“Il rapporto dell’Ispra ha evidenziato nella nostra Nazione una crescita del 10% del consumo di suolo, con grandi differenze tra regione e regione. I perfetti Lombardi, che poi tanto perfetti non sono, detengono il primato, con oltre 290 mila ettari del loro territorio coperto artificialmente. Il Bel Paese è sott’acqua ogni volta che piove“. – Fare Verde provincia di Frosinone commenta così i dati del Rapporto.
“Gli eventi meteorologici sono sempre più estremi e più frequenti in un territorio sempre più fragile; fattori che concorrono a rendere l’Italia sempre più esposta alle catastrofi naturali. A fronte di ciò il ciclo dell’acqua si è modificato, alternando momenti di siccità ad altri in cui di acqua ne precipita troppa e tutta insieme in un clima che ha subito mutamenti notevoli e velocissimi nel tempo. Tutto questo ha un risultato: sono circa 8 milioni gli italiani esposti ad alto rischio di frane o/e alluvioni, mentre oltre il 93% dei Comuni è a rischio frane, alluvioni, erosione costiera. In una sorta di eventi catastrofici impossibili da contenere Gli episodi catastrofici, da vera e propria emergenza climatica, in oltre un secolo furono un centinaio ma negli ultimi 45 anni sono diventati 118 e sono più di venti negli ultimi 10 anni. E’ chiaro – proseguono da Fare Verde – che la concomitanza tra consumo di suolo e riscaldamento globale risulta più pericolosa nelle Regioni dove è più alta la cementificazione e quindi il consumo di suolo”.
Il Lazio supera il dato medio nazionale
“E’ il caso di dire che gli Italiani hanno bisogno di convivere con la natura in modo armonioso e in sicurezza. Le città non possono diventare trappole mortali come è accaduto in Toscana o in Emilia Romagna. Alla luce di quanto accaduto in Emilia Romagna, in Lombardia, in Toscana, in Calabria, in Sicilia e in altre regioni diventa assurdo leggere che nel Lazio è stata consumata complessivamente l’8,16% della superficie regionale, pari a 140.430 ettari. Che tra il 2021 e il 2022 c’è stato un ulteriore consumo di suolo; numeri che pongono la Regione Lazio tra le 7 che superano il dato medio nazionale di nuovo suolo consumato. I Comuni del Lazio dove è stato consumato più suolo – dopo Roma che registra 124 ha di suolo consumato- sono Viterbo con 40,49 ha e Montalto di Castro con 23,14.
Il suolo “storico” complessivo consumato a Roma è pari a 30.394 ettari, ovviamente il maggiore d’Italia per la dimensione romana, e nel Lazio al secondo posto c’è Latina con 4.256 e al terzo Frosinone con 3.008. I 3 comuni del Lazio invece, dove è maggiore la percentuale di consumo di suolo rispetto alla superficie complessiva, e quindi dove c’è più asfalto e cemento e meno verde in assoluto, sono Ciampino con il 42,6%, Anzio con il 35,1% e Frosinone con il 29,7%. E’ ora di dire basta al consumo di suolo con un intervento legislativo a saldo zero; nel frattempo è diventato indispensabile creare una task force della Regione Lazio per punire chi si ostina a costruire senza le necessarie autorizzazioni e per revocare ai Comuni inerti al contrasto del consumo di suolo ogni forma di controllo sull’edilizia privata e pubblica. Dire basta al consumo del suolo non è più un vezzo ambientalista ma una necessità per scongiurare ulteriori disastri che vengono classificati come naturali senza mai dire che dietro ogni cosa c’è la mano diretta o indiretta dell’uomo. L’essere umano cerca, in una missione impossibile, di modificare la natura quando invece ci potrebbe convivere in armonia. Le soluzioni impossibili che in tanti si ostinano a cercare derivano esclusivamente dalla vanagloria, dalla mania di grandezza e dal mancato rispetto per l’Ambiente”. – Concludono da Fare Verde.