Avrebbero tentato di giustificare – in un parallelo procedimento che gli era costato il sequestro preventivo di beni – le ingenti somme di denaro nelle loro disponibilità dichiarando che fossero vincite sportive, ma le indagini della Guardia di Finanza di Verbania hanno portato a galla un sistema ben più complesso che, per l’accusa, è fatto di corruzione, accesso abusivo a dati riservati e violazione del segreto istruttorio.
Per questo, il 7 marzo scorso, i militari hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due avvocati del foro di Cassino e di un luogotenente dell’Arma dei Carabinieri in servizio nel Frusinate.
Il GIP del Tribunale di Verbania, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto la custodia in carcere per uno degli avvocati, il 60enne Alfredo Scaccia, ex Patron del Frosinone Calcio. Per il figlio Gabriele, anch’egli avvocato e per un carabiniere in servizio a Frosinone il Gip ha disposto la misura domiciliare.
I tre sono accusati di aver messo in piedi un sistema illecito che prevedeva la divulgazione di informazioni coperte da segreto istruttorio e l’accesso abusivo alle banche dati delle Forze di Polizia e della Magistratura. Il militare avrebbe fornito ai due professionisti dati sensibili relativi a procedimenti penali nei quali erano coinvolti.
Le indagini erano inizialmente concentrate su reati fallimentari che vedevano già coinvolti i due avvocati e un imprenditore di Verbania. Tuttavia, nel corso dell’inchiesta, gli investigatori hanno scoperto anche una serie di episodi di corruzione che hanno fatto scattare le misure cautelari. Fondamentale per l’accertamento delle responsabilità è stato l’esame del materiale sequestrato, tra cui documenti, dispositivi informatici e chat tra il carabiniere e i due avvocati, dalle quali emergerebbero elementi determinanti per l’inchiesta. L’indagine prosegue per chiarire ulteriormente il quadro accusatorio. Gli indagati, come previsto dalla legge, sono da ritenersi non colpevoli fino a sentenza definitiva.