La casa della Cultura a Cassino, bene confiscato e riassegnato dal Comune, potrebbe tornare ai legittimi proprietari. E’ quanto puntano ad ottenere nell’udienza di domani, martedì 17 settembre, gli imprenditori Luigi e Vincenzo Gabriele Terenzio. L’udienza si terrà presso il tribunale di Frosinone ed è finalizzata a ottenere la revoca della confisca dei Beni o restituzione per equivalenza dei beni. La vicenda complessa che negli anni passati ebbe grande clamore locale e nazionale vedrà Terenzio Luigi assistito dall’ex Magistrato Antimafia Antonio Ingroia.
Nel Luglio del 2009 Luigi e Enzo Gabriele Terenzio furono arrestati a seguito dell’operazione
denominata “Grande Muraglia”: la Procura antimafia di Roma e gli investigatori della DIA ipotizzarono un legame forte tra la camorra campana e la mafia cinese. Un legame che, secondo gli inquirenti, si annodava proprio a Cassino dove i due imprenditori venivano indicati come punto di connessione tra le due organizzazioni malavitose.
Nel 2009 la DIA, su ordine del tribunale di Frosinone, sequestrò tutti i beni mobili ed immobili per circa 150 milioni di euro. Un tesoro, Tra Roma Cassino e Frosinone, la cui proprietà, in qualche modo, era sempre riconducibile ai Terenzio. In tutto si tratta di 41 immobili, un albergo ricavato da un monastero del valore di 70 milioni di euro, 22 appezzamenti di terreno, 10 società, due imbarcazioni e 48 rapporti bancari intrattenuti con istituti di credito e intermediari finanziari operanti nelle province di Roma e di Frosinone. Nel 2011 il tribunale di Frosinone confiscò i beni sequestrati e successivamente alcuni immobili furono assegnati ad associazioni culturali (o simili), altri al comune di Cassino. Molti altri ancora non sono stati assegnati.
Nel 2012, però, Luigi e Gabriele Enzo Terenzio vengono assolti dal tribunale Collegiale di Roma Prima Sezione Penale ‘perché il fatto non sussiste’. Insieme a loro vengono assolti anche dieci degli indagati nella operazione anti camorra ‘Grande Muraglia’; Nel 2017 anche la Prima sezione penale della Corte d’appello di Roma riconferma la piena assoluzione per i Terenzio e per questo nel 2021 la IV Sezione della Corte di Appello di Roma ha risarcito Luigi Terenzio e il Padre Enzo Gabriele per la detenzione ingiustamente sofferta.
Arriviamo al 2024: pendono i ricorsi presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo presentati dai Terenzio, poiché i decreti di confisca sarebbero stati adottati in violazione degli artt. 6 e 7 della C.e.d.u. E a tal proposito domani, martedì 17 settembre, il tribunale di Frosinone dovrà quindi accertare la possibilità di revoca della confisca dei beni (o restituzione per equivalenza) che furono confiscati “per mafia” ai Terenzio. Arduo sarà il compito dell’avvocato Ingroia che punta a riottenere quanto sarebbe stato ingiustamente tolto al cliente e al resto della sua famiglia.