Home Cronaca Delitto Mollicone: “L’omicidio di Serena è paragonabile a quello di Marco Vannini”

Delitto Mollicone: “L’omicidio di Serena è paragonabile a quello di Marco Vannini”

Lo hanno ribadito questa mattina i due procuratori generali durante la requisitoria del processo in Corte d'Assise d'Appello

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L’omicidio di Serena Mollicone come quello di Marco Vannini. Lo hanno spiegato il procuratore generale e il sostituto procuratore durante la requisitoria in corso a Roma nell’ambito del processo in Corte d’Assise d’Appello per la morte della diciottenne di Arce. “Marco Vannini era ospite in casa della fidanzata quando venne ferito da un colpo di arma da fuoco sparato dal padre della ragazza (Antonio Ciontoli ndr) e poi lasciato morire senza chiamare adeguati soccorsi”.

“L’obbligo di garanzia sorge per il titolare di un’abitazione quando ospita una persona che viene a trovarsi in una situazione di pericolo – hanno detto -, proprio perché trovandosi nella sua abitazione era in un posto dove nessun altro poteva entrare”. “Marco ha messo in pericolo la vita di Serena in un appartamento dove solo i Mottola potevano accedere e avevano l’obbligo di intervenire – scrivono i sostituti procuratori generali Deborah Landolfi e Francesco Piantoni nella memoria conclusiva -. Entrambi i genitori e lo stesso Marco avevano l’obbligo di garanzia di prestare soccorso alla ragazza che era entrata nell’abitazione di cui solo essi avevano la disponibilità e ciò non hanno fatto, anzi hanno voluto nascondere quanto era successo per evitare conseguenze penali ai danni del figlio. Ma, in questo caso, hanno anche deciso di soffocare la ragazza e quindi di ucciderla deliberatamente, per poi far sparire il corpo e ogni traccia”.

La sentenza del processo è prevista per il 12 luglio e a conclusione della requisitoria il procuratore generale Francesco Piantoni e il sostituto procuratore presso la Corte d’appello Deborah Landolfi hanno sollecitato la condanna del maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, a 24 anni, di sua moglie Annamaria, a 22 anni, e del loro figlio Marco, a 22 anni. Le richieste erano state già depositate nei giorni scorsi e sono state lette oggi in aula a piazzale Clodio.

Franco Mottola per l’accusa è “la persona che ha tenuto il comportamento più grave perché era il comandante della stazione dei carabinieri e avrebbe dovuto prendere per primo le iniziative per evitare che questa ragazza morisse. Per Marco e Annamaria Mottola chiediamo una pena un po’ più alta del minimo edittale vista la gravità della situazione. Inoltre non hanno mai ammesso le loro responsabilità e non hanno mai collaborato”. Chiesta l’assoluzione per i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano.

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