Lutto nel mondo dell’arte: nelle scorse ore è morto Luciano Costantini, direttore del Maco Museum. Luciano era di Alatri e lascia moglie e figli. Quando si è diffusa la tragica notizia, sui social si sono moltiplicati i messaggi di cordoglio e di vicinanza alla famiglia.
Il profilo dell’artista Luciano Costantini
Come si legge sul suo sito: “Luciano Costantini, mostra una spiccata inclinazione per l’arte fin da giovanissimo. Negli anni dell’adolescenza si avvicina al mondo del fumetto e del design automobilistico, coniugando creatività e rigore che lo orientano verso lo studio delle discipline tecniche, una scelta che si rivelerà indicativa per l’esperienza professionale a venire.
Nel corso degli anni ’80 approda alle composizioni dei cicli metafisici: i dipinti associano elemento antropico ed informale a impianto paesaggistico tradizionale. Nasce l’esperienza della grumosità del colore, mutuata da Ennio Morlotti e dalla lezione degli artisti di Corrente. Risalgono a questo periodo le campiture convulse attraversate dal derma grafico e l’utilizzo della “scacchiera”, elemento introdotto da Kandinskij nel 1920 e destinato ad identificare la produzione futura di Costantini.
Gli anni ’90 segnano per l’artista l’allontanamento progressivo dal dato figurativo: la meticolosa illustrazione dei primi anni di attività cede ora rapidamente ad un’evocazione sempre più sintetica, caratterizzata dall’abbandono della ricerca prospettica a vantaggio dell’astrazione più temeraria. La disgregazione dell’immagine è il preludio per l’inevitabile passaggio alla tavolozza di terre e solfuri.
La dichiarata sensibilità per la spatola ed il mestichino ed il rigore contemplativo dei lavori a cavallo con il nuovo millennio gli dischiudono le porte della committenza privata, con significativi apprezzamenti da parte della critica e dell’establishment culturale.
Nel corso dell’ultimo biennio lo sperimentalismo nella fotografia e nelle arti applicate segnano il ritorno al figurativo e l’approdo alla tecnologia digitale: Costantini elabora il ciclo del portraitisme, rivelando gli aspetti sorprendenti dell’elaborazione dell’originale analogico”.