C’è qualcosa che stride nella sinfonia corale del centrodestra. Una sinfonia che fa emergere le evidenti spaccature di chi ha vinto le elezioni. La dimostrazione sta nel fatto che Memmo Marzi, dopo aver tirato fuori uno spartito da ‘Trillo del Diavolo’, ha fatto capire a chiare note che cantanti e suonatori dei banchi di governo non hanno un unico spartito: i civici seguono un repertorio mentre i partiti un altro. E anche tra FI, Lega e FdI ci sono visioni contrastanti. Davvero curioso, però, che nessuna mente eccelsa dell’amministrazione Mastrangeli abbia pensato che il centrosinistra si sarebbe presentato in aula con un boccone avvelenato. La richiesta di votare la mozione a favore del governo Draghi era una trappola studiata a tavolino per mettere in risalto le evidenti divisioni politiche della coalizione che ha vinto le elezioni.
E allora, in virtù di quanto accaduto nel corso del primo consiglio comunale, c’è da domandarsi che cosa accadrà quando in aula arriveranno pratiche importanti relative ai lavori pubblici o all’urbanistica. Il rischio che il centrodestra corre, se procederà alla stessa maniera, è quello che la legislatura galleggi, magari anche fino alla scadenza, ma in maniera disonorevole.
È di tutta evidenza, infatti, come il clima di campagna elettorale sia entrato prepotentemente anche nell’aula consiliare. Necessario, pertanto, per Mastrangeli chiarirsi con i suoi sul modo di agire. Perché sui banchi opposti, se qualcuno non l’avesse ancora capito, si spara alzo zero.