Home Cronaca Detenuti del carcere in rivolta: proteste per le condizioni “disumane” della detenzione

Detenuti del carcere in rivolta: proteste per le condizioni “disumane” della detenzione

Cassino - Da alcuni giorni i detenuti presso la casa circondariale San Domenico protestano contro le "disumane" condizioni di detenzione

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Già da qualche notte i detenuti del casa circondariale San Domenico di Cassino stanno protestando per porre l’attenzione sulle diverse problematiche che vivono quotidianamente i reclusi, problematiche definite “criticità” dagli stessi carcerati dell’istituto di pena. In primis si contesta il sovraffollamento: 7 persone in celle che prevedono uno spazio per quattro. Mancano i medicinali in infermeria, dai più banali palliativi come aspirine e maalox agli psicofarmaci necessari a quanti soffrono di disturbi mentali; all’area educativa sono state assegnate due educatrici, di per sé insufficienti per una “popolazione” di circa 200 carcerati, ma solamente una è a disposizione dei detenuti; nemmeno il vitto soddisfa: porzioni parecchio scarse e qualità del cibo discutibile.

I detenuti sono esausti e chiedono che la loro dignità venga rispettata. La scorsa notte alcune pattuglie dei Carabinieri si sono portate presso la Casa Circondariale, rimanendo “in allerta” all’esterno della mura perimetrali in via Sferracavalli. All’interno dell’istituto, infatti, i carcerati protestavano animatamente, parrebbe che in alcune celle siano stati accesi anche dei fuochi. I reclusi hanno comunicato alle famiglie ed ai rispettivi legali che intendono continuare con i tumulti finché la loro voce non verrà ascoltata. Una “voce” che sicuramente arriva ai cittadini che risiedono nei pressi del San Domenico: nella nottata appena trascorsa le urla e la “battitura”, ovvero i rumori provocati percuotendo diversi oggetti tra di loro o sulle grate delle celle, hanno fatto trasalire e tenuto sveglie numerose famiglie.

A seguito della delusione per il decreto carceri, che avrebbe dovuto “umanizzare” la detenzione, gli stessi carcerati auspicano che le loro richieste vengano considerate, per evitare che le proteste degenerino e aprendo che chi di dovere si attivi per migliorare le condizioni di detezione all’interno dell’istituto di pena della città martire.

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