“Il progetto lanciato dal sottosegretario alla Cultura e sindaco di Arpino, onorevole Vittorio Sgarbi, ovvero quello della creazione di una sorta di distretto culturale della provincia di Frosinone è da condividere e sostenere. Grazie alla sua competenza e al suo carisma, Sgarbi è riuscito, in poco tempo, a fare ciò di cui in Ciociaria si parla da anni, ma che nessuno era mai riuscito neanche a tradurre in un’idea”. Così l’onorevole Maria Veronica Rossi, deputato della Lega al Parlamento europeo.
“La valorizzazione dei beni culturali è individuata dalle recenti politiche di settore come un potenziale fattore di crescita economica e d’innovazione: anche le attuali indicazioni e orientamenti delle politiche comunitarie attribuiscono un’enorme importanza alle risorse territoriali, culturali ed ambientali e alla loro capacità di incidere sullo sviluppo locale, spingendo verso l’attuazione di piani intersettoriali. Nonostante alcune isolate esperienze positive orientate alla valorizzazione integrata del territorio, allo stato attuale, in provincia di Frosinone il processo di valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale culturale appare attuato in modo ancora prevalentemente parcellizzato, con soluzioni puntiformi, spesso non idonee alla consistenza, alla rilevanza dei beni e delle esperienze oggetto d’intervento e al loro potenziale come attivatori di processi di sviluppo per un intero territorio”. – Prosegue Rossi.
“La necessità di passare da strategie indirizzate a promuovere l’evoluzione interna del settore dei beni culturali a strategie dove la valorizzazione delle risorse culturali localizzate in un dato territorio attivi processi integrati di sviluppo dell’intero sistema locale, suggerisce l’attivazione di modelli d’intervento di tipo distrettuale basati sul patrimonio, posto che la Ciociaria è di per sé un distretto culturale naturale”.
“Un’esperienza positiva in questo senso sul territorio già esiste ed è quella del Sifcultura, il sistema di cui è capofila il Comune di Frosinone con il museo archeologico comunale, e da quella magari si può partire per svilupparla e implementarla, non fosse altro per il fatto che rappresenta un’importante base di partenza già collaudata e che buoni risultati ha dato. Di ottimo auspicio, poi, sono state le parole del presidente Rocca al quale mi permetto di dare due spunti. Nei giorni scorsi, alcuni imprenditori di Fiuggi hanno lanciato l’idea di realizzazione di un treno turistico per rivitalizzare il comparto e avere un mezzo formidabile di scoperta e valorizzazione delle bellezze naturalistiche del comprensorio. L’idea, a questo punto, potrebbe essere quella di riproporre una ferrovia leggera sul modello delle vecchie Vicinali che colleghi i principali centri turistici della provincia, appoggiandosi un po’ sui tratti già esistenti (Roccasecca-Avezzano e Roma-Frosinone-Cassino) e un po’ realizzandone di nuovi in modo da raggiungere i centri più piccoli. Una ferrovia che, poi, potrebbe essere utilizzata anche per il trasporto ordinario in un’ottica green di abbattimento degli spostamenti su gomma. Poi, il presidente della Provincia Di Stefano ha lanciato la condivisibile proposta di una casa della cultura provinciale. Ebbene, a mio avviso esiste un luogo fisico che ben si potrebbe prestare a questa esigenza ed è l’ex dispensario antitubercolare di Frosinone. Un palazzo storico, ubicato in una posizione amena e suggestiva, ben collegato con il resto della provincia, che, però, andrebbe ristrutturato e rifunzionalizzato. E qui entrerebbe di nuovo in gioco la Regione, considerato che l’immobile è di proprietà regionale, che dovrebbe impegnarsi in questo senso. Altrimenti, si potrebbe chiedere ospitalità all’ottimo sindaco di Frosinone, Riccardo Mastrangeli, all’interno del teatro comunale Nestor prossimo alla riqualificazione”.
“In ultimo, mi permetto di suggerire all’onorevole Sgarbi di farsi promotore dell’inserimento all’interno di questo circuito culturale della valorizzazione del costume ciociaro che tanti pittori ha ispirato nei secoli. Mi pare che questa volta – conclude Rossi- ci siano tutte le premesse affinché la Ciociaria possa fare veramente della cultura un volàno di sviluppo ed è auspicabile che tutti gli attori si impegnino con caparbietà e costanza”.