiò l’attuale presidente Di Stefano (di provenienza leghista), mentre Salera sostenne il sindaco di Arce Germani (che aveva dalla sua Fratelli d’Italia). Queste annotazioni cronachistiche fanno comprendere quanto la presenza partitica sia di là dall’essere nettamente e positivamente influente nel definire schieramenti portatori di interessi legittimi opposti, come potrebbe a primo sguardo sembrare a Cassino o comunque nelle città medio-grandi più inclini alla politicizzazione. Salera comunque ha messo insieme una salda coalizione di cinque liste a suo sostegno e la consiliatura alle spalle non ha registrato smagliature nella compattezza della maggioranza. Ha esaltato la sua progettualità ed i risultati conseguiti.

Cinque candidati sindaco ed altrettanti stili nelle attività di propaganda

Il polo di centrodestra – Arturo Buongiovanni candidato sindaco -, è il più marcatamente partitico perché le sue dinamiche poggiano sull’evidente confronto-conflitto fra le tre principali forze in campo. FdI cercherà di prevalere alle comunali sulla Lega per affermare, per la prima volta nettamente nella Città Martire, il suo predominio nello schieramento: il circolo vuol dimostrare di essere al livello delle percentuali nazionali. Viceversa la Lega proverà a fare l’opposto, contando sulla candidatura europea dell’ex presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese che ha dimostrato una potenza di fuoco elettorale notevole, giunta perfino nella capitale (con cartelloni che hanno lasciato a bocca aperta… i cassinati). Forza Italia, che alle europee ha schierato la coordinatrice provinciale Rossella Chiusaroli (ex consigliere comunale che contribuì a staccare la spina all’amministrazione di centrodestra D’Alessandro, insieme ad Abbruzzese coi suoi fedeli), invece, vuol ottenere un significativo risultato personale che potrebbe essere giocato sullo scacchiere regionale. Dopo il voto del week end, del resto, è noto che l’amministrazione Rocca regolerà i conti sugli equilibri mutati alla Pisana, dopo la crescita di numero dei consiglieri forzisti e, quindi, deciderà sul futuro dell’assessore del Carroccio cassinate Pasquale Ciacciarelli, al cui posto potrebbero voler sedere sia la citata Chiusaroli che il capogruppo provinciale azzurro Gianluca Quadrini. Buongiovanni in queste settimane ha lavorato all’ascolto dei quartieri e delle periferie ed ha creato legami con il governo regionale sulle materie strategiche dall’urbanistica alle politiche della casa, dalla sanità al turismo.

Giuseppe Sebastianelli, civico sostenuto da 5 liste, è ex assessore ed ex consigliere comunale in amministrazioni di centrodestra, tornato alla ribalta politica dopo un periodo di assenza. La sua propaganda tranquilla e per molti aspetti divertita ha mostrato spunti polemici sia nei confronti del centrodestra che dell’amministrazione uscente. Paola Polidoro, civica di Jammi e Libellula, è una giovane candidata sindaca che avrebbe dovuto raccogliere l’eredità del Comitato No Acea e dell’attività di opposizione consiliare di Renato De Sanctis. Nella pratica ha portato avanti iniziative autonome e sganciate dai filoni classici delle battaglie per l’acqua pubblica ed ha molto insistito sul degrado urbano. Maria Palumbo con Cassino Popolare ha incarnato invece le istanze della sinistra, della difesa dei beni comuni, del ritorno alla gestione pubblica dell’acquedotto comunale, dell’istanza di pace.

Partiti presenti nella Città Martire, negli altri comuni solo liste civiche

A Veroli – 17.881 elettori su 19849 residenti (16 consiglieri da eleggere) – Caperna sa di rappresentare l’amministrazione uscente di centrosinistra ma il suo nome ha ottenuto l’investitura anche dell’onorevole Ruspandini e del segretario cittadino di FdI. Ricorda di avere dalla sua elementi leghisti e forzisti. Invoca la continuità amministrativa ed anche il fatto che i partiti ci siano da qualche parte ma che abbiano rinunciato ai simboli nel nome dell’interesse superiore dei cittadini. Patrizia Viglianti vanta il simbolo degli azzurri ed è stata spinta a candidarsi da Rossella Chiusaroli e Salvatore De Meo, tuttavia ribadisce il suo civismo e giura attenzione al sociale ed a tutte le aree del vasto territorio verolano. Cristiano Papetti ripete ad ogni circostanza che, comunque, tutto il circolo di Fratelli d’Italia sta con lui e insiste sulla circostanza che, per un ente come un Comune di rilievo qual è Veroli, l’alternanza sia necessaria anche per rigenerare le idee di chi è al governo da 15 anni ininterrotti. Insomma a Veroli la politica cova sotto le coperte e lì resta. Il centrodestra appare sparso fra le liste dei 3 candidati sindaco, mentre il centrosinistra sembra più concentrato dalle parti di Caperna. Il dibattito non ha assunto mai toni particolarmente aspri anche e soprattutto perché si svolge in un centro di grande operosità e con forte connotazione identitaria: mediamente di buona qualità della vita, consapevole del patrimonio storico e artistico che custodisce, dove i problemi non sono così assillanti – come ad esempio nel sud della provincia – quanto a crisi industriale, ambientale e sociale.

Isola del Liri – 10379 elettori su 10854 residenti (16 consiglieri da eleggere) – vedrà il confronto tra il sindaco uscente Massimiliano Quadrini (Azione – ex Pd) della lista Quadrini sindaco, l’esponente dem Antonella Di Pucchio con la lista Isola Liri Futura, la candidata vicina al centrodestra Maria Debora Bovenga di Insieme per Isola Liri. La politica traspare in filigrana: Bovenga mostra una collocazione esplicitamente riferibile a Fratelli d’Italia e al forzista Gianluca Quadrini (mentre non sono apparsi leader leghisti in maniera ufficiale). Le altre due liste di Quadrini e Di Pucchio comunque restano civiche, per la compresenza sia di elementi di centrosinistra e di centrodestra che di persone che non hanno alcuna casacca politica.

I casi di Isola del Liri, Paliano e Ceprano con la politica sotto coperta

A Paliano – 8223 abitanti e 7951 elettori che eleggeranno 12 consiglieri comunali – sulle schede appariranno tre candidati sindaco provenienti dalla stessa amministrazione di natura dem: si tratta del sindaco Domenico Alfieri, del vicesindaco Valentina Adiutori e dell’assessore Eleonora Campoli. A Ceprano – 7261 elettori e 8260 residenti con 12 consiglieri comunali da eleggere – l’amministrazione uscente di centrosinistra si è praticamente divisa tra i candidati a sindaco Vincenzo Cacciarella ed Elisa Guerriero. In campo poi Marco Colucci vicino al centrodestra e già sindaco facente funzioni ai tempi di Sorge, e Carla Corsetti, attivista nota per le battaglie a difesa dell’ospedale “Ferrari” prima che venisse trasformato in Casa della Salute e sempre impegnata a chiederne la riapertura.

In conclusione chi entrerà nei seggi non si ritroverà sulla scheda mappe chiare sulla geografia politica delle formazioni che concorrono per il rinnovo dei consigli comunali. In parte è colpa del sistema elettorale che finisce col far privilegiare all’elettore la scelta della persona rispetto a quella del partito. E lo si giustifica affermando anche che l’amministrazione civica, in sé, supererebbe la classificazione tra progressisti e conservatori, tra centristi, formazioni di sinistra e di destra. Che la condivisione trasversale sarebbe punto di forza e non “inciucio” di potere se fatta sui territori e nelle città medio-piccole. Ma resta il dubbio che proprio nei Comuni – che in fin dei conti si occupano di servizi essenziali di area vasta, dai rifiuti alla gestione indrica, fino alla sanità con le conferenze dei sindaci – vadano ricercate le distorsioni che con tutta evidenza fanno inceppare il sistema democratico alimentando l’autoreferenzialità, lo scollamento tra palazzo ed elettori, la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni, la conferma di sindaci che si trasformano in sovrani assoluti e di Consigli comunali svuotati della capacità di incidere e depotenziati nel ruolo, pur svolto nella prima Repubblica, per la formazione stessa della classe politica.

“Mappe” poco chiare in un sistema che privilegia la scelta delle persone

Insomma se la gestione della cosa pubblica è oggi ridotta a distanza siderale tra amministrazioni comunali e partiti di riferimento, o consiste nel prefissarsi obiettivi di potere anche a costo di varare alleanze trasversali del tutto opposte alla narrazione ufficiale dei vari leader o, infine, se è impegnata nello scontro di poltrone negli enti territoriali, allora non ci si può sorprendere se l’imperante civismo (che è di centro, di destra e di sinistra indistintamente) viene utilizzato come paravento da cacicchi e capipartito. E, soprattutto, è inutile meravigliarsi se sia ancora molto lontano un nuovo sistema di istituzioni democratiche al cui interno i partiti possano ricostruire un proprio ruolo sociale. Da qui soprattutto il fenomeno dell’astensionismo, di cui tutti i leader parlano ma che gli eletti e quel che resta dei loro partiti, come visto, nei fatti continuano ad ignorare, accontentandosi delle percentuali di quanti ostinatamente o forzatamente ancora si recano alle urne. Probabilmente servirebbe più democrazia diretta da affiancare alla rappresentatività per arginare la disaffezione. Ma, oggi e domani, pensiamo solo a non infischiarcene della gestione della cosa pubblica ed a ben votare!

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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