Tra il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ed il coordinatore regionale di Forza Italia, Claudio Fazzone, è arrivato il giorno del chiarimento e della possibile svolta nei rapporti interni al centrodestra al governo della Regione Lazio ma anche a Frosinone, città al centro di una prolungata verifica di maggioranza. Nel capoluogo ciociaro, come in via Colombo, gli azzurri si sono messi di traverso rispetto all’andamento delle cose ed hanno puntato i piedi. In Regione, come noto, i forzisti rivendicano maggiore peso in esecutivo e non accettano la decisione della Lega di non retrocedere di un millimetro rispetto agli equilibri usciti dal voto regionale. Ma Forza Italia ha 7 consiglieri (8 se si considera Noi Moderati) e 2 assessori. Il Carroccio ha 1 solo consigliere, dopo che Angelo Tripodi e Pino Cangemi hanno sbattuto la porta per aggregarsi agli azzurri, ma reggono 2 assessori. Nel capoluogo ciociaro Forza Italia ha chiesto con un documento l’azzeramento delle deleghe ed una ripartenza della giunta Mastrangeli, fondata su una piattaforma programmatica di fine legislatura. Anche qui la Lega mantiene le sue posizioni e gradirebbe un aggiustamento minimale nell’esecutivo.
La defezione dalla lista Ottaviani crea ulteriori attriti in maggioranza
Rocca si trova insomma strattonato da tutte le parti e, al di là del suo esecutivo, gli tocca anche fungere da mediatore di tutto il centrodestra che continua a subire scosse interne e fibrillazioni. Mastrangeli – da parte sua – deve completare il giro delle consultazioni e nelle prossime ore sarà la volta dei confronti con la Lista per Frosinone e il Carroccio. Dopo di che tirerà le sue conclusioni tra rimpasto e azzeramento. Ben sapendo che, percorrendo la prima strada, rischia di perdere il sostegno diretto dei forzisti che hanno già iniziato a non presenziare polemicamente le sedute consiliari. In questa situazione si è innescata anche la fuoriuscita dalla lista Ottaviani dei consiglieri Petricca e Martino, contrariati per la mancata partecipazione di assessori e consiglieri del proprio gruppo al convegno organizzato sul caso del biodigestore. LEGGI QUI – In consiglio la lista Ottaviani conta ancora su Massimiliano Tagliaferri che però è presidente dell’assise, Mario Grieco e Christian Alviani. Un equilibrio che potrebbe risultare a questo punto precario rispetto alla necessità di mantenere in giunta gli assessori Angelo Retrosi (Lavori pubblici) e Valentina Sementilli (commercio).
Assessori risentiti: “Noi mai invitati al convegno sul biodigestore“
Ecco perché proprio i due assessori hanno preso polemicamente posizione dopo l’uscita di Petricca e Martino: “Petricca e Martino via dalla Lista? Presto torneranno all’interno di quella sinistra, dove si erano candidati per una vita senza essere mai eletti, prima del taxi della Lista Ottaviani per sedersi in Consiglio. Pian piano torneranno all’origine del bacino della sinistra. (…) Quella sinistra, dalla quale, per ammissione social di altri loro compagni di percorso, non sono mai usciti mentalmente ed eticamente. (…) Basti pensare che l’ultimo convegno sull’ambiente, a cui dicono di essere legati, si è tenuto nel nuovo teatro Vittoria, senza invitare assessori e consiglieri della nostra lista, un teatro comprato e ristrutturato dall’Amministrazione Ottaviani ed inaugurato da quella Mastrangeli, alla loro presenza”. Insomma uno scontro aspro anche se i dottori Petricca e Martino hanno sempre dichiarato che resteranno fedeli al sindaco Mastrangeli ed alla sua amministrazione comunale e quindi non intendono portare altrove i voti ricevuti come lista Ottaviani.
Il Polo civico marca le distanze sui rifiuti e resta all’opposizione
Debora Patrizi, coordinatore cittadino del Polo Civico, torna a marcare le distanze con la maggioranza e quindi ad allontanare l’ipotesi di ritorno nel centrodestra: “Bene ha fatto il nostro consigliere comunale Claudio Caparrelli ad evidenziare in consiglio comunale che a Frosinone continua a non decollare la raccolta differenziata (dichiarazioni riferite anche nel nostro resoconto della seduta consiliare). Ponendo il tema che se siamo al 70% dei rifiuti separati dai cittadini, quanti in realtà finiscono negli impianti di trattamento o nelle discariche? Intanto le tariffe della Tari aumentano ancora una volta: con una media del 7,5%. Una ulteriore “stangata” che si abbatte sulle famiglie, sui cittadini e sulle imprese. L’Amministrazione ha spiegato che detti aumenti sono legati alla crescita dei costi di smaltimento della Saf e alle decisioni dell’Arera. E che in totale occorre fronteggiare una maggiore spesa pari a 9 milioni e 294mila euro. Intanto non si riesce a capire perché ormai da anni in provincia di Frosinone si debba fare i conti con la mancanza di una discarica nel territorio. Evidente che smaltire negli impianti del nord faccia lievitare i costi”.
Il tema dell’abbandono dei rifiuti e dei mancati controlli comunali
“Detto tutto questo – aggiunge Patrizi -, Caparrelli ha individuato una causa obiettiva: l’insufficienza della raccolta differenziata. Andrebbero previsti degli sconti a chi produce meno rifiuti per esempio. Ma è arrivato il momento di riproporre con forza il tema dell’abbandono dei rifiuti. Unitamente al fenomeno dell’immondizia che viene depositata nei cassonetti del capoluogo anche da persone che provengono da fuori. Ma per fare questo occorrono controlli e sanzioni ai contravventori. Procedure che l’Amministrazione non fa. Allo stesso modo la città appare sporca, piena di erbacce, con diversi giardinetti pubblici preda dell’immondizia e del degrado. Di fronte a tutto l’aumento del 7,5% delle tariffe della Tari suona come una beffa. Dopo il danno. Ecco perché il Polo Civico ha votato no alla delibera”.