Home Attualità Da quattro mesi senza stipendio, la protesta degli operai davanti la sede...

Da quattro mesi senza stipendio, la protesta degli operai davanti la sede di Unindustria

Cassino - Una delegazione di metalmeccanici arrivata da Firenze in cerca del proprietario della loro azienda, Francesco Borgomeo

- Pubblicità -
- Pubblicità -

Tamburi e striscioni di protesta contro Francesco Borgomeo, presidente di Unindustria Cassino e proprietario di Qf, la società che controlla la ex Gkn di Campi Bisenzio (Firenze).

Una quarantina di operai arrivati dalla Toscana da questo pomeriggio stanno bloccando corso della Repubblica a Cassino. Chiedono di poter parlare con il loro datore di lavoro che, come spiega il sindacalista Massimo Barbetti della Fiom Cgil “Si è reso irreperibile e soprattutto ci ha lasciato senza stipendio dallo scorso mese di dicembre”.

L’industriale, proprietario anche della Saxa Gress di Roccasecca, l’ex Ideal Standard, ha rilevato la ex Gkn nel febbraio del 2022. “Io sono riuscito a non far chiudere la fabbrica, se io non fossi arrivato il 12 febbraio tutti sarebbero andati a casa, sarebbero stati licenziati – ha detto nel corso della commissione Sviluppo economico di Palazzo Vecchio e che si è tenuta a fine novembre del 2022-. Abbiamo fatto un accordo con istituzioni e organizzazioni sindacali: è stato firmato l’accordo per la cassa integrazione. Ho anticipato quei soldi perché per attivare quella pratica serviva tempo. Nell’accordo però si parlava di cassa integrazione, ma dal Ministero non ho ricevuto risposte: non c’è stato il coraggio di dire di no. Tutti dicono che hanno a cuore questa storia – ha aggiunto -. Ma nessuno ci ha messo i soldi. Il ministero dello Sviluppo economico, il ministero del Lavoro non hanno messo soldi, l’ho fatto io. Se tieni alla storia della Gkn ti preoccupi di tenerla viva. Le carte parlano chiaro, la cassa integrazione deve arrivare da gennaio. Io voglio la cassa che mi spetta, c’è un accordo firmato con i sindacati. Uno non può pensare di attrarre investitori di fronte a questi elementi di incertezza”.

La protesta di oggi scaturisce dal fatto che l’Inps ed il Ministero hanno dato parere negativo alla Cig e i 300 operai sono rimasti senza stipendio.

“Dovrebbe domandarsi Borgomeo per quale motivo gli è stato negato il sostegno pubblico. Forse perché non c’è un piano industriale e c’è il sospetto che la Gkn sia in fase di smantellamento – prosegue ancora il sindacato Fiom Cgil -. Certo è che da qui, da Cassino, non intendiamo andare via senza che il nostro proprietario ci abbia dato rassicurazioni in merito al nostro futuro lavorativo visto che siamo al quarto mese senza stipendio e l’azienda è praticamente sparita da ogni tavolo. E neanche oggi l’ex-advisor di Melrose si è fatto trovare”.

“La RSU e le organizzazioni sindacali si sono più volte dichiarate disponibili a collegare un ammortizzatore sociale futuro all’intervento pubblico e alla messa a disposizione dello stabilimento dei soggetti che stanno realmente progettando la sua ripartenza – si legge in una nota dell’ufficio stampa del Collettivo di Fabbrica ex GKN -. Il 20 dicembre, nel comitato di proposta e di verifica ha presentato un proprio piano di ripartenza, ma Borgomeo non c’era. E’ stato proposto un calendario di incontri tecnici per preparare l’accordistica che accompagni tale ammortizzatore, ma l’azienda si è sottratta. La Rsu ha proposto con larghissimo anticipo la convocazione del comitato di proposta e di verifica a Campi Bisenzio fornendo tre date utili tra cui scegliere: 8, 9 e 10 febbraio. E solo l’8 febbraio QF ha rotto il silenzio con poche righe: “a seguito di impegni precedentemente fissati, non riusciamo a partecipare nelle date indicate”.

“Mentre Borgomeo fugge dai tavoli e dalle sue responsabilità noi invece siamo qua. Pretendiamo rispetto per più di 300 famiglie e per un intero territorio. Saremo ovunque, in ogni angolo della nazione se necessario. Il silenzio istituzionale è ormai al limite della vergogna, permettere tutto questo o è incompetenza o accondiscendenza. Firenze è stata ancora una volta insultata e raggirata, e gli operai Gkn gli unici che la difendono. Nel frattempo va avanti la battaglia legale per gli stipendi: oggi siamo a ben 72 decreti ingiuntivi accolti. Qf intanto, invece di regolarizzare la propria posizione, cessa di pagare qualsiasi cosa. Non è arrivato neanche un euro di dicembre ed ha anche cessato di consegnare i cedolini di busta paga. Siamo al quarto mese senza stipendio”.

- Pubblicità -
Exit mobile version