Gli auguri di San Silvestro, nel Pd ciociaro, sono arrivati insieme alla conferma che la componente di Area Dem (ed evidentemente anche quella silente di Elly Schlein alleata della prima) intende andare avanti a testa bassa nella fase congressuale, nonostante le 6 dimissioni su 11 tra i membri della commissione che di congresso – appunto – si sarebbe dovuta occupare. Il segretario del Pd Lazio, Daniele Leodori, in una algida paginetta di informazioni dirette ai segretari dei circoli dem della Ciociaria, ha ricordato che “a norma del Regolamento Nazionale del Tesseramento e del Regolamento per i Congressi provinciali, il 31 Dicembre è l’ultimo giorno per iscriversi al PD per l’anno 2024. Le tessere compilate, i file elettronici degli iscritti e i connessi pagamenti potranno essere restituiti, pena la non validazione delle stesse, nei giorni 7 e 8 Gennaio 2025 presso la Federazione di Frosinone fra le 17 e le 20. Saranno presenti il Tesoriere della Federazione provinciale di Frosinone Vittorio Save Sardaro e il Tesoriere del Pd Lazio Emiliano Pittueo. Ti auguriamo buon lavoro e ti inviamo fraterni saluti e auguri per un buon 2025″. Insomma Leodori intende dare il via alla validazione di un tesseramento che non pare avvenuto con i crismi del rispetto delle regole del partito e della trasparenza, se 6 commissari – tra i quali il presidente di commissione – questa violazione regolamentare l’hanno denunciata. Del resto basterebbe rispondere ad una semplice domanda per comprendere quanta effettiva confusione abbia innescato l’arrivo a Frosinone – il 23 dicembre scorso – del responsabile dell’organizzazione regionale Ferro, con un pacchetto di 1400 tessere, distribuite senza criterio e senza tracciabilità (stando almeno a quello che sostengono i dimissionari). Ed ecco la domanda delle domande: quante tessere sono in circolazione in provincia? La risposta, secondo i ben informati, è che nessuno lo sa. Nessuno sa né quante ne sono state diffuse e neppure quante siano state concretamente sottoscritte. Ma il bello è che nessuno conosce con esattezza i nomi delle persone alle quali sono state date le tessere giunte nella federazione dopo l’assegnazione di quelle verbalizzate dalla commissione congresso. Poi non va dimenticato che c’è un’alleanza contrapposta a quella Dem (De Angelis) – Schlein (Grossi): quella formata da Rete Democratica (Battisti) e Area Riformista (Pompeo) che a quel che è accaduto non intende soggiacere. Parliamo di un’aggregazione accreditata della maggioranza degli iscritti e proprio da questa presunta o ipotetica supremazia sarebbe nato il “blitz” realizzato dal Pd regionale. In questo clima di contrapposizione dura tra i due fronti, e di assenza di un organismo riconosciuto dai protagonisti che venga designato a traghettare il partito al congresso, come si fa a far finta che l’assemblea provinciale possa svolgersi normalmente ed ordinatamente, all’indomani di una burocratica validazione dei tagliandi con relativo conteggio delle quote introitate dal partito?
Mezzo partito denuncia irregolarità che l’altra metà dice di non vedere
Un mistero molto buffo visto che parliamo del partito che dovrebbe dare l’esempio agli altri di come potrebbe tornare a funzionare una democrazia con solide radici nella base degli iscritti. Qui di base, invece, se ne vede poca. Si vedono solo i capi di aree che si posizionano sul terreno di una possibile “conta” ed un Pd regionale che si mobilita su cose diverse dal vero nocciolo della questione: l’irregolarità che va rimossa e la piena tracciabilità dei tesseramenti che va ristabilita. Perché se c’è metà partito che pensa che l’irregolarità esista, non si può dare ascolto solo all’altra metà del partito, che questa “problematica” non la vede. Bersani direbbe che la “mucca è nel corridoio” e sarebbe ora che anche il segretario del Pd Lazio si decidesse a farla riportare nella stalla. Oppure potrebbe essere la segretaria Schlein ad aprire bene il 2025, dando prova di coerenza con le cose dette sul Pd che deve cambiare, sancendo dal livello nazionale un commissariamento con rinvio a giorni meno nebbiosi della fase assembleare. Ma le opzioni restano diverse ed ognuno dei protagonisti sta giocando la sua partita, come direbbero i fini analisti, “a fari spenti”. Sul fronte delle polemiche politiche bisogna accennare a due scambi registrati tra Natale e Capodanno. Il primo vede protagonista il sindaco di Cassino (Area Dem) che ha diffuso un documento sottoscritto da altri 14 primi cittadini (in rappresentanza del 14% della popolazione provinciale) e due consiglieri provinciali, in cui si sottolinea come gli amministratori siano “parte viva e attiva del Partito Democratico, quella parte che respira il territorio ogni giorno”. La conclusione è tutta favorevole alla spinta a fare adesioni il più possibile (la commissione congressuale sarebbe stata evidentemente secondo i firmatari della nota quanto meno restrittiva nei suoi criteri): “Nelle ultime settimane abbiamo fatto sentire la nostra voce, chiedendo con forza di abbandonare pratiche di tesseramento cervellotiche e distanti dalla realtà del nostro territorio. Abbiamo chiesto di favorire, e non ostacolare, l’adesione al PD, nella convinzione che solo un consenso ampio e diffuso possa portare alla nascita di una nuova classe dirigente, capace di guidare il partito con competenza e visione, rompendo con le vecchie logiche delle consorterie precostituite”.
“L’unica narrazione negativa è quella di chi infrange le regole”
“Abbiamo letto con grande attenzione la nota di alcuni Sindaci del nostro Partito in merito a quanto sta accadendo sulla fase conclusiva del tesseramento in Provincia di Frosinone. Come loro, da Sindaci, amministratori e gruppo dirigente di questa provincia, altrettanto impegnati nella soluzione dei problemi reali che attanagliano le nostre comunità, quotidianamente vicini ai nostri concittadini che da sempre ci hanno visto militare dalla stessa parte politica, abbiamo a cuore il nostro partito e il suo radicamento sul territorio”, hanno replicato a stretto giro sindaci, amministratori, segretari di Circolo, sottoscrivendo un documento politico – firmato in primis da Sara Battisti ed Antonio Pompeo – in cui si chiede a Schlein e Leodori di “ripristinare le regole della comunità politica che tutti sono chiamati a rappresentare per il bene dei cittadini”. Da sottolineare la stilettata che fa balenare la lontananza di alcuni dalla vita del Pd, salvo poi magari utilizzarlo quando serve ai progetti politici dei singoli: “Forse una presenza poco costante all’interno della vita del Partito Democratico porta a dire inesattezze e a legittimare comportamenti inaccettabili che, ricordiamo, sono stati già attenzionati, come avvenuto in altre parti d’Italia. Per questo anche noi ci appelliamo alla Segretaria Nazionale e al Segretario Regionale, affinché si condanni quanto avvenuto il 23 dicembre”. La conclusione: “Ci avrebbe fatto immensamente piacere che la nota dei colleghi e dei compagni di partito fosse voce unanime nel respingere gli abusi commessi a danno esclusivo della grande comunità politica del PD della Provincia di Frosinone. L’unica narrazione negativa è quella portata avanti da chi infrange le regole. Noi, che lavoriamo ogni giorno per allargare la base elettorale e avvicinare le giovani generazioni, sempre più disilluse da una politica fatta di solo tatticismo e che non lascia loro spazio, siamo impegnati in una discussione vera che vuole affrontare i problemi della vita reale delle persone, in una provincia in cui il tema del lavoro, dell’ambiente e della salute sono drammaticamente dirompenti a causa delle politiche di una destra non all’altezza della situazione. Il partito siamo tutti e il partito saremo tutti anche dopo l’elezione di un nuovo gruppo dirigente, questo è bene ricordarlo sempre perché la battaglia politica interna non può minare la battaglia politica più complessiva di rappresentanza dei bisogno delle cittadine e dei cittadini”.