In occasione della Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile, che ricade domani, 12 giugno, Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro – rilancia l’allarme sul fenomeno di lavoro precoce. Secondo le stime riportate, la preoccupante attività in Italia si afferma abbia riguardato, in modalità diverse, 336 mila minorenni tra i 7 e i 15 anni. I dati sono frutto di una rilevazione nazionale condotta da Save the Children nel 2023, dalla quale è emerso anche che circa 58mila minorenni tra i 14-15 anni sono stati coinvolti in pratiche lavorative dannose per i percorsi scolastici e per il benessere psicofisico.
Le proposte di Save the Children
I più recenti dati Istat hanno registrato un aumento della povertà assoluta minorile. Questa crescita della condizione di povertà rischia di produrre, in assenza di interventi mirati, un ulteriore aumento del numero di ragazzi e ragazze con meno di 16 anni coinvolti in attività lavorative. Per questo motivo, Save the Children sottolinea l’urgenza di agire su più fronti, dal contrasto alla povertà economica al sostegno all’offerta educativa e formativa, con un’azione sinergica delle istituzioni e di tutti gli attori sociali ed economici, sia a livello nazionale che locale. Save the Children chiede, inoltre, di prestare particolare attenzione agli studenti in svantaggio socioeconomico, favorendo un’informazione capillare circa i servizi e le opportunità messi a disposizione per garantire il diritto allo studio, dalle borse di studio agli sgravi fiscali, e promuovendo l’introduzione di piani di sostegno personalizzati per i ragazzi e le ragazze che rischiano di interrompere anzitempo il percorso scolastico.
L’intervento di Mattarella
Sull’annosa e preoccupante questione è intervenuto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale alla stampa nazionale ha rilasciato importanti dichiarazioni. Come riportato da Sky tg 24, il capo dello Stato afferma: “L’art. 32 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza riconosce il diritto di ciascun bambino ad essere protetto dallo sfruttamento economico e da qualsiasi lavoro pericoloso. L’Unione europea ha sviluppato opportunamente iniziative tese alla applicazione di questi principi, con i recenti provvedimenti che responsabilizzano le imprese lungo tutta la catena del valore e impongono il divieto di commercializzazione di beni realizzati con il lavoro forzato, a maggior ragione quello che impiega bambini. Il contrasto all’abbandono scolastico – fenomeno presente anche nel nostro Paese – costituisce un importante argine allo sfruttamento del lavoro minorile”.