Quanti monaci hanno abitato la Certosa di Trisulti dalle origini ai primi anni del secondo dopoguerra, quando i certosini abbandonarono il convento per essere sostituiti dai cistercensi? Da dove venivano, quale era il loro ruolo all’interno della piccola comunità di preghiera e lavoro formatasi, a partire dal XII secolo, nel monumentale complesso monastico sorto ai piedi dei Monti Ernici?
Le risposte a queste domande arrivano adesso da uno studio firmato dal professor Lucio Meglio, sociologo docente all’Università di Cassino. Seguendo il metodo di ricerca proprio della prosopografia religiosa l’autore ricostruisce il Catalogo dei monaci e conversi di Trisulti ordinandoli cronologicamente in base all’anno di morte e, dove questo non sia stato possibile, per anno di professione. Riacquistano così un nome, se non una vera e propria identità, i 699 religiosi che nel corso dei secoli hanno dedicato la propria vita alla contemplazione divina nel “deserto” dei Monti Ernici e che con la loro opera silenziosa, senza ostentazione e con la forza tacita dell’esempio, hanno guidato, confortato, assistito la popolazione di questa zona nel cuore del Lazio più nascosto.
Il volume è arricchito dall’elenco delle monache certosine originarie della provincia di Frosinone e dall’inedita cronaca del tragico attentato del novembre 1945, verrà presentato sabato 27 luglio, alle ore 10:30, presso la sala conferenze del Palazzo Innocenziano della Certosa di Trisulti, dall’autore, il Prof. Lucio Meglio. Introduce i lavoro l’avv Maria Elena Catelli, esperta di arte sacra e presidente della rete “Trisulti Bene Comune”.

La presentazione è promossa dal Dipartimento di Scienze umane, sociali e della salute dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale e dalla Rivista ADIS in collaborazione con l’Associazione Gottifredo e la Rete Trisulti Bene Comune.