La psicologa forense Irene Ricci, ctu per diverse procure italiane compresa quella di Cassino, ha tracciato un profilo dell’omicida che sabato ha assassinato a colpi di lama Yirelis Pena Santana, 35enne di origini domenicane residente a Cassino.
“Al momento sono due gli elementi criminologici oggettivi disponibili per analizzare l’orrendo omicidio di Yirelis: la ferocia delle pugnalate e il loro posizionamento sul corpo – spiega la dottoressa Ricci -. Con riguardo al primo elemento, va evidenziato che l’assassino sembra essersi accanito con violenza prolungata: egli ha infierito sulla giovane mamma con numerosi fendenti, mantenendo la durata e la violenza degli stessi per un tempo protratto, verosimilmente fino a che non ha sentito soddisfatta e appagata la propria furia. Ciò potrebbe essere indicativo di un odio covato, presumibilmente accumulato ma controllato senza essere agito, e infine esploso in un impeto tanto intenso quanto prolungata ne era stata la latenza“.
“L’altro elemento utile a tracciare un’ipotesi criminologica è il posizionamento stesso dei fendenti. Colpire una vittima al volto e al collo, specialmente se si tratta di una donna, prevalentemente implica l’interesse a cancellarne l’identità, come estrema manifestazione del proprio disprezzo e, forse, la propria sete di vendetta. Tale dinamica è presente sia nei casi di assassini uomini, al culmine di azioni di stalking violento, sia in quelli di donne psicopatiche che covano odio e sete di vendetta per presunti torti subiti, prevalentemente in ambito sessuale – sentimentale – conclude la dottoressa Ricci -. Sarà necessario attendere i risultati dell’analisi della scena del crimine nonché dei risultati dell’autopsia per poter approfondire qualsiasi ipotesi investigativa. Al contempo sarà fondamentale ricostruire la storia di vita di Yirelis, soprattutto per ciò che riguarda gli aspetti relazionali e le sue scelte esistenziali recenti”.