Eccellenza, il Ferentino grida allo scandalo arbitrale. E vuole giustizia. Che l’errore umano sia contemplato e contemplabile, soprattutto in quelle categorie in cui l’occhio elettronico non può vigilare, ci può stare. Ciò che invece, in nessun modo, deve esserci, è il rifiuto della verità. Non dovrebbe esistere, nel mondo agonistico, neppure la presunzione dell’ingiustizia travestita da ingenuità. Ma facciamo un passo indietro, obbligatorio.
È la settima giornata del campionato d’Eccellenza. Nel girone B il Ferentino pareggia 2-2 sul campo dell’Atletico Torrenova. Il verdetto è viziato pesantemente da una decisione arbitrale discutibilissima, che ha mandato su tutte le furie la dirigenza granata. C’è da sottolineare che tra i due club non esistono ruggini, che giocatori, tifosi, staff si rispettano e la gara non ha mai sofferto un clima animoso. Anzi.
Purtroppo, che la direzione arbitrale fosse già colpevole di qualche peccatuccio, era lapalissiano. Un rigore negato proprio al Ferentino che, però, fino a quel momento stava conducendo sul 2-1 con una rete in fuorigioco. Della serie: te lo tolgo con la destra e te lo restituisco con la sinistra. Ma la vera e rovinosa caduta è arrivata in ‘zona Cesarini’. Palla nell’area ciociara, la sfera finisce sui piedi di un attaccante del Torrenova. L’arbitro fischia. Cosa fischi non è dato saperlo. Un’azione limpida, chiara, cristallina. Forse fischia per errore? il dubbio è lecito, perché dalle immagini visionabili su youtube (CLICCA QUI) sembrerebbe non esserci proprio nessun motivo. Fatto sta che l’attaccante infila la porta del Ferentino. Avendo prima fischiato il direttore di gara, seppur sbagliando, la rete non dovrebbe essere convalidata e, secondo regolamento, si dovrebbe riprendere con palla a due, ossia con la rimessa effettuata dall’arbitro dopo un’interruzione non prevista.
Cosa succede invece? Il fischietto resta interdetto, poi dopo le proteste dei locali – comprensibili perché il fischio è arrivato su un’azione pulita – cambia idea e d’accordo con la terna, convalida il pari. La decisione non è certo passata inosservata e ha scatenato le ire anche del direttore sportivo ferentinate, Giulio Halasz, espulso in seguito alle rimostranze. Di seguito l’amaro sfogo del dirigente scritto di proprio pugno sui social e rapidamente diffusosi.
Il post di Giulio Halasz
“Ci ho pensato tanto prima di commentare, non sono abituato a farlo qui ma oggi abbiamo toccato il fondo. Premessa: massimo rispetto per Atletico Torrenova 1986, nessun tipo di polemica con i nostri avversari di giornata
Oggi, però, dobbiamo sottolineare l’episodio che ha deciso la sfida. Siamo sull’1-2 nel quinto minuto di recupero, un pallone dentro la nostra area finisce sui piedi dell’attaccante di casa ma, qualche istante prima, l’arbitro fischia (un tocco di mano? Un fuorigioco? Non si sa). Punizione? No, le proteste (lecite) dei padroni di casa portano la terna a cambiare decisione e ad assegnare il gol (ovviamente il calciatore di casa aveva continuato l’azione). Sono il primo ad invocare il rispetto per tutti ma perché dobbiamo farci prendere in giro da tre persone che hanno il potere di decidere le sorti di una partita a loro piacimento? Un ringraziamento all’Atletico Torrenova di Emiliano Corsi che, nella confusione generale, ha sempre mantenuto un comportamento leale (e conoscendo il mister da tanti anni non avevo dubbi in merito) ammettendo l’errore del direttore di gara (non l’unico, purtroppo, durante il match con tante perplessità su un rigore non assegnatoci e sul nostro secondo gol). Questo sfogo non vuole essere una scusante: c’è da migliorare tanto, il sottoscritto in primis ma la domanda rimane…perché tre soggetti devono rovinare una bella domenica di sport? Perché il commissario di gara deve liquidare il tutto con un “annamo a pranzo e non ci pensiamo più” ? Eh no, quello che per voi è un passatempo, per tanti di noi è lavoro. Il rispetto è dovuto anche a noi”.
Ciò che preme evidenziare ad Halasz non è il pari che ha scalciato la sperata vittoria, perché nel calcio, fino al triplice fischio finale tutto può accadere, ma la mancata ammissione dell’errore e lo sminuire il lavoro di tante persone. Il lavoro di un team, per cui quella di ieri non era la ‘partitella della domenica tra amici’, ma una gara di campionato che presuppone l’impegno e la fatica quotidiana di un gruppo di persone. Questo vale per entrambe le società scese in campo. Sebbene si tratti di due realtà ‘piccole’, le stesse sono portate avanti e tenute a galla con la fatica di chi lo fa per professione e non per diletto e passatempo. Pertanto la logica vuole che tale professione sia rispettata. Sempre. Ora i dirigenti del Ferentino hanno già annunciato ricorso. Restiamo in attesa di vedere come finirà questa storia di ‘brutto’ calcio.