La politica è sempre più importante della comunicazione strettamente amministrativa, ma nella campagna elettorale di Cassino c’è chi, per strategia impostata da tempo, la politica tende a metterla in secondo piano. La linea adottata dal Sindaco Salera e da tutto il centrosinistra pare decisamente privilegiare i risultati gestionali perché il piano vincente viene considerato esclusivamente quello amministrativo: dalla ristrutturazione con relativa isola pedonale tra Piazza Diamare e Corso della Repubblica al recupero della villa comunale, dagli interventi profondi del Pnrr per l’edilizia scolastica alla integrazione dell’organico comunale con un ingente piano assunzionale già eseguito, dalla riapertura del Teatro comunale Manzoni alla nascita del Palazzo della Cultura. Insomma anche nei manifesti elettorali emergono le cose concrete che tutti hanno sotto gli occhi e non si vedono, invece, i simboli di partito (Pd e Demos) e civici (Lista Salera, PartecipiAmo Cassino e Orizzonte Comune). Una strategia che consente adesso allo schieramento di parlare anche di ospedale di Cassino dopo che, nella stagione di Zingaretti governatore del Lazio, il Pd ha gestito di tutto e di più sulla linea dello smantellamento del servizio sanitario delle periferie e nessuno nel centrosinistra ha osato mai battere i pugni per la situazione dei livelli assistenziali a precipizio specialmente nel Cassinate.
Centrosinistra, obiettivo recuperare terreno sulla sanità
Così oggi a parlare sono esponenti locali autorevoli e quindi i saleriani puntano a recuperare terreno anche su questo “fronte” estremamente sdrucciolevole per colpa, prima di tutto, della politica regionale dem. Sergio Marandola, già radiologo del Santa Scolastica, ora in pensione, consigliere comunale mette le mani avanti con il presidente Francesco Rocca e con la commissaria straordinaria Asl Sabrina Pulvirenti: “L’annuncio della distribuzione delle nuove assunzioni nella Sanità del Lazio ha suscitato non poche perplessità – sostiene Marandola -. Ovviamente ben venga ogni rafforzamento degli organici dei nostri ospedali. Ma a leggere le cifre fornite dai vertici regionali, si evince che la nostra provincia è stata ancora una volta messa in secondo piano. Sono stati previsti 520 nuovi innesti nei nostri ospedali, la metà di quelli programmati per Latina, e solo poche unità in più rispetto a Rieti, che ha un terzo dei nostri abitanti. Ma quello che preoccupa di più è la successiva redistribuzione di queste nuove risorse tra i vari ospedali della provincia. Quello di Cassino per la sua posizione strategica dovrebbe avere una attenzione particolare, o comunque almeno pari a quella di altri. Invece, per varie ragioni, i suoi organici sanitari appaiono sempre più risicati, con carenze drammatiche in alcuni reparti, come, per fare qualche esempio, l’Ortopedia e la Rianimazione”. Dà man forte a Marandola anche Edilio Terranova, consigliere comunale uscente, capogruppo della Lista Salera e soprattutto esponente da sempre in prima linea nel volontariato e nella difesa dei diritti dei disabili: “Ha capito l’assessore Pasquale Ciacciarelli, esponente politico del nostro territorio, che il presidente della regione Lazio ha dato solo briciole alla nostra provincia? Perché non chiede quante delle 520 risorse professionali destinate alla sanità della provincia di Frosinone (meno della metà di quelle assegnate alla provincia Latina, che sono 1051) verranno destinate all’ospedale di Cassino che ha un enorme bacino di utenti da soddisfare? Io penso che sia giunto il momento di far sentire la nostra voce perché da parte di chi di dovere non si pensa a fornire personale per poter dare soddisfacenti risposte e permettere al nostro ospedale di essere competitivo. Da Roma non arrivano segnali positivi, ma solo indicazioni che preludono alla chiusura o all’accorpamento dei reparti dell’ospedale del nostro territorio. Si punta forse a favorire la Sanità privata?”.
Centrodestra, campagna di ascolto in attesa dei big politici
Sul fronte opposto – anche comunicativamente – Arturo Buongiovanni, con un centrodestra schierato unitariamente con i loghi di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia e le civiche Cassino nel cuore e Cassino al centro. Simboli subito esibiti e piano amministrativo limitato alla proposizione di qualche punto essenziale: a parte le ormai famose scuole superiori da riportare al centro della città, la necessità di creare “spazi di socialità e strutture dove poter praticare attività sportiva in ogni quartiere e in ogni frazione”. E poi affermazioni di principio: “Il mio impegno primario sarà dare risposte concrete a tutti coloro i quali sono stati letteralmente abbandonati dal sindaco uscente”. Il candidato sindaco sta impegnando molte energie in una grande operazione di ascolto nei quartieri del centro e nelle frazioni: qualche scenetta ha fatto ironizzare gli avversari dopo le immagini di Buongiovanni che parla ai residenti dei quartieri affacciati ai loro balconi. Ma l’asso da sfoderare sul finire della campagna elettorale sarà sicuramente quello politico e bisognerà vedere quali big del centrodestra verranno a sostenere il candidato sindaco di Cassino.
Civici di Sebastianelli: stop a dividere i cittadini in serie A e B
Giuseppe Sebastianelli, candidato sindaco del polo civico (Sebastianelli Sindaco, Rivoluzione per Cassino, Azione per Cassino, Lista Animalista e Alternativa Popolare) ha messo nel mirino l’azione amministrativa specialmente in questi sessanta giorni che precedono il voto: “Tiro fuori alcuni argomenti – spiega Sebastianelli – non tanto per la critica di chi beneficia dei provvedimenti amministrativi ma per un’azione di governo che genera in continuazione cittadini di serie A e di serie B. In periodi di campagna elettorale gli amministratori comunali dovrebbero rispettare quello che il legislatore ha stabilito e cioè muoversi soltanto nell’ambito dell’ordinaria amministrazione. Chi gestisce non può inventarsi cose che possono suscitare momenti di criticità, come l’anticipo di sei mesi di fitto per lo stabile delle Stimmatine. Vorrei proprio capire se la decisione è del funzionario che ha firmato la determina”. E poi: “L’attuale amministrazione comunale nell’Istituzionale luogo del Consiglio Comunale, ha utilizzato il termine feccia politica. Un termine usato, non per specificare il residuo di lavorazione del ciclo produttivo del vino, ma per disprezzare e infangare le persone. Voglio però ricordare al Signor Sindaco che, questa amministrazione è stata l’unica, dal 1993 ad oggi, che ha amministrato con un giudizio penale pendente a carico di un consigliere di maggioranza uscente per irregolarità elettorale. E’ l’unica amministrazione che ora candida nelle proprie fila professionisti che hanno incarichi di rilievo all’interno dell’amministrazione”.
Polidoro sindaco, Renato De Sanctis sempre al curaro
Paola Polidoro, candidata sindaca con le liste Jammy e Libellula, in realtà dovrebbe raccogliere l’eredità dell’unica vera opposizione che si sia registrata in Consiglio comunale in termini netti, duri ed evidenti. Quella del consigliere comunale uscente No Acea, Renato De Sanctis. Proprio a De Sanctis dobbiamo le prese di posizione più ficcanti: “Ci sono dinamiche amministrative – denuncia – che oltre che disarmanti ti fanno veramente sorridere, sorridere per quanta incoerenza, faciloneria, ma anche faccia tosta, continua questa amministrazione. Un Comune non ancora uscito dal dissesto si permette di anticipare sei mesi di canone, Luglio/Dicembre (circa €.185.000,00) alla società che ha sub affittato allo stesso parte dell’immobile “Stimmatine”, adibito momentaneamente a sede della scuola Conte”. E poi mette a confronto i programmi elettorali del centrosinistra saleriano del 2019 e del 2024 e conclude: “Riproponendo e promettendo oggi le stesse tematiche progettuali del 2019, ammette in modo indiretto di non averle realizzate. Infine, fatto grave ed irrispettoso nei confronti di tutti i cittadini, non rispettando neanche la nostra normale intelligenza, è la riproposizione di uno stesso programma, inattuato ma portato come novità”.
Palumbo sindaco tra acqua pubblica, pacifismo e orgoglio di sinistra
Tutta politica l’impostazione di Maria Palumbo candidata sindaca di Cassino Popolare: “Saremo accompagnati da questa colomba della pace – ha detto presentando domenica scorsa la sua lista – perché un punto fondamentale del nostro programma è il ripudio della guerra e, soprattutto, lo sviluppo della cultura della non violenza che deve emergere anche nei comizi e nel confronto con le persone. Manterremo sempre toni pacati con chiunque. Ci presentiamo con sedici candidati della società, molti che vengono dal sociale ma anche dalle professioni”. Le linee programmatiche partono dalla Tavole della Pace per il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, alla ricerca di convergenze sul ripudio della guerra e sulla strategia della non violenza. “Ci sarà l’impegno sull’acquedotto comunale per il ritorno alla gestione municipale: l’acqua è un bene comune e non deve essere veicolato diversamente. C’è poi la sanità pubblica, con particolare attenzione all’attivazione di un assessorato con delega specifica e che stia attento a salvaguardare il servizio pubblico opponendosi ad ulteriori privatizzazioni”.