Comune di Cassino, al sindaco non resta che il destino di “Cattivissimo me”: sfidare se stesso

Secondo consiglio comunale per il confermato sindaco di Cassino che porta a casa senza problemi l'ok a linee programmatiche e tariffe Tari

Per fortuna che Giuseppe Sebastianelli aveva bene o male inquadrato il problema: “Qui dentro c’è l’80% di consenso dei consiglieri per lei, sindaco. Se io ed Evangelista dobbiamo andare via, ditecelo. Ma questo è un consiglio comunale non un consiglio di amministrazione: la città ha bisogno di maggioranza ed opposizione”. Se non fosse che, poi, il civico di minoranza è caduto nella trappola della collaborazione a chiacchiere, stesa da un Salera insolitamente inclusivo e comprensivo, ed ha proposto le sue idee elettorali: a partire dal museo dell’auto all’ex concentramento per proseguire con l’istituzionalizzazione della sagra della polenta. Così Franco Evangelista, a conti fatti, s’è ritrovato a reggere da solo il moccolo di chi, coerentemente, cerca di fare lo sporco lavoro del controllore dei manovratori, prendendo schiaffi dai pasdaran della maggioranza consiliare – più saleriani di Salera senza ovviamente esserlo davvero – ed isolato dall’opposizione, che intanto si sperticava in salamelecchi e attesati di stima e di condivisione rivolti al primo cittadino.

“Siamo un consiglio comunale non un cda, serve un’opposizione”

Il resoconto della seconda assise della consiliatura conferma la “grande noia” di un consesso appiattito e ancora scioccato dal 60 per cento di consensi incassato da Salera, evidentemente grazie anche alla inerte compiacenza dei signori del centrodestra che hanno sgonfiato non casualmente le loro liste. Cosa che appare oggi corroborata proprio dagli atteggiamenti consiliari. Eppure il primo cittadino ha portato in assise due cose sulle quali non era proprio così complicato dissentire: le linee programmatiche che sono state stilate col copia e incolla dei piani del 2019 rimasti inattuati, come sottolineato a più riprese durante la seduta e come nella sostanza ammesso dallo sesso primo cittadino, e l’aumento del 2% circa delle tariffe Tari. Uno che voglia onorare lo spirito di quanti l’hanno sistemato col loro voto nell’urna in minoranza, sa come prendere le distanze da entrambe. Ed invece no. Ad eccezione del citato Franco Evangelista e di qualche barlume sebastianelliano, per il resto c’è stata assenza pressoché totale di spirito critico. Illuminante la vicenda del mercato coperto che il leader del centrodestra, Arturo Buongiovanni, prima della tornata amministrativa non aveva trovato di meglio che piazzare per la ricostruzione proprio al centro dell’unico parcheggio non a pagamento della città, oltretutto utilizzato quotidianamente dai pendolari della Cassino-Roma. Una genialata accolta nelle linee programmatiche di Salera senza battere ciglio.

Linee programmatiche e incremento Tari condivisi dalla minoranza

Buongiovanni non ha dato peso alla cosa ma ha solo chiesto più verde in Piazza Labriola azzardando l’ipotesi di modifica del progetto di ristrutturazione e auspicando “approfondimenti, condivisione e individuazione di un terreno d’incontro tra maggioranza e minoranza”. Per il resto s’è dedicato, e come poteva essere altrimenti, alla 194, alla tutela della vita, alla libertà di non abortire, ri-citando Bobbio e dando il suo pure a Madre Teresa di Calcutta. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Silvestro Petrarcone non ha risparmiato accortezze e delicatezze terminologiche per dire che, in fondo, lui sarebbe stato più diretto nel disegnare le strategie culturali e turistiche della città ma che, non si dica mai che abbia neppure lontanamente pensato che le iniziative del sindaco, in vista delle celebrazioni dei 1500 anni dell’abbazia, non andranno in porto. Anzi, il contrario!

Il rimpianto per quelle sedute al curaro che scorreva con De Sanctis

Insomma c’è da rimpiangere il Salera della prima consiliatura che ha messo del suo nell’alimentare un clima di velenosa e rancorosa polemica contro l’ex leader dei no Acea, Renato De Sanctis. Almeno c’era da restare svegli nel seguire il dibattito e magari si scopriva qualcosa di davvero interessante che non era manco all’ordine del giorno. Ma ormai siamo ufficialmente nella consiliatura al cloroformio in cui Salera – sedicente sindaco migliore di sempre – ha vinto e convinto l’elettorato, ha perfino risanato i conti comunali – argomento sul quale torneremo per comprendere a quanto ammonta il debito che i cassinati dovranno ancora pagare per i prossimi lustri – ed è diventato finanche buono e comprensivo. Perché questo Salera bis – e speriamo proprio di sbagliare – sembra ricalcare la storia di Cattivissimo Me 3, in cui Gru incontra Dru, gemello di cui ignorava l’esistenza: è ricchissimo, ha i capelli biondi e setosi. Insomma un cattivissimo che deve vedersela nella sostanza con se stesso, ma diventato un inatteso buonissimo.

Il sindaco batte i pugni a Frosinone e pretende la bozza dell’atto Asl

Andando alla sostanza del Consiglio comunale vanno sottolineate le vere novità che riguardano pima di tutto la sanità. Il primo cittadino ha preteso dall’assemblea provinciale dei sindaci, e ottenuto dal presidente e sindaco di Frosinone, Mastrangeli, di avere la bozza dell’atto aziendale prima di esprimere un parere. “Ho bloccato l’adozione dell’atto aziendale di oggi (28 giugno – ndr) perché non ci era stato illustrato. Abbiamo chiesto, anche a nome degli altri sindaci del territorio, una bozza affinché potessimo approfondire cosa è previsto per il Santa Scolastica. Altrimenti non avremmo partecipato alla votazione. Se guardiamo i numeri di accesso al Pronto Soccorso e le prestazioni del nostro ospedale, notiamo che sono quasi pari a quelli di Frosinone, nonostante un numero inferiore di oltre il 50% del personale sanitario. Poi casi di malasanità, che ci sono in tutta Italia, e la situazione del Santa Scolastica non è tutta da criticare come dicono alcuni”.

Di Mambro dà l’esempio: difesa dell’ospedale a prescindere dal partito

L’argomento ha messo in primo piano anche l’intervento di Carmine Di Mambro, consigliere del centrodestra ma soprattutto attivista per la buona sanità e contro l’inquinamento che mina la salute pubblica: “Ho combattuto ferocemente per tutelare il nostro ospedale anche contro la presidente del centrodestra Renata Polverini, la peggiore a capo della Regione Lazio. Ma dopo di lei ci sono stati dieci anni di Zingaretti che a Cassino hanno dato poco e niente. Il fatto è che quando denunciavo la situazione e prendevo posizione critica in vista della chiusura o della limitazione di qualche servizio, lei sindaco mi diceva che facevo allarmismo. E poi i tagli si verificavano puntualmente. Adesso lei propone una commissione speciale sulla sanità ed io sono contento perché nel frattempo ci ritroviamo un ospedale da campo, altro che Dea di primo livello”.

Forza Carmine, resisti alla magalofobia: la paura delle cose grandi come il 60% dei voti a Salera. Sintesi numerica dello stato delle cose. Sulle linee programmatiche pronunciano il sì in 14 e 9 contrari. Sulle tariffe Tari la maggioranza sale a 17, i no sono 6 e Sebastianelli si astiene.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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