Costantino Coratti, dalla Ciociaria al Tottenham: il racconto di una carriera ‘da sogno’

Il preparatore atletico del Tottenham, braccio destro di Antonio Conte, racconta la sua ascesa e ricorda gli inizi tra Sora e Frosinone

Dall’Anitrella al Tottenham, passando per Juventus, Chelsea, Inter, per la Nazionale Italiana. Un viaggio senza confini, che parte con umiltà e voglia di fare dalla Ciociaria e termina con i campi della serie A, della Champions League. È quasi una favola il racconto della carriera di Costantino Coratti – chiamato il ‘professore’ -, ma di magico ha poco o nulla. La bacchetta degli incantesimi è semplicemente una volontà ferrea, mixata a grinta, caparbietà, testardaggine. Ma anche una passione infinita, un’umiltà che contraddistinguono un’eccellenza assoluta del nostro territorio. Chi, tra i ragazzetti che oggi prende tra i piedi un pallone nel frusinate non conosce Costantino Coratti? Il concittadino illustre, braccio destro di Antonio Conte. Chi, tra la ‘vecchia guardia’, non ricorda il preparatore atletico del mitico Sora della serie C e del Frosinone? Costantino è anche un esempio virtuoso per i tanti che sognano un percorso nel dorato mondo del calcio, non necessariamente come calciatore appunto, ma come allenatore e preparatore di quei ‘fortunati’ che scenderanno in campo la domenica. Ma qual è il segreto che ha distinto la vita di Coratti? Portandolo via dalla sua terra di origine fino alla ribalta delle luci internazionali? Lo abbiamo chiesto a lui.

Come nasce professionalmente

“Ho sempre praticato sport, fin da piccolo. Amavo soprattutto giocare a pallone. Grazie a questa passione, ho scelto l’Isef come percorso di studi e mi sono trovato subito bene – racconta il preparatore atletico del Tottenham -. Mi piaceva moltissimo approfondire certe tematiche ed ero e sono talmente appassionato che forse non me ne sono neppure reso conto del percorso che stavo facendo. Però devo dire che è andato tutto bene!”

Il ricordo di Sora e Frosinone

Costantino Coratti, prima di arrivare ad essere un fidato di Antonio Conte, ha iniziato sui campi della sua provincia. Prima l’esperienza giallazzurra in serie C, poi il Sora sempre in C, poi nuovamente il Frosinone in D. Erano gli anni 90, e il pensiero a quell’epoca lo fa sorridere con un briciolo di nostalgia. “Sono stati anni intensi – commenta -, ero giovane pieno di entusiasmo ed energia. Erano tempi in cui il calcio ciociaro era foriero di idee, era sentito. C’erano tante rivalità e anche il pubblico seguiva con ardore il calcio minore. Sono state esperienze formative a 360 gradi, ‘a tutta’, sia in ambito professionale che di vita. Ho ricordi bellissimi di quel periodo”. Ma il suo cammino lo vede incrociare anche quello di un’altra figura di spicco del territorio, Davide Zappacosta, il terzino sorano conosciuto al Nazareth di Isola del Liri e poi riabbracciato nel Chelsea di Conte.

Un percorso straordinario

Ma come è riuscito Coratti, il ciociaro classe ’67, a volare dal frusinate fino al calcio ‘che conta’? “Di anno in anno ho fatto piccoli passi in avanti – spiega Costantino -. Ho saputo cogliere determinate opportunità e ho anche avuto un pizzico di fortuna nell’incontrare le persone giuste. È stato un cammino sorprendente. Ad oggi mi volto indietro e sono quasi incredulo. A partire dalle prime persone con cui ho avuto il piacere di rapportarmi in campo fino a quelle con cui lavoro oggi, ognuno ha contribuito alla mia carriera con un tassello insostituibile, ognuno mi ha dato tanto e aiutato molto”.

Due facce della stessa medaglia

La sua è una professione che in tanti vorrebbero intraprendere, un lavoro bellissimo che non è però solo luccichio internazionale e lustro, ma anche sacrificio e abnegazione. “Se parliamo come ruolo nel campo, nella squadra, nel team, il fattore secondo me più positivo dello svolgere la mia mansione è che ogni ragazzo risulta ai miei occhi uguale. Senza preferenze, ognuno va allenato al massimo delle proprie capacità e possibilità – prosegue il preparatore -. Non c’è l’onere di fare scelte o avere preferenze, sono tutti numeri uno. Il fattore meno positivo, sempre in campo, sta nel fatto che a volte può capitare di non riuscire a trasmettere ai ragazzi un insegnamento fondamentale, ossia che tutti quei sacrifici chiesti sono per il loro bene. Non comunicare tale messaggio è frustrante. Poi, per la mia figura in senso più ampio, il fattore più piacevole è girare il mondo, viaggiare, visitare posti. Allo stesso tempo, questa è anche la faccia penalizzante, perché spesso sei lontano dagli affetti e dalla famiglia. Sei sempre con la valigia in mano…”.

Un consiglio ai giovani

Sono in tanti a volerlo emulare, a diventare preparatori importanti, a calcare i suoi stessi palcoscenici. Cosa consiglia loro Costantino? “Semplice, crederci, avere entusiasmo, guardare ad ogni giorno come ad una conquista. Ciò che dico sia ai calciatori che ai miei colleghi più giovani, è che quando si fa una sessione di allenamento, alla fine devi aver migliorato qualcosa. O tatticamente, o tecnicamente, o fisicamente, o emozionalmente devi aver superato un altro gradino. Se nessun aspetto tra questi risulta implementato, allora hai fallito. Bisogna trovare, di volta in volta, sempre qualcosa da trasmettere”.

Come si distingue un vero campione

Lui, di campioni, ne ha allenati tanti. Una lista infinita tra cui Lukaku, Chiellini, Terry e chi più ne ha più ne metta. Ma cosa distingue un vero campione da un atleta ‘normale’? “I campioni si riconoscono soprattutto fuori dal campo e ti lasciano sempre qualcosa. Non solo, quindi, il gesto tecnico. Un vero campione nello sport lo è quando ha un quid in più a livello umano. Non hanno bisogno di atteggiarsi o di darsi importanza, come invece fanno quelli ‘meno bravi’ ed ho avuto la fortuna di averne allenati tanti di veri campioni”.

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Cristina Lucarelli
Cristina Lucarelli
Cristina Lucarelli, giornalista sportiva con una passione per musica, cinema, teatro ed arti. Ha collaborato per diversi anni con il quotidiano Ciociaria Oggi, sia per l'edizione cartacea che per il web nonché con il magazine di arti sceniche scenecontemporanee.it. Ha lavorato anche come speaker prima per Nuova Rete e poi per Radio Day. Ha altresì curato gli uffici stampa della Argos Volley in serie A1 e A2 e del Sora Calcio.

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