Era pronto per uscire dal carcere da due mesi ma a causa di una lentezza burocratica, un cinquantacinquenne residente a Cassino, ha trascorso in cella altri 60 giorni. È incredibile la storia che vede come protagonista un uomo finito in carcere per truffa.
Un cumulo di pene che lo ha portato a dover restare nella casa circondariale di via Sferracavalli per un certo periodo di tempo. La scorsa estate il suo legale di fiducia, l’avvocato Armando, ha presentato istanza di applicazione dell’istituto della continuazione ex art. 81 del codice penale che permette, in caso di più condanne, di scontare solo la pena più grave aumentata sino al triplo e non la somma delle pene delle condanne.
Istanza accolta e quindi immediata (così credeva) rimessa in libertà per l’uomo. Dal momento della sentenza fino a ieri mattina, però, il poveretto è rimasto in carcere. L’avvocato, tornato in tribunale per avere chiarimenti, ha scoperto che il fascicolo era ancora in fase di lavorazione e solo grazie al procuratore capo facente funzione, Alfredo Mattei, che ha firmato di suo pugno l’ordinanza, l’uomo è tornato in libertà.