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Comune di Frosinone, ecco perché il sindaco Mastrangeli deve porsi anche il problema politico

Il primo cittadino punta tutto sull'attuazione del programma per tenere insieme la maggioranza. Ma la questione partitica non è marginale

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La maggioranza che sostiene il sindaco Riccardo Mastrangeli (composta da 17 consiglieri comunali sui 33 dell’assise civica) ed ancor più, personalmente, il primo cittadino si avviano verso un autunno che sarà amministrativamente significativo ma politicamente incerto. Di sicuro Mastrangeli – come aveva ribadito anche nell’intervista video concessa a Frosinone News – ha, nei due mesi passati, condotto una verifica di maggioranza incardinata sugli obiettivi programmatici della sua amministrazione. Mandando volutamente in secondo piano le tematiche politiche collegate all’assetto partitico che ha garantito la vittoria alle elezioni comunali. Una impostazione andata in buona parte in frantumi, con l’unica eccezione di Fratelli d’Italia che ha visto una presa di distanze da parte del solo Sergio Crescenzi (sempre più battitore libero pur restando all’interno del perimetro di governo). Ma a preoccupare per la tenuta, in prospettiva, della coalizione è quel che è accaduto, ad esempio, con la dichiarazione di appoggio esterno prima di Forza Italia coi consiglieri Pasquale Cirillo e Maurizio Scaccia e poi di altri due esponenti provenienti proprio dalla Lista Mastrangeli: Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella, e del leghista Giovanni Bortone. A questo si aggiunge la nascita – ai limiti della coalizione di governo ma con una traiettoria potenzialmente centrifuga – del Gruppo Futura composto da Francesco Pallone (ex lista Mastrangeli) e da Teresa Petricca e Giavambattista Martino entrambi ex lista Ottaviani. Insomma Lista del sindaco scomparsa. La consigliera comunale Cinzia Fabrizi (ex Forza Italia) potrebbe entrare nella Lista Ottaviani così come l’assessore al Bilancio, Adriano Piacentini, anche lui ormai distante dagli azzurri. Come si vede la mappa politica è mutata ma l’amministrazione Mastrangeli tiene la barra dritta facendo (politicamente parlando) finta di niente.

Dalle elezioni ad oggi del tutto mutata la mappa della coalizione

La domanda delle domande riguarda la tenuta di una coalizione che ormai pare attaccata essenzialmente alla realizzazione del programma di governo, mentre la connotazione politica di centrodestra appare sempre più secondaria e problematica. Non certo perché altri partiti o schieramenti stiano esercitando attività di avvicinamento ai vari esponenti, quanto per i segni di una frattura interna che potrebbe arrivare al collasso. Se – almeno fino ad oggi – non fosse per il primo cittadino e per la sua centralità nel governo della città anche nel solco della continuità del programma delle opere ereditate dalla giunta Ottaviani (esecutivo in cui Mastrangeli era a sua volta figura forte, con la gestione del Bilancio e del piano di rientro, tra debiti fuori bilancio no stop e sforzi per tenere sotto controllo gli equilibri finanziari).

L’accelerazione dallo Scalo al Brt, fino all’ascensore inclinato

Ma possiamo dire che il collante dei risultati amministrativi è destinato per ora a funzionare. Il 28 agosto si parte con l’inaugurazione della nuova Piazza Turriziani, un anfiteatro da mille persone. “Diventerà il salotto della Ciociaria, con panorama meraviglioso”, ha sottolineato il primo cittadino, ringraziando, tra gli altri, gli assessori Angelo Retrosi e Rossella Testa. Ci sarà un’accelerazione a settembre anche per la grande piazza dello Scalo con le piantumazioni, che col grande caldo era impossibile eseguire, ed il completamento degli interventi per l’arredo urbano. Si dovrà per forza correre anche con il Bus Rapid Transit. Entro dicembre l’infrastruttura dovrà essere completa e rendicontata: si tratta della pista sulla quale viaggeranno i bus elettrici, delle sei stazioni di sosta con relative pensiline e delle due stazioni di ricarica elettrica con tutti gli impianti e allacci necessari. Dal punto di vista procedurale resta da definire se le modifiche apportate dai progettisti – anche a seguito della seduta consiliare aperta ai cittadini di fine luglio – consistono in semplici varianti in corso d’opera o se si concretizzeranno in una variante sostanziale. Altro appuntamento previsto entro la fine dell’anno in corso, è quello con l’inizio dei lavori all’ascensore inclinato. Verrà smantellato completamente il vecchio impianto e saranno attivati due ascensori in duplex con una portata di 420 persone l’ora. Il vicesindaco Antonio Scaccia ha sottolineato i 3 milioni e mezzo di euro di fondi provenienti dal PNRR per rendere efficiente e adeguato il collegamento fra centro storico e città bassa. Tutti i progetti citati per questa ripresa autunnale rientrano nel pacchetto di opere – da 30 milioni di euro – che la giunta Ottaviani aveva approvato, progettato e in buona parte appaltato. Frosinone sta rispettando i tempi previsti nel cronoprogramma concordato a suo tempo col Ministero degli Interni. Del resto i progetti del capoluogo sono tra quelli che la cabina di regia nazionale dirottò sul Pnrr proprio perché in fase avanzata e destinati a raggiungere il completamento disponendo già di risorse spendibili.

La sfida per la nuova città richiede un assetto partitico solido

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Ora, al di là delle opere e dei progetti pubblici e privati da 100 milioni di euro in movimento nel capoluogo, appare chiaro come il futuro di Frosinone non derivi più dal passato di centro nevralgico dell’aggregato industriale di maggior rilevanza del centro-sud Italia. Le prospettive del capoluogo che verrà, devono essere costruite in condizioni economiche e sociali di crescente difficoltà per il graduale processo di deindustrializzazione. Quindi il ruolo di una buona politica torna ad essere decisivo ed illuminante. Un grande capoluogo dei servizi, capace di attirare investimenti e di movimentare persone e merci con una logistica adeguata, nasce dalla visione di una nuova città in grado di produrre ricchezza e benessere per tutto il territorio che le gravita attorno. Ecco perché Mastrangeli, probabilmente, dovrà presto porsi il problema di governare anche politicamente il Comune capoluogo, ente che non ha molta strada da percorrere ancora, senza una prospettiva politica solida sulla quale basare la competizione sempre più dura con altri territori e città. Il caso Latina, tra Camera di Commercio, sanità, infrastrutture e uffici territoriali la dice già lunga sulla necessità di polarizzare risorse, a partire dalla concretizzazione del progetto di città intercomunale. Il centrosinistra appare ancora nello specchietto retrovisore e non in grado di sorpassare. Ma la finestra di tempo disponibile potrebbe ridursi, al di là dei candidati che il centrodestra penserà di affiancare o meno al sindaco uscente. Pd, M5S, Avs, Iv e Azione potrebbero perfino scoprire che l’unione fa la forza. Mentre Fratelli d’Italia fa i conti con la classe dirigente da far crescere, la Lega studia cosa fare del centro e del sud del Paese e Forza Italia tira la giacca a tutti per avere più visibilità.

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