Più veloce di tutti. Più veloce anche di ogni timore o paura. Lorenzo Germani ha sbaragliato la concorrenza negli ultimi Campionati Italiani Under 23 di ciclismo. In Lombardia, nel varesotto, il ciociaro si è imposto sui suoi pari età alzando le braccia al cielo e urlando la sua gioia. Il passista scalatore – che corre per il team francese Continental Groupama FDJ – si è piazzato davanti Walter Calzoni, Emanuele Ansaloni e Alessandro Romele. E il suo entusiasmo ha travolto anche la sua terra di origine. Tantissimi i messaggi che hanno invaso i social per il campioncino di casa nostra. Nato a Sora nel 2002, Lorenzo ha vissuto a Roccasecca. Ha studiato al Liceo Scientifico ma ha completato il percorso scolastico ‘in trasferta’, a Massa, in Toscana. Dove in sella alla sua fidata bici si è involato sulla strada del futuro. Nonostante questa vittoria di prestigio, il ventenne tiene i piedi ben piantati a terra. Un ragazzo umile, senza grilli per la testa. Pragmatico, come pochissimi alla sua età. Noi lo abbiamo sentito per farci raccontare il suo ‘momento d’oro’. E per conoscere meglio e far conoscere al pubblico, l’esempio di un giovane atleta dal volto pulito e con grinta da vendere.
Hai vinto i Campionati Italiani Under 23 con un assolo pazzesco. Cosa hai provato al traguardo?
“E’ stata una grandissima emozione. Lo scorso anno non ero mai riuscito a vincere. Quest’anno ci ero andato vicino ma ancora non avevo coronato il sogno. Vincere un Campionato Italiano può essere solo un forte motivo di orgoglio e di sprono a fare sempre di più!”.
Come hai gestito la gara?
“La gara inizialmente è stata molto controllata, senza particolari movimenti e attacchi. C’era una fuga ma non impensieriva il gruppo. Ho avuto solo il timore di non arrivare allo sprint proprio per l’andamento così controllato. Allora ho deciso di anticipare, magari forzando anche, scattando forse troppo presto, ma alla fine è andata benissimo così”.
Come ti sei preparato al campionato?
“Ammetto di non aver fatto una preparazione diversa dal solito perché, fortunatamente, venivo da un’ottima condizione fisica e ne ho approfittato. Ho continuato a svolgere il mio training di routine, sempre con impegno e sacrificio, ma non ho dovuto cimentarmi in allenamenti particolari”.
C’è qualcuno a cui dedichi questa vittoria?
“Devo ringraziare moltissimo i miei due amici Joele e Cristian che mi hanno sempre accompagnato e mi sono stati vicino in ogni occasione. Sono felice di aver condiviso con loro questa esperienza meravigliosa. E sicuramente alla mia famiglia, che oltre a supportarmi in qualsiasi circostanza, mi ha permesso di fare delle esperienze fondamentali per la mia maturazione”.
Come è nata la tua passione per il ciclismo? C’è un episodio in particolare che ha scatenato questo ‘amore’?
“Ho iniziato ad andare in bici quando avevo circa 9 anni insieme a mio padre Maurizio. Avevo smesso di giocare a calcio, lui aveva iniziato da qualche mese e mi ha proposto di provarci. Perché no? E così è iniziata questa avventura. Ammetto che non è stato un ‘colpo di fulmine’. All’inizio non mi aveva preso moltissimo, invece, con il passare del tempo, mi ha sempre più coinvolto. Fino ad arrivare ad oggi che è diventata la mia stessa vita”.
Qual è stato il tuo percorso di crescita e la tua carriera?
“Ho iniziato con una squadra locale di amatori per poi passare da esordiente alla Civitavecchiese, quindi alla Velosport di Ferentino con cui ho fatto le prime esperienze in giro per l’Italia. Ai tempi della Juniores sono passato ad una squadra toscana, la Work Service, mentre lo scorso anno mi sono affiliato al team francese Continental Groupama FDJ, con cui sono tuttora”.
Quali sono le qualità fondamentali per un ciclista?
“Costanza e determinazione. Anche e soprattutto nei momenti più difficili, bisogna sempre crederci e mai mollare”.
Come ti definiresti come ciclista?
“In Francia mi avevano preso come scalatore. Io non ne sono mai stato sicuro, mi reputo più che altro un corridore per corse dure, ma non con salite da un’ora. Strappi non troppo brevi e gare che alla fine
diventano selettive. Mi piace quando rimaniamo in pochi”.
Sogni nel cassetto?
“Sono un ragazzo molto pratico, ambizioso ma non sognatore. Continuerò a dare sempre il mio 100% in questo sport e poi…vedremo. Tra qualche anno tireremo le somme”.