Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, hanno firmato il decreto Interministeriale che proroga fino al 2 agosto le misure attualmente in vigore per ridurre il prezzo finale dei carburanti.
Si estende così fino a quella data il taglio di 30 centesimi al litro per benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione. Una misura che, però, è evidente, non basta considerato che sia il gasolio che la benzina hanno già superato la soglia di 2 euro anche in modalità self. Prezzi insostenibili per gli i cittadini, per le famiglie, per le imprese, per i trasportatori. Una situazione il cui peso si è fatto già sentire pesantemente con l’aumento della materie prime.
Nei giorni scorsi si era parlato dell‘ipotesi di portare lo sconto a 35 centesimi, sarebbero servite risorse per circa 1,2 miliardi al mese, a fronte del miliardo della misura attuale, coperta in gran parte con i maggiori introiti Iva.
“Sconto insufficiente e inadeguato a quella che oramai è un’emergenza nazionale“, scrive Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Limitarsi a prorogare il taglio delle accise di 25 cent, che poi diventano 30,5 considerando l’Iva, ha già dimostrato di non bastare per frenare i prezzi impazziti. Da quando è iniziata la guerra, nonostante l’intervento del Governo, sia il gasolio che la benzina hanno già superato la soglia di 2 euro anche in modalità self, un litro di benzina, secondo i dati ufficiali del Mite, costa oltre 21 cent in più, con un rialzo dell’11,5%, pari a 10 euro e 68 cent per un pieno da 50 litri, mentre il gasolio è maggiore di oltre 28 cent al litro, con un balzo del 16,5%, pari a 14 euro e 18 cent a rifornimento. Il Governo, se non voleva tornare ai prezzi amministrati come da noi proposto, doveva alzare la riduzione di almeno altri 10 cent, in deroga per il gasolio alla normativa europea, e ridurre l’Iva dal 22 al 10%”. Conclude il presidente dell’Unione nazionale consumatori.