Ceccano – Domenica scorsa, 15 settembre, la cerimonia di inaugurazione per la riapertura del campo sportivo comunale “Dante Popolla”. Un evento atteso da molti che per tanti si è rivelato un flop e sui social si è sollevato un vespaio di polemiche. Tra le più dure contestazioni quelle dei tifosi della locale squadra di calcio. Sulla questione è intervenuto anche il Collettivo Ceccano2030.
“Dopo oltre un anno di lavori, con tempi triplicati e costi aumentati considerevolmente, il campo sintetico del Dante Popolla è stato inaugurato in maniera indegna, davanti ad appena 199 spettatori e senza aver avvertito nemmeno del numero chiuso previsto, fatto questo che ha provocato la dura contestazione dei tifosi del Ceccano Calcio 1920 contro l’attuale amministrazione comunale. Eppure, la questione non può essere derubricata ad un mero problema di ordine pubblico, o almeno non solo a questo. Perché qui si intrecciano problematiche di ordine sportivo, sociale, economico, ambientale, urbanistico, amministrativo, che lasciano una lunga lista di domande in chi riesce ancora a vedere oltre il proprio naso (stanco e indifferente alle alleanze elettorali, fautrici di desistente silenzio)”. – Il Collettivo Ceccano2030, con una nota, evidenzia le problematiche inerenti il campo sportivo e chiede risposte.
“C’è un problema ambientale che interessa l’area dove si trova lo stadio. In tempi non sospetti facemmo sentire la nostra voce quando si stava rimuovendo il terreno del vecchio manto in erba; infatti, pur non direttamente ricadente nel SIN Valle del Sacco, il Popolla è adiacente al fiume Sacco, per questo chiedevamo (e ora torniamo a chiederlo) che fossero svolte analisi sullo stesso – per accertare che non fosse contaminato dagli stessi agenti che inquinano il vicino fiume – e che fine avrebbe fatto, se riutilizzato oppure stoccato in altro sito. Nessuno dell’amministrazione ha risposto finora. – Prosegue la nota – Poi, c’è un problema logistico. Strade e ponti adiacenti l’impianto verranno sempre chiusi durante gli eventi sportivi? In caso di eventi metereologici avversi, in aumento negli ultimi anni pure nel nostro territorio comunale, come si agirà nell’area rispetto all’evento sportivo? Quali saranno i percorsi alternativi per i soccorsi, per esempio, e saranno previsti piani di evacuazione particolari per gli spettatori?
E ancora, vogliamo chiederci cosa succederà se, come tutti noi ceccanesi ci auguriamo, la locale squadra dovesse salire di categoria? Si andrà a giocare altrove – visto che ad oggi l’impianto sportivo non può ospitare partite di categoria superiore alla Promozione – oppure sarà tutto ricostruito ex novo secondo le normative Figc, sapendo bene che le spese per farlo non sono sostenibili da un Comune come il nostro, deliberatamente mandato in predissesto dalla giunta di destra che amministra Ceccano da 10 anni? Agganciandoci a questo, solleviamo un problema di carattere economico. Gli amministratori di Ceccano pongono sempre il problema della mancanza di fondi per fare qualsiasi cosa, dal servizio scuolabus alla manutenzione di altri impianti sportivi o dei parchi giochi per bambini fino alla semplice manutenzione stradale. Ma poi – miracoĺo –per il nuovo manto sintetico del Popolla si sono trovati circa 150mila euro di fondi comunali, da aggiungere ai 600mila provenienti dalla Regione: con tutte le problematiche strutturali e logistiche riscontrate e conosciute da tutta la cittadinanza (e, immaginiamo, anche dall’assessore competente, dal sindaco, dalla giunta e da tutta la maggioranza, ma qualche dubbio lo abbiamo…) non sarebbe stato più opportuno investire risorse presso il polo sportivo di Passo del Cardinale, come fra l’altro diceva la stessa amministrazione in campagna elettorale? Insomma, controsensi su controsensi”.
“La questione trasparenza?”
Poi Ceccano2030 rincara la dose: “Dunque, c’è anche e soprattutto una questione di trasparenza. La gestione del campo verrà affidata a privati per un periodo dai 5 ai 20 anni, in cambio di lavori di rifacimento dell’area spettatori e alla realizzazione di un chiosco/palestra/bar (non si sa bene cosa al momento). Gli introiti che ne nasceranno saranno ad uso esclusivo dei privati? Sono stati preventivati? Verrà restituita al Comune almeno una quota parte di quanto speso per il rifacimento del manto? Perché è stato deciso di cedere la gestione del campo sportivo Dante Popolla – bene pubblico dei ceccanesi – a privati, cosi come è stato fatto con il servizio scuolabus, con la pubblica illuminazione, con il servizio tributi, con gli asili nido comunali, con le strisce blu, con i servizi all’interno del cimitero, con la gestione dei rifiuti, con la farmacia comunale, etc. etc.? Da tutto questo traspare una mancanza di idee e di progettazione a lungo termine per la nostra città. Gravi carenze di progettazione urbanistica, incapacità amministrative di delegati e assessori, unite a quelle di tutta la maggioranza, senza considerare le ingenuità organizzative palesi, visto come si è voluto inaugurare il nuovo manto credendo di poter accontentare i tantissimi tifosi del Ceccano calcio con “soli” 199 posti. A Ceccano serve altro. Serve connessione con i cittadini, partecipazione e coesione nel progettare il futuro di una città che è stanca di essere presa in giro da chi amministra attualmente e da chi vorrebbe amministrarla unendosi a chi la sta degradando e l’ha degradata. Tutti questi dovrebbero avere la decenza di farsi da parte, dimettendosi, per aprire una fase nuova di condivisione che collochi al centro l’intera cittadinanza, per condividere un progetto di città volto a realizzare un sogno e trasformarlo in realtà progettuale, per costruire una proposta seria, concreta ed efficace per un’altra città possibile, quella che i cittadini vogliono vivere nel futuro: il tempo per dare vita a un’idea alternativa di città è oggi, il futuro di Ceccano comincia adesso”. – Concludono dal Collettivo Ceccano2030.