“Lavoratori delle residenze socio-assitenziali del Lazio ieri in presidio presso la struttura Parco delle Rose di Roma per rivendicare il diritto ad un nuovo contratto. Dopo che la settimana scorsa si è registrato il nulla di fatto a livello nazionale nel tentativo di conciliazione, le federazioni regionali di categoria di Cgil Cisl e Uil sono scese in piazza contro le “vergognose condizioni di lavoro degli operatori delle Rsa, ostaggio da 11 anni di un contratto Aiop firmato solo da organizzazioni sindacali non rappresentative e quindi privo del giusto trattamento economico e normativo”.
Parte dunque dal Lazio la mobilitazione nazionale che, in assenza di risposte concrete da parte dell’Associazione italiana dell’ospedalità privata (Aiop), culminerà nello sciopero già proclamato per il 27 settembre prossimo in tutto il Paese.
“Quello di oggi è solo il primo passo di un percorso reso quanto mai necessario di fronte a una situazione inaccettabile”, dichiarano Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio in una nota. “Si tratta di lavoratori che durante la pandemia hanno svolto un ruolo decisivo e pagato un prezzo altissimo per tutelare la salute di tante persone in condizione di fragilità. Personale altamente qualificato che lavora in strutture private svolgendo servizio pubblico, ma senza alcun riconoscimento degno di questo nome. A queste stesse persone oggi si continuano a negare retribuzione, tutele, diritti, qualità del lavoro”.
“Questa è una battaglia che abbiamo iniziato da molto tempo, insieme alle lavoratrici e i lavoratori, per arrivare ad un contratto Aris Aiop Rsa con l’obiettivo di contrastare il dumping contrattuale che dilaga nel settore”, prosegue la nota. “Dopo il presidio di oggi, seguiranno, fin dai primi giorni di settembre, iniziative di protesta in tutte le strutture e in tutto il territorio della Regione Lazio”.
“La nostra mobilitazione non si fermerà e, se non ci saranno passi avanti, arriveremo fino allo sciopero nazionale di settembre per difendere il legittimo diritto delle lavoratrici e dei lavoratori a vedersi pienamente riconosciuta la propria professionalità attraverso un contratto che garantisca dignità, diritti e salario”, concludono Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio.