Vienna, fine Ottocento. Un coppia mondana: un medico e una donna bellissima. Dopo la confessione del sogno di un adulterio da parte di lei, il dottor Fridolin si ritrova tra le strade della capitale austriaca in avvenimenti oscuri e quanto mai onirici. Il sogno rappresenta, indubbiamente, il motore degli avvenimenti che si succedono in questa fortunatissima novella di Arthur Schnitzler. Esso innesca una crisi nella coppia protagonista della narrazione, ma si rivela allo stesso tempo terapeutico, in particolare nel momento in cui viene rivelato, comunicato, ovvero quando non appare più legato soltanto all’interiorità di chi lo sperimenta.
Questa in breve la sinossi del romanzo breve ‘Doppio sogno’ (titolo originale tedesco Traumnovelle) di Arthur Schnitzler datato 1925. La trasposizione più nota è quella del celebre regista Stanley Kubrick nel 1999, intitolata Eyes Wide Shut. Ambientata nella New York contemporanea, ebbe come protagonista l’allora coppia Tom Cruise e Nicole Kidman ed una lunga ed estenuante gestazione. Lo stesso Kubrick ne curò la sceneggiatura con lo scrittore Frederic Raphael.
Una crisi sviscerata
Nel suo breve racconto, il drammaturgo austriaco sviscera la crisi di una giovane coppia apparentemente perfetta e lo fa eternamente al confine tra sogno e realtà. Le punzecchiature innocenti obnubilano però qualcosa di più greve, come la subdola bramosia di evadere dalla quotidianità dal matrimonio, lasciandosi andare ai piaceri, a nuove lusinghe. Un desiderio in feroce contrasto con il valore della fedeltà e che smantellerebbe il quadretto della famiglia borghese felice, se fosse appagato. Le intime confidenze non avvicinano i due coniugi, bensì li allontanano, trasformandoli in estranei, fino ad una completa alienazione pari a un nistagmo ad occhi aperti.
Eros e Thanatos
La matrice freudiana di ‘Doppio Sogno’ è chiara sin da subito e risulta evidente la lettura de “L’interpretazione dei sogni” ma in questo romanzo breve c’è molto altro. Fermarsi a considerare solo tale aspetto sarebbe semplicistico e riduttivo. La borghese coppia protagonista, ad un certo punto della propria vita e di quella consolidata relazione, si trova davanti all’esame dell’inconscio. Il conto da fare è quello con i desideri sopiti, inconfessabili. La presa di coscienza di quella parte di sé così recondita non è poi affatto automatica. E in questo stallo quasi minaccioso emerge il doppio. Il doppio sogno, i personaggi doppi o forse sdoppiati. Il sogno reale di Albertine, erotico, libidinoso e poi quello sospeso tra realtà e immaginazione di Fridolin. Eros e Thanatos. Sono loro i veri protagonisti di questo racconto in cui i personaggi sono guidati da pulsioni che li rendono schiavi e padroni dell’altro. L’erotismo sconfina in perversione, mescola sacro e profano frantumando lo ‘storico’ tabù. Il piacere risulta quasi solo il prodotto dell’appagamento dei più intimi istinti. Una dicotomia morale destinata a infrangere barriere. Nel tentativo di raccontare i personaggi dentro e fuori del loro contorto Ego, i loro sogni più primordiali e anticonvenzionali, la facciata dell’Ego si sgretola e l’Es ci appare sinistro, oscillando tra spinte pulsionali di carattere erotico (Eros) e aggressive e auto-distruttive (Thanatos).
Crollo del mondo morale
Nell’opera dì Schnitzler, il crollo dello ‘steccato’ morale è la metafora del disfacimento del mondo di ieri della società austroungarica a cavallo delle due guerre mondiali. È il crollo di un mondo ritenuto per tanto tempo ideale perché aveva offerto una certa stabilità, seppure con le sue pecche, a quell’intellettuale ebreo, condannato a riprendere il suo ramingare, ansioso di ricostruire, almeno in parte, ciò che gli era stato sottratto. ‘Doppio sogno’ insiste sulla maschera che copre il viso, sulla benda che cela lo sguardo, rappresentazioni materiali dell’astratto impedimento della presa di coscienza, emblema dell’incomunicabilità. Se la notte pullula di orge, di misfatti, di prostituzione, quanto è fermo l’universo dei valori pacifici di una giovane coppia? Pullula anch’essa di sogni bramati, inseguiti e irrealizzati? Se ne nutre? Vi convive assopendone gli impulsi più vitali? Rimane restia ad ogni ammorbamento? E per raggiungere la conoscenza bramata sarà necessario ribellarsi.
Magnetico simbolismo
“I sogni ad occhi aperti sono notturni balli in maschera in pieno giorno”.
Una frase emblematica in cui si ritrova l’essenza del piccolo gioiello di Arthur Schnitzler. Sebbene il testo sia denso di simbolismo e significati nascosti, calato in un’ambientazione onirica e suggestiva, a volte anche surreale e gotica, la scrittura resta scorrevole. Scevro da barocchismi e pomposità, lo stile dello scrittore è lineare, asciutto, anche immediato. L’interessante presenza dell’erotismo non conferisce affatto alcun tipo di oscenità; anzi, la più profonda e nascosta passione si trasforma in una sacra via per la redenzione e la liberazione per un finale molto enigmatico. Poche pagine con un climax ascendente ricco di eventi che insospettiscono il lettore tenendolo incollato alle pagine. Assolutamente da leggere perché, in sostanza, è davvero “un sogno ad occhi aperti”.