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Comune di Cassino, Salera fa il “francescano” anche se Buongiovanni è il vero “mistico”

Proclamati gli eletti in Consiglio comunale, il sindaco Salera ha avviato le consultazioni per formare la giunta. I rebus del centrodestra

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Pace e bene fratelli: il sindaco Enzo Salera sta indossando in questi giorni – seguiti alla clamorosa vittoria per il secondo mandato – gli inediti (per lui) panni francescani tesi al superamento dei conflitti e delle tensioni. Perché in maggioranza, sulla formazione della giunta, i nervi stanno decisamente saltando. L’incontro con i componenti della lista Salera sindaco, ieri sera, doveva servire a smussare la principale delle spigolosità: quella legata all’attribuzione della delega di vicesindaco. Del resto i tempi stringono perché la commissione elettorale ha concluso ieri il suo lavoro con la proclamazione del nuovo Consiglio comunale: ora entro dieci giorni va convocata l’assise che deve tenersi – effettivamente – nella decade successiva.

Proclamati gli eletti si corre verso la prima seduta consiliare

L’unica cosa certa è che Barbara Di Rollo, regina delle preferenze, tornerà alla presidenza del Consiglio comunale. Quanto alla scelta degli assessori e, soprattutto, alla conferma degli uscenti si sa poco. Perché prioritaria è l’individuazione del vicesindaco. In proposito si dovrebbe procedere col manuale Cencelli che alla fine punta ad accontentare tutti. Il problema è che il secondo dei più votati – Edilio Terranova – essendo capogruppo di Salera Sindaco non può ricoprire l’incarico. Anche il dem Gino Ranaldi (terzo degli eletti) è fuori dalla designazione del numero 2 dell’amministrazione, avendo il Pd già in quota la presidenza del consiglio. Teoricamente il vicesindaco potenziale dovrebbe essere l’assessore uscente Pierluigi Pontone che arriva dalla seconda lista per voti: PartecipiAmo Cassino. Salera, inoltre, si trova nell’infelice posizione di essere tirato per la giacchetta da tutte le parti. Infatti i primi non eletti che premono per entrare in Consiglio – chiedendo che il sindaco scelga l’esecutivo tra coloro che sono già in assise e non all’esterno – sono tutti esponenti con un alto numero di preferenze: dall’avvocata Mercedes Galasso di Salera Sindaco all’ex consigliere Fabio Vizzacchero del Pd, dalla consigliera uscente Francesca Calvani di PartecipiAmo Cassino all’assessora uscente Monica Capitanio. A questo va aggiunto il rebus di Demos dove il leader locale e provinciale ed assessore uscente ai Servizi sociali, Luigi Maccaro, è giunto solo secondo dei non eletti. Ma tutti devono pregare – nel senso letterale del termine – perché “padre” Enzo – che ha avviato nelle scorse ore incontri faccia-a-faccia con i più votati e coi capogruppo delle liste – conservi l’attuale stato di grazia e non rispolveri la vera indole da decisore con la formazione del governo già chiara in testa e slegata da troppe carinerie e convenevoli.

L’umiliante risultato di FdI, Fi e Lega evidenzia i voti a Sebastianelli

Difficile, invece, capire cosa accadrà all’opposizione dopo una sconfitta per molti versi umiliante specialmente dei partiti principali del centrodestra. Abbiamo già descritto su queste pagine l’indecoroso afflosciamento di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia nel passaggio dal voto europeo a quello comunale. Di fronte a questa debacle conservano una loro innegabile dignità i 2700 voti del “civico” Giuseppe Sebastianelli, molti più della somma dei primi due partiti della coalizione di Buongiovanni, FdI e Fi. C’è appunto Arturo Buongiovanni che bisogna capire cosa farà dopo il trattamento ricevuto. Ha detto che vuol portare avanti con la nota pacatezza il suo compito e che intende perfino dialogare costruttivamente con la maggioranza. Cose che appartengono veramente ad un profilo inedito per la Sala Di Biasio, sembrando quelle di un mistico e un pellegrino calato nel deserto relazionale della politica senza borracce e crema solare. Auguri vivissimi.

Tra la narrazione forzista e lo choc leghista ci sono carriere politiche finite

Ma le macerie stanno nel centrodestra che ha dimostrato in maniera disarmante come le grandi adunate e parate dei leader nascondano dietro in buona parte folle clientelari utili nel momento del sostegno ai soliti noti. Mentre le ferite, i veleni e le spaccature generate dalla caduta del sindaco Carlo Maria D’Alessandro nel febbraio 2019 stanno ancora tutti lì, senza che nessuno si sia preso la briga di disinfettare, riassorbire, far rimarginare. Oggi Forza Italia prosegue nella narrazione della vittoria europea di Rossella Chiusaroli – che ha fatto eleggere il fratello in Consiglio comunale – mentre il gesto magnanime di accogliere Anna Rita Terenzio s’è visto che vale il posto di prima dei non eletti. La Lega è sotto choc per la mancata elezione di Mario Abbruzzese che – come il collega di tante operazioni politiche condivise, il coetaneo dem Francesco De Angelis – pare giunto alla fase non più ascendente della sua lunga corsa politica. Perché certe storie sono parallele in tutto. O quasi.

La reazione in Fratelli d’Italia che va verso un commissariamento

L’unico partito che pare covare una reazione per quel che è accaduto è Fratelli d’Italia, il cui 7,19% cittadino ha pure abbassato la media provinciale giunta al 33,69% e mandato a sacramentare i “fratelli” terribili Ruspandini e Maura. Al fallimento locale stanno mettendo mano dirigenti del territorio, a partire dai consiglieri comunali Alessandro Vincitorio (Piedimonte) ed Antonio Cardillo (Pignataro Interamna). Durante la fase elettorale è emersa all’interno dei meloniani anche l’attività organizzativa del sindacalista Vincenzo De Nisi. Ma di certo non è facile operare sul tessuto quasi necrotizzato di un partito in cui le contrapposizioni personali hanno dominato ogni cosa e determinato ogni insuccesso. Poco ha da contrapporre ad un commissariamento possibile imposto da Frosinone il massimo dirigente cittadino, Gabriele Picano. Crollo dei consensi a parte, sulle preferenze pesa anche l’incredibile riscontro del voto disgiunto tra aspiranti consiglieri comunali meloniani e sindaco Salera. Cosa verificata nei seggi anche per una nota esponente leghista. Ma si sa, la politica è sempe un po’ commedia dell’arte: si indossa la maschera per nascondere ciò che veramente si è. O si fa.

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