Il Mezzogiorno è ricco di figure femminili coraggiose e determinate che hanno lottato con tutta la loro forza per affermare se stesse e portare avanti famiglie ed attività contro millenari tabù e pregiudizi (del resto siamo il Paese in cui il delitto d’onore è stato abolito solo nel 1981). Maria Fargnoli Martini, classe 1932, deceduta stamane nel suo palazzo di via del Foro, circondata dall’affetto di figli, nipoti e parenti, può essere iscritta a pieno titolo tra queste “impavide del Sud”.
Classe 1932, sperimentò sulla sua pelle il peso dell’emancipazione
Prima laureata in legge sul territorio, ha vissuto sulla propria pelle la fatica dell’emancipazione femminile. L’ha sperimentata nel 1971 quando perse suo marito Luigi, imprenditore. Lei era poco più che quarantenne e si ritrovò con sette figli e circa quattrocento dipendenti dell’azienda edile. Aveva dalla sua l’energia e il coraggio che l’hanno caratterizzata per tutto il resto della sua lunga e felice vita. Eppure la sfida era quanto meno ardua ma nella vita, spesso, incontriamo ostacoli che mettono alla prova la nostra determinazione e resilienza. È qui che emerge il potere della risolutezza, caratteristica fondamentale di Maria Fargnoli Martini. Che ha curato e portato avanti le attività imprenditoriali, a cominciare dalle terme di Suio: proprio il Comune di Castelforte nei mesi scorsi le rese merito conferendole la cittadinanza onoraria. I sette figli sono tutti valenti e stimati professionisti che hanno fatto tesoro dell’insegnamento materno che si è unito al ricordo mai svanito per il papà perso quando erano tutti piccoli d’età.
Cittadinanza onoraria ricevuta per l’impegno alle terme di Suio
I funerali si terranno domani pomeriggio, con inizio alle 16,30, nella chiesa cattedrale di Atina. Di sicuro il viaggio di Maria Fargnoli Martini è stato, come avviene un po’ per tutti, pieno di alti e bassi, momenti no e trionfi. Ma l’esempio che lascia, non solo ai parenti stretti ma anche e soprattutto al territorio, è di quelli che non vanno dimenticati: perché le energie migliori del Sud possono battere la depressione e l’emarginazione dei luoghi e perfino l’inadeguatezza delle istituzioni. Abbracciando l’impegno a non mollare mai.